capitolo 19

16 3 0
                                    

io e Megan ci siamo date appuntamento alla caffetteria dopo scuola. Con lei posso non parlare delle cose superficiali come questo ballo, pensiamo a divertirci facendo, certe volte, le cretine restando, per quello che si può, mature. Cosa assolutamente impossibile. Varcata la soglia del nostro bar preferito, Camomilla no ma Caffe sì, strano come nome ma fa i caffè più buoni del Mondo, ci sediamo a un piccolo tavolo.

Dopo aver osservato e fatto battute sulla vita privata dei clienti che ci circondano, Megan mi prende le mani e con musica suspense di sotto fondo mi dice- lo so che per te è una cazzata ma sto esaurendo- ci sono tante cose che non sopporto, quindi annuisco facendola continuare – ma con chi vado al ballo? Non voglio sembrare una sfigata come Jenny, del corso di scienze, parla con le rane prima di dissezionarle- dice – forse vorrà dirle addio- faccio una delle mie battutine stupide per smorzare la tensione. –beh e a chi avevi pensato?- chiedo. –c'è un ragazzo che mi piace ma...-si interrompe. Gli tiro un pugno sul braccio. –continua- dico incitandola a proseguire. –sai Logan del corso di Letteratura?- chiede. Certo che so chi è, uno dei ragazzi più intelligenti, sexi e intellettuali che ci sia. –non per demoralizzarti ma lui non ci guarderebbe neanche se fossimo imparentate con Einstein- le sputo subito in faccia la verità per non vederla soffrire per quel figo intelligente pezzo di ragazzo. – lo so ma ci proverò lo stesso- dice sorseggiando il suo cappuccino d'orzo. Non per dire ma lo odio però non le ho detto niente per farla contenta, tecnica che uso con mia madre.

-io sono con te- affermo sostenendola nell'impresa più ardua che abbia intrapreso una ragazza universitaria.

°°°°°°°°°°°°°°°

tornata a casa preparo i libri aspettando Harry, il mio nuovo tutor. Ho paura di stare nella stessa stanza con lui, i suoi pensieri, i suoi occhi verdi smeraldo che mi perforano, le sue parole....

Mia madre irrompe nella stanza vestita elegantemente, anche troppo, per andare a lavoro. –ciao mamma- la saluto non avendo avuto l'occasione da 'pienamente cosciente' sta mattina. –cucciola ti volevo dire che sta sera farò tardi- dice nervosamente. Mi sta nascondendo qualcosa? – a da un po' che ti vedo entrare tardi- sorrido all'idea di mia madre rimproverata da una quasi diciannovenne. –non mi farai mica il terzo grado signorina?- mi si illuminano gli occhi pensando a quella volta che Harry mi chiamò così. –c'è qualcosa da ridere?- domanda mia madre. –no, no ciao- affermo chiudendole la porta in faccia. Harry dovrebbe arrivare tra dieci minuti e mentre lo aspetto guardo un cartone animato per godermi gli ultimi attimi di lucidità prima dell'arrivo della mia distrazione.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°

sento il campanello suonare mentre braccio di ferro sta per ingoiare gli spinaci per salvare Olivia ma evito per andar ad aprire la porta.

Appena la apro mi imbatto in Niall che anch'esso esce dal proprio appartamento e mi saluta. –ciao idiota- lo saluto schernendolo. –ciao stupida-mi riprende. Ok, ho iniziato io, me lo merito. –come va con Tania? –gli domando. Ormai è partita da due settimane e il mio amico non l'ho visto da allora. –beh ci siamo mollati, questo lo sapevi, ed ho finito tutti i giochi della play-station, insieme ai biscotti di mia madre- dice tristemente. Poverino adesso anche lui ha perso la persona che amava. –la amavi?- chiedo sostenendolo. –non lo so, mi piaceva assolutamente ma amare è una parola grossa- meglio così penso. –tu sei fortunato- dico. –cosa di non essermi innamorato?- chiede. –no, che tua madre ha fatto dei biscotti decenti- dico prendendolo in giro. Vedo una testa riccioluta apparire alla fine del corridoio perciò saluto Niall che appena guarda nella direzione che stavo controllando, mi fa un 'imbocca al lupo' sghignazzando chiudendosi la porta alle spalle. Rientro in 'casa' sapendo che sta per arrivare e intanto mi siedo preparandomi psicologicamente per affrontare Harry e la matematica. Non so quale sia più complicata. Varca la soglia in tutta la sua grazia dirigendosi verso di me. – ti consiglio di non lasciare la porta aperta, potrebbero entrare estranei, ladri o maniaci- dice facendo il 'so tutto io', irritante. –quindi...tu insomma- lo prendo in giro. Oggi sono in vena di battute. –ti piacerebbe- dice offeso sedendosi vicino a me.

Strange LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora