16.

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Guardai il ragazzo che era alle mie spalle e che scrutava i miei occhi. Sentii il corpo fremere per i brividi.
Vi chiederete: ma non sei imbarazzata ad essere mezza nuda davanti a lui?
No. Stranamente no.
Respirai a fatica cercando di controllare il battito cardiaco ormai andato a putta- biiiip.
I suoi occhi mi incatenarono nuovamente, riuscii a sentire il suo respiro sul mio collo e questo mi fece desiderare la sua vicinanza. La sua pelle contro la mia pelle. Mandai giù un gruppo di saliva. Il suo sguardo era serio, freddo. Sembrava in una sorta di trance...come all'inizio. A scuola nei corridoi.
All'improvviso mi prese i fianchi e respiro sulla mia pelle attraverso le labbra. A quel contatto mi scappò un sussulto. Avvicinò ancora di più i corpi facendomi provare calore. Chiusi per pochi secondi gli occhi aprendoli subito dopo.
Sto sbagliando? Gli sto davvero dando l'opportunità di starmi così vicino?.
Sto davvero cercando di dargli una possibilità? Sto vedendo davvero del buono? Sto rimangiando quello che penso su di lui? Ne sono sicura?.
Domande. Domande su domande.
Guardò il mio collo e avvicinò leggermene le labbra. Mi guardò come per chiedermi o dirmi qualcosa. Inconsciamente acconsentì. Mi baciò il collo accarezzando i fianchi in modo dolce. Gemetti inclinando di più la testa e lasciandoli più spazio. Le sue mani accarezzarono ancora i fianchi andando poi verso la pancia e il basso ventre. Dei brividi di piacere mi fecero gemere e fremere.
Mi baciò più volte il collo salendo sulla mascella e scendendo verso la spalla. Una mano si fermò sulla mia pancia accarezzandola mentre l'altra lentamente scendeva.
Gli sto davvero dando il permesso di toccarmi?...sto sbagliando.
Nel mio inconscio sapevo che stavo facendo questo solo per ringraziarlo del favore che mi aveva fatto...ma stavo sbagliando.
Gli fermai la mano aprendo gli occhi.

-"no...è sbagliato, non roviniamo tutto adesso"

Sussurrai le ultime parole. Mi guardò negli occhi per qualche secondo per poi abbassarli sulla mia spalla. In quel momento sentii quanto il suo respiro fosse pesante e ansimante. Uno strano calore piacevole e fastidioso si espanse in tutto il mio corpo. Repressi un sorriso. Mi baciò la spalla e si voltò velocemente andando fuori dal bagno e chiudendo la porta.
In quel momento lascia uscire un sospiro di sollievo e mi accorsi solo ora di non riuscire a respirare correttamente. Mi guardai allo specchio e notai d'essere diventata rossa. Le pupille erano dilatate mentre la gote e il collo erano rosse.
Il caldo.
Il cuore batteva forte e martellava nella gabbia toracica.
L'ansia, sicuro.
La mia pelle era bollente. Le mani tremavano leggermene.
Il caldo e l'ansia ovvio.
Respirai profondamente.
Speriamo.

🦋🦋🦋

-"come hai fatto a cadere dallo sdraio!, sei serio!"

Risi piegandosi in due dalle risate e rischiando di sboccare fuori la brioche e il cappuccino. Il ragazzo davanti a me era nelle mie stesse condizioni se non peggio.

-"mi è volata un ape addosso, UN APE?! Ti rendi conto?!"

Quasi urlò mentre rideva ancora più forte. Mi piegai ancora di più sentendo seriamente la colazione salirmi.

-"basta ti prego"

Dissi quasi cadendo a terra. All'improvviso sentii il cellulare vibrare. Mmh? Strano che fosse in vibrazione...ah già Justin l'ha manovrato a suo piacimento. Alzai gli occhi al cielo ironicamente. Guardai chi fosse. Kate. Una strana sorta di panico mi invase le vene quando la chiamata si spense e vidi quante Me ne aveva lasciate. 20! 20 chiamate perse.
La mia dea interiore si mise a sfogliare una rivista di bare e ad ispezionare i vari vasi per le ceneri.

-"Kia...Kia stai bene sembri così pallida!"

Disse con tono di preoccupazione, mandai giù un groppo di saliva e schiacciai il tasto richiama. Dopo nemmeno due secondi la chiamata venne accettata.

-"Hey...Kat-"

-"SOTTO SPECIE DI MAIONESE ANDATA A MALE CON CONTORNO DI PESCE AVARIATO, COME OSI NON RISPONDERE ALLE MIE CHIAMATE DOPO UNA SERATA IN DISCOTECA. E SI, SO CHE MI HAI SCRITTO MA CHE NE SO SE SEI TU O UN MANIACO ASSASSINO?!"

Le sue urla si espansero nel mio orecchio arrivando al cervello e facendomelo esplodere all'interno della testa. Allontanai l'oggetto in questione. Strinsi gli occhi e quando non sentii più le urla provai a parlare.

-"Kate, buon gior-"

-"BUON GIORNO STO...NON FARMI PARLARE VA! TU...Dio ti vorrei strangolare! Stai bene?!"

-"si...sto bene non ti preoccupare"

Risi mettendo una mano nei capelli e respirando affondo. Iniziò a parlare ma il mio sguardo si perse totalmente nel vuoto. Il motivo? E chi cavolo lo sa. Beh non esattamente. Erano successe davvero tante cose in una settimana che era impossibile riuscire a capire se si stava bene o meno. Là mente era tutta piena di casini e non si riusciva a trovare una giusta via per le domande. Sospirai facendo sbattere la mano sulla coscia.

-"oh...Kia...pronto ci sei?"

-"si! Si, scusa stavo pensando"

-"come tuo solito, è da tutta la settimana che sei persa. Ma che ti succede?! Si tratta di Justin?! Giuro che lo ammazzo vivo quel coso! Se ti ha fatt- Dio giuro che lo ucci-"

-"no...non ha fatto niente, credo. Comunque..."

Mi voltai e lo vidi fissarmi. La sua espressione era vuota. Spero non abbia sentito nulla. Gli sorrisi titubante.

-"comunque adesso dove sei? Facciamo colazione insieme così mi racconti un po' "

-"ehm...ho già fatto colazione, che ne dici se oggi pomeriggio andiamo a fare shopping. Facciamo verso le 4:00"

-"eh...va bene. Sappi che riuscirò a capire cosa frulla in quella testa"

La sentii ridere. Dopo gli ultimi saluti attaccai. Tirai un sospiro di sollievo. Solo in quel momento mi ricordai d'essere con Justin

-"io, scusa davvero, sai no"

Dissi ora immersa nel l'imbarazzo. Mi mossi sulla sedia sentendomi vagamente nel panico. Il suo sguardo era strano e seguiva il mio. Guardai l'ora.

-"ehm è tardi dovrei tornare a casa, mia nonna si starà chiedendo che fine o fatto. Scusa, beh è stata una bella giornata...e grazie ancora per tutto"

Mi alzai velocemente sbattendo contro i tavolini e facendo cadere ogni cosa. Non si mosse. Iniziai a provare ansia.

-"va bene"

Dopo svariati secondi riuscì a ricevere qualche parola da parte sua. Lo guardai. Gli avrei voluto dire che mi dispiaceva. Ma preferì stare zitta.

-"sarebbe bello se rimanessi con me"

Mi voltai di colpo sbattendo contro il cameriere che stava passando con un vassoio di succo. Fortunatamente non cadde nulla.

-"ehm scusi non volevo, la prego mi scusi!"

-"non c'è problema"

Disse tranquillo. Dio sto combinando casini su casini.

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