Prologo.

7.8K 126 19
                                    


«Kevin, dai, ti prego, facci andare!» lo prega con voce lamentosa mia sorella.

«No, Zoe, non se ne parla. Non ci casco di nuovo, l'ultima volta che ti ho permesso di andare ad una festa del genere sei tornata completamente ubriaca e mezza nuda. E poi sei ancora in punizione per aver saltato la scuola più di una volta senza dirmi niente.» risponde mio fratello, irremovibile.

«Kevin! Ti prego, verrà anche Katie con me, mi controllerà lei. Pensa anche a lei, poi. Non esce da questa casa, oltre che per andare a scuola, da quando sei il nostro tutore.» ci prova ancora, inutilmente. Io continuo a stare seduta in un angolino aspettando che l'ennesimo litigio finisca. Da quando sono morti i miei due anni fa i miei fratelli non fanno altro che litigare. Kevin che ha 25 anni ed è diventato nostro tutore, cerca di tenerla a bada mentre mia sorella gemella diventa ogni giorno più ribelle e incontrollabile. Io, da parte mia, cerco di trovare un accordo tra i due, di mettere un po' di pace in quella casa, ma sfortunatamente non sempre ci riesco.

Quando iniziano ad urlare e a volare insulti, decido di andare in camera mia e leggere un libro. Di solito questo genere di discussioni finiscono nel giro di mezz'ora con un ultimo insulto da parte di mia sorella e la porta che sbatte.

E, anche questa volta, va come ho previsto.

Infatti, Zoe entra come una furia in camera da letto sbattendo la porta alle sue spalle.

«Non lo sopporto più! Chi si crede di essere?! Non è mio padre, non può decidere niente della mia vita!» urla camminando freneticamente nella stanza per poi buttarsi sul letto. Chiudo il libro, preparandomi alle solite lamentele post-litigio.

Resta in silenzio per un paio di secondi e poi si siede in mezzo al letto.

«Sai che ti dico? Ci andremmo lo stesso a quella dannatissima festa.» si alza e apre l'armadio cacciando vari vestiti, incurante della confusione che sta creando nella stanza.

«Zoe, ti prego, smettila. Kevin è stato fin troppo chiaro, tanto non volevo neanche andarci a quella stupida festa.» dico legando i capelli in un codino con un elastico.

«E dimmi, quando mai tu hai voglia di uscire?» mi guarda alzando un sopracciglio. Ricambio lo sguardo e poi sbuffo rendendomi conto che ha ragione.

«Da quando sono morti mamma e papà non fai altro che studiare, leggere e ascoltare musica. La devi smettere, sei giovane e bella e abbiamo solo 17 anni! Vivi finché puoi, Katie.» afferma e io ci penso su. Infondo ha ragione, è da tanto che non esco con amici, quei pochi che ho, o mi diverto un po'.

«Qual è il tuo piano?» chiedo e lei sorride, soddisfatta che le sue intenzioni siano riuscite.

«Lexy sicuramente a breve chiamerà Kevin con la sua solita voglia di cazzo serale, lui correrà dalla sua amata raccomandandoti di tenermi a bada e di chiamarlo se succede qualcosa, e tu, logicamente, mi coprirai e andremo entrambe alla festa. Per fortuna Kevin si fida di almeno una delle due.» dice, sicura che il suo piano non fallirà. In effetti Kevin si fida molto di me e non penserebbe mai che sto scappando con la mia gemella per andare ad una festa senza il suo consenso.

«Okay, potrebbe andare.» acconsento e lei inizia a battere le mani e a saltellare, contenta.

Ci metteremo nei guai, me lo sento.

Come previsto da Zoe, nostro fratello entra in camera dopo una mezz'oretta per avvisarci che uscirà e se ne va senza prima non avermi raccomandato di mantenere tutto sotto controllo.

Appena Kevin esce di casa, Zoe scatta dal letto e prende il vestito che ha deciso di mettersi e poi un altro.

«Ecco, questo potrebbe andare per te.» afferma lanciandomelo. Sbuffo e lo guardo notando che è abbastanza eccentrico. È aderente, corto, con lo scollo a cuore e le bretelle sottili.

The Mistake [Z.M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora