25.

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Justin P.O.V

Sentivo Kia piangere e urlare. Cercai di fare pressione sul petto della donna per provare a rianimarla. Non dava segni di vita. Cercai in tutti i modi di trovare una soluzione. Kia era al dir poco disperata. Cercai di alzare lo sguardo verso di lei. Quando la vidi il mio cuore perse battiti. Il suo viso era scosso da singhiozzi come il suo corpo. Il trucco era completamente colato e gli occhi erano ricolmi di lacrime che continuavano ad uscire. Non l'avevo mai vista così fragile e debole. Piangeva a urlava guardando sua nonna. All'improvviso qualcuno entrò dalla porta. Ero così preso che non avevo sentito arrivare L'ambulanza. Mi spostai lasciando che i paramedici facessero tutto. Andai subito da Kia.

-"Kia andrà tutto bene. Respira"

Il suo viso divenne pallido di colpo. I suoi occhi persero lucidità e si chiusero. Il suo respiro iniziò ad aumentare come se fosse a corto di aria. Il panico prese la meglio su di me. La presi in braccio velocemente.

-"piccola no no no no. Hey"

Uno dei paramedici mi vide.

-"la ragazza è svenuta. Attacco di panico. Ha avuto un collasso"

Disse dirigendomi verso l'ambulanza. Entrai con Kia in braccio e la appoggiai di fianco a sua nonna sulla barella libera.

-"...andrà tutto bene"

Kia P.O.V

-"la ragazza sta bene...sua nonna...i paramenti di vita sono troppo bassi. Non credo che supererà la giornata...mi dispiace tanto per la ragazza. Non ha nessun altro parente..."

La testa mi scoppiava. Sentivo il corpo pesante. L'unica cosa che sentivo era l'angoscia e la malinconia attanagliare il mio stomaco e tutto il mio essere. Gemetti provando a muovermi.

-"Kia...Dio Kia apri gli occhi...piccola"

Lentamente provai ad aprire gli occhi. Mi alzai lentamente col busto issandomi con le braccia. Incrociai le gambe mettendo le mani sul viso. Le lacrime iniziarono ad uscire automaticamente. Singhiozzai voltandomi e osservando la stanza.

-"oh piccola, vieni qui"

Delle mani forti mi strinsero ad un corpo caldo. Scoppiai nuovamente a piangere stringendo forte la roccia che mi stava sorreggendo. Il suo profumo entrò nelle mie narici dandomi un senso di calma e tranquillità.

-"Justin dov'é?..."

Sussurrai con voce debole. Lui mi strinse.

-"è nella stanza numero 53...dei dottori stanno cercando di aiutarla in tutti i modi possibili...non ti pre-"

-"NON TI PREOCCUPARE?!"

Urlai. Mi spostai bruscamente dal suo corpo guardandolo negli occhi. Solo ora mi accorsi che erano rossi e stanchi. Sospirò osservandomi.

-"NON PUOI LONTANAMENTE CAPIRE COME MI SENTO...NON SAI COSA HO DOVUTO PASSARE IN TUTTI QUESTI ANNI! LEI È L'UNICA CHE MI RIMANE! NON HO PIÙ NESSUNO!"

Il suo sguardo si paralizzò sulla mia figura. Perse vitalità per qualche secondo. Non potevo perdere tempo. Stavo sprecando troppo tempo. Era tutta colpa mia. Se fossi stata con lei l'avrei potuta aiutare. Avrei potuto prevenire tutto. Invece mi sono lasciata andare alle stronzate della adolescenza. Scesi dal letto velocemente. Non avevo più forza. Facevo fatica a sorreggermi. La testa iniziò a girare.

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