capitolo 12

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Oggi è mercoledì. Questo significa che il giorno in cui farò una figura di merda è arrivato.

Ieri la mia cara amica si è accertata che non avessi un capello fuori posto. Mi ha tolto quei pochi baffi che avevo, sistemato le sopracciglia, mi ha preparato una maschera di bellezza alla banana e papaia, ceretta alle gambe e per ultimo ma non meno doloroso le unghie sia delle mani che dei piedi; perché quella pazza amica che mi ritrovo ha deciso, mi ha obbligato, a truccarmi. Ovviamente sta sera prima dell'arrivo di Zayn si proietterà qui a rompermi con : "un po' di cipria qua, e là...

Guarda in giù perché ti applico il mascara su quelle ciglia indecenti che ti ritrovi", dirà sarcasticamente, almeno credo.

L'unica cosa che mi ha lasciato scegliere sono i vestiti perché sa che almeno in quelli me la cavo.

Dopo la solita routine, saluto mia madre, indaffarata a trovare qualche ricetta nuova. Uscendo incontro Niall che sicuramente è al telefono con Talia, la sua nuova ragazza, ma mi saluta appena mi vede continuando a dire al suo nuovo amore frasi del tipo: "si, ciao amoruccio, ti voglio più bene io , no io..."e così via dicendo. Odio le coppie così sdolcinate, mi fanno venire il latte alle ginocchia. Forse faccio così perché sono single e mi ritrovo circondata da coppiette felici, sono stata troppe volte il terzo in comodo e non è bello.

Ma se non faccio cazzate potrei essere un po' considerata, in quel senso, da un ragazzo. Devo giocarmi bene le mie carte sta sera. Sembro, no sono agitata anche se non l'ho ancora visto. Ma perché? Questa è la domanda che mi pongo per ogni avvenimento che succede nella mia deprimente vita. Ricordati che hai degli amici che ti stanno accanto dice la mia cavolo di coscienza. "Si, gli rispondo, ma se ricordi Cara la vedo i pomeriggi, e non tutti, perché fa un'altra scuola, e Niall non mi caga più da quando ha una nuova ragazza", dico a me stessa. Sono così egoista ma così fottutamente sola.

Inizio ad aumentare il passo spintonando gli uomini d'affari, ragazzi intenti a scappare dalle proprie madri, perché come me non hanno più voglia di andare a scuola, inciampo in barboni e scappo dalle loro luride mani vogliose di 'carne fresca'.

Adesso sto correndo non me ne frega degli altri voglio solo scappare. Non so cosa mi sia preso ma penso che nessuno mi voglia bene, che mi ami, che voglia starmi accanto. Pensano tutti a se stessi. Liam mi ha abbandonata, Niall dimenticata, Cara lasciata andando in una di quelle università da ricconi...

Poi c'è Harry che non lo vedo da quando gli ho sbattuto la porta in faccia. Forse non sono loro il problema ma io. Sono io che sbaglio tutto , la pecora nera, sono io la causa di tutti i mali...

Raggiungo senza neanche accorgermene la scuola non so se voglio andarci ma una voce roca mi distrae dalla fuga.

-ciao piccola come va?-

-male, lasciami stare- dico incazzata più con me stessa che con lui.

-stai calma piccola meglio se ti addolcisci un po' se no nessuno di vorrà- dice divertito.

-tanto già nessuno mi vuole- dico iniziando a sentire gli occhi inumidirsi, mi incammino all'ingresso della scuola esausta.

Non avendo le forze per affrontare un'ora di chimica, mi dirigo in un posto dove vado solo io, di cui nessuno è a conoscenza, circa. Ci vado quando sono triste, o arrabbiata o... sempre.

È il vecchio giardino botanico non più utilizzato, nessuno se ne prende più cura, proprio come il mio cuore, penso. Raggiungo l'ala est dell'edificio e passo davanti al teatro, alla mensa e al distributore di merendine sempre guasto. Una macchina mangia soldi, la chiamo.

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