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Justin P.O.V

Tra qualche giorno sarebbe stato il compleanno di Kia. Avevo in mente una bella sorpresa per lei. Volevo portarla al mare. Volevo farla uscire un po', farle prendere aria nuova. Avevo già tutto organizzato e pronto. L'unica cosa che mancava era l'arrivo di quella preziosa data. Volevo farle passare il più bel compleanno della sua vita, il migliore che potesse avere. Dopo tutto i 18 anni sono una delle tappe più belle della vita, no? Troppa enfasi?. Ma cosa ci posso fare. Quando si tratta di Kia tutto diventa di vitale importanza. Tutto prende una piega più intensa. Tutto deve essere perfetto. Insomma, Kia per me é la perfezione. Il mio stereotipo di perfezione, bellezza, vitalità, forza, coraggio...amor- insomma! Rappresentava tutto...per me. Mi sono reso conto di non poter stare senza di lei...
Una sensazione orribile. Il vuoto. Ma non il tipico vuoto, quello che si prova lasciando un amico, un famigliare o qualsiasi altra cosa. Ma un vuoto più opprimente, che ti costringe ad accasciarti nei meandri della tua anima. Mentre il cuore urla, urla con tutta la forza che ha cercando di attirare la sua attenzione, come per dire: "Hey...sono qui! Non andatene. Rimani con me". Potrebbe sembrare da pazzi, ma è così. Avere il costante desiderio di sentire il suo calore, il suo profumo, la sua voce, i suoi occhi, le sue labbra, il suo sorriso, le sue mani intrecciate alle mie, il suo corpo stretto al mio, i suoi gemiti, il suo sapore, il suo ansimare...Dio. Al solo ricordo di quei momenti mi sento come rinato, come una persona migliore. Con lei stavo veramente bene. Sentivo la sua mancanza con tutto. E cercavo in ogni cosa, qualcosa che la rappresentasse. Anche una semplice situazione, un semplice movimento, qualsiasi cosa cercavo di collegarla a lei. Al solo pensiero di stare con Kia, solo a dire il suo nome e sapendo che è a così pochi metri da me...mi fa sentire vivo, e non la persona che ero. Sento che la parte più oscura è terribile del mio animo, con Kia vicino a me, non possa più tornare per uccidermi in agonia e con lentezza. E tutto questo mi spaventa. Per il semplice fatto che so, d'aver un disperato bisogno di lei. Sempre. Questo vuol dire che da solo...non riuscirei a stare. Justin, andiamo! Non esagerare! Non hai bisogno di così tanto. Riusciresti a stare senza di lei con fin troppa facilità.
Sospirai buttandomi all'indietro, il mio corpo rimbalzò contro il mio letto. Subito la mia schiena si rilassò come tutto il mio corpo. Chiusi gli occhi respirando profondamente mentre le mie braccia si mossero verso l'alto catturando il fresco della trapunta. Lasciai le mie gambe a penzoloni. Sospirai, nuovamente, lasciando sfuggire un sorriso al solo ricordo del giorno, in cui mi beai del suo sapore e dei suoi, innumerevoli, gemiti e ansimi. Il mio corpo venne attraversato da una scossa carica di piacere e felicità. Al solo ricordo d'averle causato così tanto piacere, ripagava il mio. Mi morsi il labbro avendo paura a continuare la montagna di pensieri, che indisturbati, si facevano largo in tutta la mia mente. Il mio corpo reagiva in modo strano quando pensavo a lei. Come il cuore. La testa. Cosa mi sta facendo questa ragazza...
Sta di fatto, che sta succedendo qualcosa di strano. La mia espressione si fece seria e tirata. Kia mi sta evitando...questo non va bene.
Già, mi stava evitando. Il rumore dell'acqua mi fece ricordare più nitidamente il motivo. Serrai la mascella. Che l'avesse fatto...per pietà? Per sdebitarsi? Per...paura che potessi ricattarla? Per...
Justin ovvio che l'ha fatto per pietà. Dopo tutto, non sei in grado di renderla felice. Tu sei l'ultima persona che può regalare felicità ad un altra, tu non puoi possederla. E tanto meno potrai avere Kia. Ti sta evitando perché gli fai schifo. Gli fai schifo, mi sembra ovvio. Perché mai avrebbe queste reazioni così strane?
Non sarai mai niente per lei, neanche la fonte di un minimo pizzico di piacere. Cosa pretendi, non sei in grado di rispettare te stesso, rendere felice te stesso...fare del bene a te stesso. Cosa credi? Di riuscire con lei? Lei non prova niente per te! E non proverà mai niente! Quello che sei e che dici di essere stato, le farà sempre schifo. Come può qualcuno pensare che tu sia un bene? Come?!
Fai del male! E non hai la minima idea di cosa siano i sentimenti! Pensi davvero di poterli donare a qualcuno? Tu non hai un cuore. Tu non hai un anima. Ricordi? L'hai promesso a te stesso, che non saresti più stato...quello che eri prima che tutto cominciasse. Ricorda il motivo. Ricorda Justin. Ricordati la tua colpa. Distruggiti, perché nessuno verrà a salvarti. Nessuno ti vorrà mai nella sua vita. Nessuno potrà mai provare amore per te. Nessuno.
I miei occhi si velarono di lacrime. Sei patetico! Piangi? Ti sei rammollito! Chi cazzo sei?! Mmh?! Un bambino?! Pensi che qualcuno voglia un bambino al suo fianco!?
Sentii la nausea attanagliarmi lo stomaco e la gola. La mia vista si offuscò. Mi alzai bruscamente. Il panico iniziò ad invadere ogni mio singolo pezzo di pelle. Ogni mio senso. La rabbia stava iniziando a prevalere sempre di più portandomi ad un buco nero è pieno di dolore. Sentivo uno strano calore, carico di negatività, avvolgere il mio corpo fasciando i miei muscoli. Sentivo il mio viso tirarsi come i muscoli. Devo andarmene. Non volevo che Kia mi vedesse in questo modo. Che potesse vedere quello che più odiavo di me. Non era così che volevo finire. Non era così che volevo essere. Perché la mia forza si rivoltava contro di me? Perché dovevo crollare contro me stesso. Perché non potevo vincere? Sei debole. È tale resterai!
Chiusi gli occhi avviandomi verso la porta. I miei passi erano pesanti e lunghi. Quando arrivai alla maniglia l'afferrai sentendo un brivido di freddo. Mi fermai ascoltando il suono dell'acqua placarsi. Di nuovo quella sensazione di vuoto si attanagliò al mio essere. Per quanto potesse fare male, per quanto potesse darmi fastidio...sorrisi. Anche se quel sorriso era carico di amarezza e dolore. Era l'unica cosa che mi ricordava, che forse, ero ancora umano.

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