Help.

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«Resterai?» mi chiede e io rimango senza parole. Mi sta chiedendo davvero di restare con lui? Che domanda è?! E'...folle.

Ma ormai sono abituata alla sua follia.

«Non credere che io sia stupido, so bene che non resterai qui per sempre volontariamente...ti sto solo chiedendo se resterai oggi.» mi guarda aspettando una risposta, questo è completamente, assolutamente strano e insensato.

Dovrei già essere fuori da questo appartamento, scappando a gambe levate.

Perché sto esitando tanto?

«Resta ad aiutarmi oggi, poi andrai via. Andrai a casa dalla tua famiglia e dai tuoi amici. Mi hai ricucito una ferita, non sarebbe inutile adesso andare via sapendo che non posso sopravvivere, almeno per oggi, senza nessuno che mi aiuti?» dice e io sospiro chiudendo gli occhi. Ci sto davvero pensando? Cosa c'è di sbagliato in me?

«Se resto solo oggi, mi prometti che mi lascerai libera e che non mi seguirai né mi infastidirai più?» riapro gli occhi e lo guardo per essere sicura che dica la verità.

«Sì.» risponde.

«E che non mi farai niente? Né punizioni, né premi...che mi lascerai stare?» dico con le lacrime agli occhi e non so di preciso per quale motivo.

«Beh, in queste condizioni non lo potrei fare neanche se lo volessi».

«Allora resterò. Solo oggi.» lui sorride e chiude gli occhi, ancora debole.

«Se non fossi ferito...mi avresti tenuta ancora a lungo?» chiedo, stranamente coraggiosa.

«Ti terrei per sempre se solo potessi.» sussurra e mi vengono i brividi.

«Cosa mi avresti fatto?» la voce mi trema e sento le lacrime sulle guance. Tutto questo è assurdo. Sto chiedendo ad un pazzo che mi ha rapita per quattro giorni come aveva intenzione di punirmi o premiarmi se non fossi libera.

«C'erano tante cose in lista.» ridacchia e io sento che potrei vomitare di nuovo se solo avessi ancora qualcosa nello stomaco.

«Mi avresti uccisa?» non riesco più a respirare.

«No. Questo mai. Non l'ho neanche lontanamente pensato. Volevo vendicarmi, ma non così.» risponde, subito serio. Sospiro in parte sollevata e decido di mettermi seduta. Subito mi afferra il polso e io sobbalzo.

«Non andare.» geme per il dolore che gli provoca muoversi. Tolgo la sua mano dal mio braccio e la poggio sul letto.

«Non sto andando via.» mormoro, sorpresa dalla sua reazione.

«Hai vomitato.» cambia argomento e io abbasso lo sguardo.

«Sì.» sospiro.

«Mi dispiace.» sussurra e io sbatto le palpebre per poi alzarmi dal letto ed uscire dalla stanza.

«Pulisco.» balbetto e chiudo la porta dietro di me. Striscio col la schiena contro il legno, infilandomi le mani tra i capelli e inizio a piangere, a singhiozzare e tremare. Non so cosa mi stia succedendo, ma sono spaventata da questa situazione e vorrei solo scappare, uscire da questa casa per non vederlo mai più. Però una parte di me, la parte più stupida, incosciente e pazza, mi spinge a restare. Sento il bisogno di risposte, di spiegazioni, voglio capire perché sono stata rinchiusa in quella stanza per quattro giorni legata ad un letto e picchiata, toccata, baciata, violata e umiliata.

Questa parte di me vuole capire che diavolo aveva in testa quel ragazzo quando ha deciso di rapirmi e torturarmi.

Una parte di me vuole capire cosa si nasconde dietro tutto questo.

The Mistake [Z.M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora