7.

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Justin P.O.V

Sangue. Rabbia. Odio. Possessione. Gelosia. Adrenalina. Paura. Viaggiavano nelle mie vene. Il mio corpo era rigido e carico di ogni male possibile. I miei pugni serrati con forza si scagliavano contro la faccia di Luke mentre mi pregava con lo sguardo di fermarmi.
PATETICO!
In vano cercava di parare i miei colpi ma così aumentava solo la mia rabbia e la mia voglia di ucciderlo.
Come osava, come cazzo osava. Toccare le cose che avevo già toccato io, guardare le cose che avevo già guardato io. COME OSAVA. L'adrenalina nel mio corpo aumentava sempre di più, i miei pugni si scagliavano contro il viso di Luke.

il professore iniziò a fischiare e la mia squadra andò nelle varie direzione per difendere e attaccare. Con lo sguardo ispezionai la zona cercando di formare uno schema preciso per braccate e distruggere la squadra di quel pallone gonfiato. Mentre cercai  di schematizzare una voce mi scosse bruscamente.

-"KIA E TUA!"

Mi voltai e vidi una ragazza passare la palla velocemente a Kia, spostandosi verso il lato destro vicino al canestro. In quel momento i miei occhi si incatenarono a lei guardandola con attenzione, osservando i suoi movimenti. La vidi girare su se stessa e sorpassare Luke con abilità è un sorriso dolce è soddisfatto aprì il suo viso. Distrattamente spostai lo sguardo su Luke e lo vidi correre verso Kia sorpassandola e andandogli avanti, non so cosa mi fece scattare ma inizia a correre verso di loro captando le cattive intenzione di Luke. E quando vidi la scena andai su tutte le furie. Kia cadde a terra con la maglietta strappata alla quale si poteva notare il top sportivo e la sua pelle nuda.•

Quando tornai alla realtà mi accorsi che Luke ormai non si muoveva più e del sangue iniziava a crearsi intorno alla sua testa creando una pozza. Tutto questo mi fece sorridere, un sorriso freddo carico d'odio e di cattiveria. Solo in quel momento le urla delle persone entrarono nelle mie orecchie. Infastidito mi accorsi che dai miei pugni colava sangue. Luke mosse la testa respirando malamente mentre sputò sangue. Con lentezza mi abbassai al suo orecchio e sussurrai con glacialitá le parole.

-"d'ora in po quando mi vedrai ti sposterai di lato e cambierai strada. D'ora in poi ogni cosa che guarderò e toccherò tu non la potrai neanche respirare. Hai toccato una cosa per me valorosa, non ti lascerò insudiciare con le tue mani le mie cose preziose. Che sia ben chiaro perché non ho problemi a finire quello che sto facendo e farti chiudere per sempre gli occhi. Chiaro?"

Dissi duramente e tagliente. Un lieve gemito lasciò le sue labbra e lo presi come un sì. Lo guardai con altro odio e disgusto e alzai ancora il pugno gocciolante del suo sangue per sferrarlo e finirlo ma qualcosa mi tirò via dal corpo di Luke. Mi trascinò fuori dalla folla mentre si chiuse intorno al mal capitato. Il mio corpo non reagiva. Come se sapesse chi fosse quella persona. Mi voltai infastidito e quando il suo profumo arrivò alle mie narici i miei muscoli si rilassarono e la mia rabbia sparì subito incidendo nell'anima una calma allucinante. Kia. La sua presa si fece più forte sul mio braccio, lo scossi leggermente e per via del sangue la sua mano scivolò nella mia, la strinsi beandomi della situazione in cui ero. Ma non la vidi reagire, il suo corpo era rigido. I suoi passi mi portarono verso il corridoio vuoto della scuola. Non sé ne sta accorgendo?
Sorrisi e la strinsi ma in quel momento si voltò verso di me strappando la sua presa sulla mia. Un brivido di freddo mi percorse la spina dorsale. Quando guardai i suoi occhi mi accorsi del terrore che viaggiava in essi, vedevo lo sforzo che faceva nel provare a mascherarlo ma con vani tentavi. Si guardò le mani e la vidi deglutire faticosamente, la vidi tremare mentre spostò lo sguardo sulle mie mani. Altrettanto è più sporche. In quel momento la realtà mi colpì in pieno come uno schiaffo è un pugno messi insieme. No ti prego, ti prego non aver paura di me. Ti prego non esser arrabbiata.

-"hai paura? Sei arrabbiata?"

La mia voce uscì rigida e roca. Presto il mio sguardo assunse le stesse sembianze fredde. Dopo un po' di secondi spostò anche lei gli occhi su di me e li vidi cambiare totalmente. Divennero più scuri e freddi mentre lasciò cadere le braccia ai fianchi. La vidi aprire la bocca ma da essa non uscì suonò. Cercai il suo sguardo ma era perso anche se puntato sul mio. Poi infine parlò.

-"no, so difendermi da sola. Sei un vero coglione potevi ucciderlo, TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE HAI FATTO. HAI CREATO IL CAOS, LO STAVI PER UCCIDERE SE NON TI AVESSI TIRATO VIA. GLI AVRESTI SPACCATO IL CRANIO SOLO PER LA CAZZATA CHE HA FAT-"

Non la feci finire che la sbattei violentemente al muro facendola tacere per il dolore. La vidi spalancate gli occhi e aprire leggermene le labbra. Mi guardò fredda e seria togliendo l'espressione del dolore. Sbattei le mani sul freddo metallo facendola sussultare. La guardai serio e attentamente.

-"forse non hai ancora capito il messaggio di ieri mattina, io faccio quello che voglio e ottengo sempre quello che voglio. Il tuo "non voglio" mi inciterà ancora di più a venirti in contro"

Sorrisi in modo malizioso è cattivo mentre la vidi infuocarsi di rabbia. Con le mani mi spinse ma senza risultati. Avvicinai il mio corpo. Avvicinai il mio viso fino a sfiorargli l'orecchio mentre lentamente percorsi le sue braccia morbide e delicate raggiungendo i polsi. Nel momento in cui si accorse del tutto iniziò a muoversi cercando di tirarmi un pugno ma in quel momento alzai i polsi sbattendoli sul metallo. Chiuse gli occhi lasciando uscire un sospiro dalle sue morbidi labbra carnose. Mi soffermai su esse ma quando lei aprii gli occhi la guardai in modo freddo.

-"J-Justin lasciami"

Gemette mentre lentamente avvicinai il mio viso al suo collo, il suo dolce profumo di rosa e vaniglia mi inondò le narici. Le mie labbra vennero a contatto con la sua pelle calda e la vidi tremare. Aprì gli occhi sorridendo lasciandoli baci sul collo andando verso l'orecchio. Mi staccai e gli sussurrai.

-"sarai mia, per sempre. Non ti lascerò andare"

Sorrisi attaccando violentemente i nostri corpi. La sentì urlare leggermente mentre le mie labbra si posarono feroci sul suo collo. La sentii ansimare quando iniziai a succhiare e leccare la parte di pelle. Cercò di dimenarsi e sottrarsi dalla mia presa ma questo aumentò solo la mia forza nel tenerla. La sentì gemere mentre le strinsi ancora i polsi. Poi mi staccai osservando il marchio. Perfetto. Ci soffiai sopra e sorridendo mi staccai da lei. Quando fissai gli occhi su di lei. La sorpresi in lacrime. No...

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