Who.

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«Chi sei veramente tu?»

I suoi occhi scuri mi fissano come mai prima d'ora.

Riesco a vedere la sua frustrazione, la sua rabbia, la sua rassegnazione, ma anche ancora un pizzico di speranza.

Come se non volesse altro che essersi sbagliato.

Ed io vorrei tanto che lui avesse sbagliato.

Invece è vero, io non sono Zoe e non posso continuare a fingere perché è totalmente inutile.

So che è inutile, ma vorrei tanto poter ancora proteggere mia sorella da tutto questo e tenerla fuori da questa folle e assurda storia.

Adesso ha parcheggiato in una stradina isolata e ogni tanto passa qualche macchina. Il silenzio regna e non ho il coraggio di parlare.

Sospiro e fermo le lacrime che provano con insistenza ad uscire dai miei occhi. Stringo i pugni e rispondo cercando di essere convincente.

«Non capisco, lo sai chi sono.» affermo, ma la mia voce trema.

Lui stringe il volante e smette di guardami per poi ridere tra di lui.

«Tu non sei Zoe, tu non sei la mia Zoe.», accenna un sorriso e scuote il capo senza ancora guardarmi, «La mia Zoe ama la musica rock perché con quella si scatena alle feste. La mia Zoe non è debole, non è sottomessa, non è altruista. Non mi avrebbe mai salvato la vita dopo quello che le stavo facendo, non mi avrebbe mai pregato di risparmiare un uomo che la stava per stuprare. La mia Zoe avrebbe preso la pistola che ho messo nel vano portaoggetti e me l'avrebbe puntata dritto alla tempia.» si morde il labbro e scuote ancora la testa « Lo avrei dovuto capire prima. I tuoi occhi, la tua voce, il tuo profumo, il tuo modo di pensare, di agire...sono così diversi, ma sembrava così assurdo. Tu eri davanti a me ed eri tu, sembravi davvero tu, non poteva essere altrimenti. Ma poi...poi hai fatto tutto quello che lei non avrebbe mai fatto ed ho capito. Non so tu chi sia e come questo sia possibile, ma di certo non sei la mia Zoe.» afferma ormai quasi totalmente convinto. Conosce bene mia sorella, forse infondo l'ha amata sul serio, per questo non posso continuare a fingere. Non avrebbe alcun senso. Lui ormai sa che non sono lei e non posso fare niente per convincerlo.

«Hai ragione, non sono lei.» dico e respiro a fatica.

I suoi occhi si aprono leggermente, come se infondo sperasse che io lo contradicessi. Sospira e abbassa lo sguardo restando immobile per alcuni secondi. Improvvisamente colpisce il volate facendomi sobbalzare, sento il cuore in gola e le mani mi tremano.

«Chi sei?» mi chiede e la sua voce suona estremamente pungente.

«Sono la sua gemella...Katie.» rispondo a fatica, mentre provo a ricordarmi come si respira. La macchina mi sembra sempre più piccola e mi manca l'aria.

«Perché diamine non me lo hai detto subito?!» urla e indietreggio a tal punto da sbattere contro lo sportello.

«Non mi avresti creduta in ogni caso.» mi asciugo una lacrima dovuta alla tensione del momento. Odio piangere senza un motivo preciso.

«Tu sei fuori di testa! Avresti dovuto dirmelo! Dio, sono stato così stupido. Come ho fatto a non capire che non eri tu? È così evidente.» inizia a sbraitare e urlare ed io divento sempre più piccola. Che fine farò adesso? Cercherà anche mia sorella? O mi ucciderà e lascerà perdere tutto?

«Non sapevo neanche che avesse una sorella, figuriamoci una gemella! Pensavo che non avesse una famiglia. Se solo si fosse aperta leggermente a me, invece no, è così fottutamente stronza.» continua e io preferisco rimanere in silenzio. Ho paura di dire qualsiasi cosa, preferisco che sbollisca la rabbia prima.

The Mistake [Z.M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora