Capitolo 8

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"Chi ti ha detto questa cosa?" Domanda mia madre ormai impallidita, mio padre invece continua a stare sulla protettiva, non vuole ammettere la verità.
"Questo non importa. Sono stata adottata sì o no?" Continuo io, non distogliendo lo sguardo da quello di mio padre, non accenna nessuna emozione e questo mi rende solamente più nervosa "sì" dice lui andandosene via dalla camera.
Mia madre sembra parecchio dispiaciuta, ma non mi importa.

La guardo un ultima volta e me ne vado, comincio a mettere i miei vestiti dentro un borsone, non mi va di stare in questa casa con loro.

Vedo un arco sul mio letto così lo guardo per un pò e decido di mettere anche questo dentro il borsone.
Guardo un ultima volta la casa e quando vedo che i miei 'genitori' mi stanno guardando decido di dirgli un ultima cosa "io sono una Hale" lui sgranano gli occhi ma non gli do tempo di controbattere che esco dalla casa e corro via.

"Cosa hai fatto?!" Urla Derek in preda al nervosismo "gli ho detto che sono tua sorella" affermo indifferente io mentre provo il mio arco.
Non capisco dove sia il problema nel dire che sono sua sorella, quella famiglia non mi farebbe mai del male dopo tutti questi anni, nonostante siano dei cacciatori mi vogliono bene e poi io non sono un lupo mannaro.
"Ti cercheranno, anzi ci cercheranno. Loro odiano gli Hale"
Smetto di usare il mio arco e mi giro verso di lui "io non sono un lupo mannaro, e poi mi hanno cresciuta loro, non mi farebbero mai del male" sta per aprire di nuovo la bocca ma lo blocco "basta parlare sono stanca e domani devo andare a scuola" detto questo mi infilo sotto le coperte e mi addormento praticamente subito.

Sento la sveglia suonare cosi mi alzo da quel comodissimo letto, per oggi Derek mi ha fatta dormire sul suo letto, domani ne andrà a comprare un'altro tutto per me, rigorosamente a due piazze.

Arrivata a scuola trovo Stiles davanti all'entrata della scuola, penso che mi stia aspettando.
"Mi spiace" dice lui con lo sguardo basso "sta tranquillo, anzi ti ringrazio, adesso so chi è la mia vera famiglia" alza subito lo sguardo e noto subito il suo sorriso è così contagioso.

Durante le lezioni non faccio che pensare ad Isaac, ormai sono due giorni che non ci parliamo, non sono arrabbiata con lui sono solo dispiaciuta, poteva almeno cercarmi. "Ciao rebecca" Jackson si siede accanto a me come ad ogni lezione e mi stampa un bacio sulla guancia, sento lo sguardo di Lydia su di me, so che a lei piace molto Jackson e per questo cerco di stare lontana da lui ma non è colpa lui se è lui a cercare me.

"Oggi mi farò mordere da un lupo mannaro, voglio essere uno di loro" sgrano gli occhi e butto un piccolo urlo durante la lezione, così prima che potessi rispondergli il professore mi fa uscire dalla classe.

Ma che ha in testa Jackson, vuole diventare un lupo mannaro? E poi da chi si farà mordere, non ho ancora visto nessun Alfa in città.
Meglio così almeno non può fare nessuna stupidaggine. Finita l'ora Scott mi porta fuori la scuola, ha uno sguardo piuttosto preoccupato.
"Devi far cambiare idea a Jackson" dice lui senza perdere tempo "non può essere trasformato, non riuscirebbe a superare il processo" alzo gli occhi al cielo, perché devono sempre ascoltare tutte le conversazioni.
"Dovrebbe parlargli Lydia non io" Scott sembra seccato da tutta questa situazione, come biasimarlo. "Non ascolterà mai Lydia, invece tu sei sua amica" lo interrompo non riuscendo più a trattenere una piccola risata "non siamo amici, non mi ascolterà. Comincerà ad urlare cose contro di me, lui vuole solamente essere come voi. Ma non c'è da preoccuparsi, non ci sono Alfa a Beaconhills" faccio spallucce ma il suo sguardo continua ad essere preoccupato. Mi porta in un luogo più appartato e mi fa guardare dritto nei suoi occhi, rimango paralizzata vedendo il suo colore naturale castano chiaro diventare rosso fuoco. "Tu sei un Alfa.." Mormoro stupita "non solo, anche Derek è un Alfa" i suoi occhi tornano normali e se ne va senza dire altro.

Torno verso la mia auto piena di pensieri, sono sicura che Jackson si metterà nei casini e alla fine chi deve risolvere questi casini? Io.

"Nipotina" rimango paralizzata sentendo una voce familiare dietro le mie spalle, mi giro di scatto e trovo un uomo molto alto, non l'ho mai visto nonostante io conosca la sua voce.
"Chi sei" mormoro con una voce tremante "non mi riconosci?" Scuoto la testa incerta "ricordi alla festa? Guarda hai ancora una piccola cicatrice qui" si avvicina a me toccando un graffio sulla mia guancia.
Ora ricordo, stava quasi per uccidermi.

"Perché hai detto nipotina?" Balbetto ormai, non devo avere paura o almeno non devo farglielo notare

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"Perché hai detto nipotina?" Balbetto ormai, non devo avere paura o almeno non devo farglielo notare.
"Sono tuo zio, ho scoperto che sei la sorella di Derek. Benvenuta nella nostra famiglia" apre le braccia come se volesse abbracciarmi ma io indietreggio.
Non voglio che mi tocchi.
"Oh allora, hai paura di tuo zio?" Si avvicina con una velocità sovrumana verso di me bloccandomi le braccia così da non farmi allontanare ulteriormente da lui, cerco di liberarmi dalla sua presa ma è tutto inutile. "Non ho paura di te" lui accenna una risata "il tuo cuore ti tradisce" giro lo sguardo cercando di incrociare lo sguardo con qualcuno ma non c'è nessuno a quest'ora, che bella fortuna.

"Ora tu vieni con me" cerco di dimenarmi ancora di più ma sento solo un forte dolore alla testa e poi il buio.

Apro gli occhi di scatto, sono tutta sudata, credo di aver fatto un brutto sogno.
Mi alzo da sopra il letto ma mi blocco immediatamente quando mi rendo conto che questa non è la mia camera.
"Ben alzata" sento la voce di Peter ma non lo vedo dentro camera.
"Inutile che mi cerchi, ti sto parlando da un auto parlante, non vorrei essere picchiato da mia nipote" sento una risata e poi un telefono chiudersi.

Cerco il mio cellulare dentro la tasca ma ovviamente me l'ha tolto, cerco qualsiasi cosa che mi possa aiutare ad uscire da qui dentro, così vado verso la finestra ma è troppo alta per poter saltare.
Sono in trappola.

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