capitolo 18

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Dopo aver subito tre ore di noia, monotonia e una mezz'oretta di pisolino, arriva l'ora più temuta. Algebra. Il prof entra in classe spumeggiante, contento con i suoi libri/unici amici sotto braccio con un sorriso da nerd spocchioso sulla faccia invecchiata. –salve ragazzi- ci saluta sedendosi alla cattedra.

In banco sono sola così da non distrarmi ulteriormente. Vedo i numeri sulla lavagna che ballano e mi prendono in giro perché non so risolverli ma li ignoro come sempre. A interrompere i miei calcoli elaborati mentalmente impossibili è il bussare alla porta. Il prof fa entrare la persona misteriosa che si rivela appena varca l'ingresso dell'aula incappucciato tenendo lo sguardo basso. Lo riconosco appena un suo riccio si ribella ed esce dal 'nascondiglio'. –ehi- sussurro per non farmi scoprire dall'insegnante ormai sordo. Gli servirebbe un amplifon. –ciao- dice alterato. –cosa succede?- non me ne frega niente della matematica adesso, voglio solo sapere come sta il soggetto dei miei costanti pensieri. –male- dice. –mi si è rotta la macchina- continua sbattendo i libri sul banco vicino a me. Appena i nostri sguardi si incontrano trovo rifugio in lui. È come se ogni volta che mi sento triste, arrabbiata o abbandonata, in lui trovassi quel che cerco. Un sorriso per rassicurarmi, delle forti braccia per stringermi a se... solo con lui succede e questo mi scombussola perché, generalmente, dovrei parlare così del mio ragazzo o delle mie amiche ma stranamente avviene solo ed esclusivamente con Harry.

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dopo l'entrata di Harry la lezione appare, come sempre, noiosa. Come le precedenti ore sto per addormentarmi ma il ragazzo di fianco a me mi dice- hei stavo pensando che, visto che sei un caso disperato, ti potrei dare delle ripetizioni, se non sei troppo orgogliosa-

non lo so, avrei già Natalie che mi aiuta ma finiamo sempre con parlare di Adrian oppure mangiando gelato sdraiate sul divano. – beh- è una buona idea? –ok, ma non sparare le tue solite cazzate su quanto sei figo perché se no è meglio se te ne vai ora- dico guardando il vuoto. Il prof si è addormentato sulla sedia o forse sta semplicemente tenendo gli occhi chiusi per veder scorrere tutta la sua vita davanti. Quindi ci metterà molto, ma molto tempo.

-ok- sbuffa. –farò il solito nerd che non ci prova con la studentessa imbranata, ma carina- dice l'adulatore. – quindi mi hai dato dell'imbranata- commento. –e vedo che hai saltato la parte della carina- dice rigirandosi tra le dita i migliaia di anelli che porta. Tutti quei luccichii mi abbagliano e distolgo lo sguardo accecata. Una ragazza fa cadere il libro di matematica e, il prof del paese delle meraviglie, torna in se. –allora- si interrompe per un groppo in gola- sabato ci sarà la verifica, quindi in prossimità di questi due giorni vi consiglio di studiare- dice sbadigliando e ritornando a sdraiarsi comodamente sulla sedia. Suona la campanella e mentre metto a posto le cose nella borsa, sento Harry dirmi- vengo a casa tua alle 15, ciao piccola- dice andandosene prima che io potessi ribattere.

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entro in mensa dirigendomi verso il cibo come la maggior parte delle persone. Quando sono agitata mi sfogo mangiando. È un ottimo rimedio. Prendo una mela, sperando che Myles non me la rubi, e esultando dalla felicità, per aver trovato un muffin al cioccolato.

Saltello fino a raggiungere il mio tavolo con Natalie che sprizza felicità da tutti per un motivo sconosciuto. –ehi- saluto le ragazze mentre addento il muffin. Buono! Sicuramente meglio di quello di mia madre.

-ragazze notizia bomba- fa una pausa. Megan e io siamo più concentrate sui nostri pensieri che per la costante importanza che da la nostra amica per qualsiasi cosa. Myles pende dalle sue labbra mentre penso a quando Harry mi ha detto che sono carina. Ma anche imbranata, ricorda la mia coscienza.

-Adrian mi ha chiesto di venire al ballo- muove le mani interpretando una danza di vittoria e io, avendola vista, scoppio a ridere.

-e voi avete qualche pretendente?- beh sinceramente ho voglia pari a zero di andare al ballo. Però se Zayn me lo chiedesse accetterei per non essere la stronza della coppia ma preferirei di gran lunga restare a casa in pigiama extra large a mangiarmi una vaschetta di gelato davanti a un film strappalacrime. Molto meno impegnativo. –Beh ci sarebbe qualcuno che mi piace ma non so...- dice Myles. Lo scruto per capire chi è l'interessato ma niente. Mi sento come Edward che in Twilight cercava di 'leggere' Bella ma non ci riusciva.

-e chi sarebbe?- chiede Megan dandole una gomitata. –ok ma promettetevi di non urlare o di fare facce strane perché vi uccido, ok? –dice con sguardo assassino. Così mi fa paura. –ok- diciamo in coro. –va bene è...Niall- si para la faccia imbarazzata diventando come il tavolo rosso. Niall? Stiamo parlando del ragazzo più rumoroso, mangione, e con il senso dell'umorismo più pessimo che ci sia? –ma intendi Niall Horan?- chiedo guardandola stupita. –si- dice. Si ok, siamo nei guai. –beh è perfetto- dice Natalie non capendo il vertice della situazione. –ma sei proprio sicura?- annuisce e io scoppio in una risata pessima per questi casi. –ok, Myles, ognuno ha i suoi gusti, ma parliamo del ragazzo, che conosco dalle elementari, che passa il resto dei suoi giorni a giocare alla play-station, che mangerebbe di tutto e che è uno sciocco totale?- sembrerò logorroica ma è per il suo bene. –si, parliamo del ragazzo più dolce e adorante di torte che io conosca, quindi si, è lo stesso ragazzo- dice guardandomi dritta negli occhi. È davvero cotta. –ok, mi arrendo- sbuffo incrociando le braccia al petto e buttandomi sullo schienale, che non c'è, finendo col culo per terra. Sono un'imbranata totale. Si mettono tutte a ridere e, anche se dolorante per il mio fondoschiena, sorrido anch'io.

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