23.

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Silenzio. Era fastidioso è stressante. Carico di tensione e di rabbia. Non capivo. Era tutto normale qualche minuto fa. Le sue mani stringevano il volante con forza, così tanta da far diventare le nocche bianche. I sui muscoli erano tesi e si riuscivano a vedere alcune vene spiccare fuori, esaltando ancora di più i tatuaggi. Il suo sguardo era fisso davanti a se. La mascella era contratta. Non capivo. Quando finì di parlare con Kate mi avviai alla ricerca di Justin. Diciamo che l'unica cosa che fece fu spingermi, letteralmente, in macchina senza degnarmi di nessuna spiegazione. Cosa che mi fece alterare.

-"Justin si può sapere che ti prende?!"

Cercai di contenermi. Mi dava fastidio il suo silenzio. Lo sentì sussultare. Si voltò verso di me. I suoi occhi erano cupi e freddi. Sentì quasi un ringhio provenire dal profondo del suo petto.

-"Justin...sent-"

-"STAI ZITTA!"

Urlò facendomi bloccare. Spalancai gli occhi e il mio corpo si irrigidì completamente. Come si permetteva. Strinsi la mascella cercando di spostarmi il più possibile dalla sua figura. Voglio scendere.

-"Kia no scusa. Scusa perdonami"

Disse velocemente facendo spuntare un espressione di frustrazione e preoccupazione. Mi guardò più e più volte cercando un mio contatto visivo.

-"fammi scendere"

Spalancò gli occhi. Strinse la presa sul volante.

-"Kia ti prego scusami, non stavo controllando i miei pensieri. Kia per favore"

-"mi vuoi spiegare che ti succede?!"

Urlai sovrastandolo. Si zittì pure lui. Chiuse gli occhi e sospirò. La rabbia e l'impazienza stavano ribollendo nel mio corpo.

-"non è nulla. Luke mi ha fatto arrabbiare per delle cose. È solo un coglione. Sa solo far ammattire le persone, è stupido"

Disse ringhiando. Lo guardai per qualche secondo. Cosa mai avrebbe potuto dire per farlo irritare in questo modo. Alzai leggermente gli occhi al cielo. Sospirai e guardai fuori dal finestrino. Solo in quel momento mi accorsi che non stavamo andando verso casa mia.

-"Justin dove mi stai portando?!"

Parlai lentamente. Incatenai i suoi occhi con i miei. Un sorriso complice si formò sul suo viso.

-"volevo stare con te...ancora un po'. Volevo distrarti dai tuoi pensieri. Così ti porto in un posto"

-"Bieber le ripetizioni"

Parlai retoricamente. Si voltò verso di me.

-"c'è tempo, c'è tempo"

-"ti farò passare la voglia di vivere se continui così"

Sputai facendo la finta malvagia. Mi osservò per poi scoppiare a ridere. Mi rilassai al sentire la sua voce in sotto forma di risata. Era rilassante. Ma che stai dicendo. Dopo qualche minuto la machina si fermò all'entrata di un enorme e fitto bosco. Amavo i boschi e la natura in generale. Mi davano una sensazione di pura magia. I miei occhi si illuminarono.

-"vedo che l'idea non ti dispiace"

Incalzò ridendo leggermente. Scese dalla macchina e velocemente si avvicinò alla portiera. La aprì e mi fece scendere. Senza che me ne resi conto la sua mano si incatenò con la mia. Strinse la presa per poi sorridermi. Guardai per qualche secondo le nostre mani. Prima che i miei pensieri iniziassero a prendere il volo venni tirata, delicatamente, verso di lui che iniziò poi a camminare verso l'entrata del bosco. Dopo qualche secondo ci addentrammo.

-"beh...non male. Ma dove stiamo andando di preciso?"

Dissi evitando alcuni rami. Saltai qualche radice per evitare di sbattere per terra. Il suo passo accelerava di volta in volta e rendeva il camminare molto difficile. Cercai di non inciampare.

-"Justin...rallenta"

-"suvvia Kia, sto andando anche piano"

Inarcai un sopracciglio evitando per un pelo un ramo, propenso a finirmi dritto sul naso, tra l'altro. Il suo corpo mi faceva da scudo impedendomi di guardare avanti.

-"jus-"

Non finì in tempo che i suoi passi si arrestarono di colpo facendomi andare contro di lui. Si voltò sorridendo.

-"siamo arrivati"

Scossi leggermene la testa e guardai. I miei occhi si illuminarono è un enorme sorriso si dipinse sul mio volto.

-"wow...è bellissimo!"

Ci trovavamo davanti ad un ponte. Sotto di esso si sentiva il leggero e rilassante rumore dell'acqua. Mi guardai attorno notando alcuni uccelli volare. Quando posai gli occhi su di lui mi accorsi che mi stava già osservando. Il suo sguardo era serio e tranquillo. Imbarazzata guardai altrove. Si voltò percorrendo il ponte.

-"hey...Justin...tutto ok?"

Stranita osservai il suo cambio d'umore. Avanzai velocemente verso di lui afferrandogli il braccio. Si irrigidì fermandosi. Eravamo in mezzo. Girai il voltò verso destra accolta dal rumore dell'acqua proveniente dalla piccola cascata. Il sole filtrava leggermente abbattendosi sull'acqua che pareva dorata.

-"Kia...se io ti stessi nascondendo qualcosa. Qualcosa che riguarda...te. Cosa faresti?..."

L'ansia invase il mio stomaco percorrendo ogni spazio del mio corpo. Ebbi una leggera leggera ma fastidiosa fitta. La coscienza si risvegliò sorridendo in modo fin troppo maligno. Devo ricordarti chi é Kia. Siamo seri. Sta facendo tutto questo per abbindolarti e poi per raggiungere il suo scopo. Pensi davvero che lui...possa. Feci zittire con fatica i pensieri e riacquisì più lucidità. Ogni volta che Justin cambiava umore. In qualche modo mi portava a fare i soliti pensieri. Con Justin ero sempre in "pericolo". Prima sembrava poter cambiare ed essere un ragazzo normale. Ma dall'altra, appena sgarrava qualcosa mi ributtava in faccia tutte le cose che pensavo di lui. I suoi occhi erano fissi nei miei. Come se stesse leggendo ogni cosa. Ma non l'avrai mai permesso. Lasciai che l'indifferenza prendesse il controllo. Mi allontanai. A quel gesto si incupii.
Ma se volevo ferirlo. Di certo l'indifferenza non avrebbe servito come si deve. C'era bisogno di qualcosa di più. Non mi sarei lasciata abbindolare. Sorrisi con tutta la dolcezza che possedevo in corpo. I suoi occhi si illuminarono, vedevo la tranquillità e la felicità iniziare a prevalere nel suo sguardo.

-"Justin...io e te non siamo niente. Non siamo nemmeno amici, presumo. Solo compagni di classe. Conoscenti. No? Cosa mai potrebbe importarmi di cosa tu potresti pensare su di me. O addirittura nascondere?"

Dissi continuando a sorridere. Incrociai le braccia. Il suo sguardo si spense. In quel momento la sua espressione cambio totalmente. In un primo momento pensai d'aver esagerato. Ma sinceramente...cosa mai...avrebbe potuto interessami. No?
Vidi della malinconia mischiata a del dolore attraversare i suoi occhi. Per pochissimi secondi. Poi niente. Non vidi più niente. Silenzio. Il vento soffiava leggermente. I miei capelli si spostavano leggermente mentre il suo non reagire mi metteva altrettanto ansia. Strinse la mascella conficcando le unghie nelle mie braccia. Guardai altrove cercando di distrarmi e di provar a pensare a qualcos'altro. La sicurezza mi stava svanendo. Sospirai. Ero stanca di questi continui giochi. Forse sono io quella strana. Che vede tutto sbagliato. Forse non sto guardando oltre come dovrei. Ma non riesco.

-"senti...è meglio andare via. Anzi devo andare...è tardi. Per le ripetizioni faremo un altra volta...mi dispiace"

Sussurrai le ultime parole.

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