34.

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L'aria fresca colpiva il mio viso dandomi una sensazione di pace e serenità. Justin camminava al mio fianco. Teneva salda la mia mano. Dal giorno del bacio passarono si è no due giorni. Ammetto che stando in presenza di Justin era davvero difficile rimanere lucidi. Avevo continui mal di testa. Alcune volte le immagini che avevo nella mia testa si schiarivano, ma non abbastanza. Più provavo a capire e più tutto mi si rivoltava contro in modo doloroso. Guardai il ragazzo al mio fianco. Il suo ciuffo biondo platino ricadeva di lato muovendosi leggermente per via del vento. Sul collo si poteva notare uno dei suoi tatuaggi, la scritta: Patience. E anche le bellissime ali più indietro. Amavo quel tatuaggio. Come, tra l'altro, tutti quelli che aveva. Il suo viso era rilassato e tranquillo. Lo sguardo era serio ma allo stesso tempo sereno. Era vestito con una maglietta bianca leggera che lasciava intravedere i suoi muscoli e anche, ovviamente, i suoi marchi color inchiostro. Portava dei jeans leggermente aderenti neri con degli strappi alle ginocchia e sulle cosce. Infine una giacca in jeans. Quanto può essere bello. La sua mano era calda e stringeva la mia con delicatezza ma allo stesso tempo con fare possessivo. Mi sentivo protetta. Ma allo stesso tempo, tremendamente, confusa. La mia mente era in continua lotta con tutto il mio corpo. Sentivo come un distacco tra le due parti. Avete mai quella sensazione di star sbagliando, e di star continuando a sbagliare. Quella orribile sensazione non faceva che giocare dentro di me, aspettando, famelica, che qualcosa succedesse per mettere fine hai miei dubbi. Come facevo a non ricordarmi di Justin? Cosa centrava col mio incidente? Ma la vera e la più importante delle domande è...che incidente? Avevo il terrore di chiedere cosa fosse successo. Sentivo che se l'avessi fatto sarei crollata. Una sensazione di oppressione e di angoscia, calcava sul mio cuore cercando di soffocare i suoi respiri, quando provavo a pormi quella domanda. Sospirai. Justin si voltò verso di me.

-"hey piccola...tutto bene?"

Sussultai nel sentire la sua voce. Mi voltai verso di lui. Gli sorrisi cercando di non mostrare le mie domande, che come serpenti stringevano il mio corpo impedendomi di far qualsiasi cosa. Il suo sguardo mi scrutò in modo attento. Adoravo il suo sguardo. Il suo modo di osservarmi. Il suo modo di leggermi. Con lui mi era impossibile nascondere. Una scossa mi trapassò lo stomaco. Voltai il mio sguardo verso le mattonelle di cemento.

-"Kia, hey, fermati"

I miei passi si arrestarono quando le sue mani intrappolarono le mie braccia facendomi voltare verso la sua potente figura. Lo guardai. Mi osservò con uno strano è angosciante desiderio di capire quello che mi stesse passando per la testa.

-"so che vuoi delle risposte...so che non mi credi in alcune cose. Lo vedo da come ti atteggi nei miei confronti. È da come fai fatica a tenermi la mano...o soltanto a starmi vicino..."

Ed era vero. Per quanto mi sforzassi ad essere quello che Justin aveva detto che fossi, per me era impossibile. Non sentivo di appartenere a nulla. Ma da una parte, una parte profondamente nascosta dentro di me. Chiusa in cassaforte è dimenticata dietro al mio cuore, c'era una piccola speranza in cui tutto fosse vero, e che mi sarei dovuta rilassare e godermi i miei momenti con lui. Sentivo che una parte di me desiderava avere il suo contatto. Le sue attenzioni. Le sue carezze. I suoi baci inaspettati. Sentivo che c'era. Ma da una parte la volevo e dall'altra qualcosa mi strappava da quella sensazione portandomi solo alla confusione e alla non chiarezza. Si, volevo risposte. Ma a che scopo? Tornare a soffrire? Tornare a veder tutto in modo diverso?
Ero felice. Felice di star, col mio presunto fidanzato, Justin. Felice di vivere dei momenti con lui. Di, quasi, convivere con lui. Ma sentivo che c'era vuoto in tutto questo. Come se qualcosa dovesse essere chiarito.

-"Kia..."

La sua voce mi riportò alla realtà. Sbattei le palpebre più volte focalizzandomi sulla sua figura. Mi morsi il labbro inferiore. La sua traiettoria venne catturata dal mio gesto. Si inumidì le labbra.

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