Stitches.

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Quando riapro gli occhi, Zayn non è più al mio fianco.

Aspetto che si presenti con la colazione o per portarmi in bagno, ma di lui non c'è neanche l'ombra.

Arriva la sera e lui ancora non si è fatto vivo.

Non è suo solito e inutile dire che questo mi agita molto.

Se stesse organizzando un modo per sbarazzarsi di me?

Forse si è reso conto che è troppo rischioso tenermi e vuole uccidermi per poi nascondere il mio corpo in un bosco o cose del genere.

Cala la notte e l'ansia cresce.

Resto sveglia quasi tutta la notte, con la paura che Zayn entri nella camera e mi uccida mentre dormo.

E' quasi l'alba quando Zayn barcolla nella stanza, sembra ubriaco.

Si butta su letto e geme, ansimando.

Lo guardo con attenzione e noto un pezzo di maglia sul fianco impregnato di sangue. Sento un colpo al cuore e il sangue mi si gela nelle vene.

«Oh mio dio!» urlo, respirando affannosamente. «Z-» mi correggo, «Cosa è successo?!» grido, in preda al panico.

Geme, senza rispondermi e io non so che fare.

«Oh mio dio.» ripeto, senza parole.

Infilo le mani tra i capelli provando a ragionane. Lui sussurra qualcosa che non riesco a capire, sbatte le palpebre per poi infilare la mano tremante in tasca e cacciare una chiave. E' la chiave per aprire la mia manetta. Lo fisso, ancora senza parole e confusa. Zayn geme e stende il braccio verso di me incitandomi a prenderla.

Lo faccio e mi libero per poi scendere dal letto. Non posso crederci, sono libera.

Ho l'opportunità di scappare, di tornare a casa, di poter riabbracciare la mia famiglia e riprendere la mia vita.

Guardo verso Zayn che con la mano stringe la ferita macchiandosi le dita di sangue.

Perché dovrei restare e aiutarlo? Perchè dovrei rinunciare alla mia libertà per aiutare un pazzo che mi ha rinchiusa in una squallida camera, mi ha tenuta legata come un cane e mi ha umiliata per quattro giorni?

Mi volto verso la porta della stanza, il cuore mi batte forte mentre avanzo verso l'uscita. Afferro la maniglia, riesco a respirare l'odore della libertà, la speranza mi riempie i polmoni e il sangue scorre veloce nelle mie vene. Abbasso la maniglia e apro la porta con la gioia nel petto e le lacrime agli occhi.

Guardo alle mie spalle un'ultima volta e incontro i suoi occhi.

Il suo petto si alza e abbassa velocemente, affaticato.

Osservo come la sua vita sta lentamente evaporando dal suo corpo per perdersi nell'aria cupa della stanza.

Voglio davvero lasciarlo morire?

Posso abbandonarlo su un letto mentre muore dissanguato?

Posso sopravvivere con questo senso di colpa?

Sospiro e una lacrima scende sul suo volto prima che i suoi occhi si chiudano.

Richiudo la porta del mio inferno e corro verso la scrivania iniziando a frugare nei cassetti.

So che me ne pentirò presto.

Trovo delle bende e acqua ossigenata.

Torno da lui e lo tiro più su, facendogli poggiare la testa sul cuscino. Lui geme e boccheggia.

The Mistake [Z.M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora