Crazy.

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Tutto il giorno mi lascia da sola nella camera e mi sembra di impazzire.

Conosco ogni angolo del soffitto e di questa stanza, ho contato una ventina di volte quanti buchi ci sono nelle pareti e non so più come distrarmi dal pensare a Zayn e a quello che è successo stamattina.

Io volevo che mi baciasse, mi toccasse, volevo sentirlo sul mio corpo e questo non è per niente normale.

Dovrei odiare tutto ciò che mi fa, tutto ciò che dice, dovrei piangere, urlare, soffrire quando mi stringe, mi dice cose sporche o mi bacia con insistenza. Invece cosa faccio? Gemo come una sgualdrina e mi aggrappo alla sua schiena. 

Non ce la faccio più a stare qui, a fottermi il cervello pensando e senza poter fare niente per salvarmi la pelle. 

Sarò bloccata qui, chissà per quanto tempo.

Forse per il resto dei miei giorni.

Sospiro e mi rigiro nel letto.

Ha davvero molti tatuaggi, mi chiedo se tutti hanno un significato per lui o sono solo dei bei disegni senza un fine specifico. 

Sarà stato mai in carcere?

Come ha fatto a conoscere Zoe?

Come mai, soprattutto, lei non me ne ha mai parlato?

Sono stati insieme per otto mesi e io non sapevo neanche della sua esistenza.

Sbuffo e mi metto seduta in mezzo al letto, iniziando a sudare. 

Siamo ad Aprile, l'aria non è molto calda, ma forse mi sto agitando troppo.

Poggio una mano sul collo, stringendo i denti per il dolore che mi provoca il contatto con la pelle prima torturata.

Sicuramente avrò un bel segno viola.

Tocco con le dita il mio petto ricordando come le sue labbra avevano baciato, leccato, morso la mia pelle. 

Aveva ragione, tutto quello mi aveva eccitata e non poco.

E forse una parte di me avrebbe voluto che continuasse e che magari rifacesse come ieri quel gioco con la lingua....

Okay sono ufficialmente impazzita. 

Come ogni notte, entra in camera Zayn, ma questa volta ha con sé un cartone di pizza. 

  «Ti ho portato la cena.»  sorride enigmatico e poi lascia il cartone sulla scrivania difronte al letto. Si volta verso di me e si avvicina per poi afferrarmi il viso e baciarmi.

Riprende il cartone e lo poggia sul letto per poi sedersi affianco a me. Lo guardo in silenzio, provando a capire le sue intenzioni. Lui non dà niente per niente e questo ormai lo avevo capito bene.

Apre il cartone rivelando la mia cena e poi si rivolge a me.

  «Cosa devo fare per poter mangiare?» chiedo, senza mezzi termini.

Si mette a ridere e scuote la testa, «Non devi fare niente. Solo mangiare.»  risponde e io aggrotto la fronte, ancora non sicura.

  «Puoi mangiare.»  mi ripete e mi decido ad iniziare la mia cena.

Prende una fetta anche lui e mangia insieme a me, sul letto, seduto affianco a me senza né toccarmi, né fare qualsiasi altra cosa che io non dovrei volere.

Sembra quasi...normale.

Come due amici che cenano insieme.

Finito di mangiare, butta il cartone a terra, non curante, e  incrocia le gambe coperte da un paio di jeans neri aderenti.

Non indossa scarpe ma soltanto dei calzini grigi. Invece della maglietta che gli ho tolto io stamattina, ha infilato una camicia a quadri quasi del tutto sbottonata. 

  Resta in silenzio e io mi sento totalmente a disagio, non so dove guardare, cosa fare, non riesco a calmarmi.

Improvvisamente si distende e poggia i piedi sulla sbarra alla fine del letto.

Non è mai stato così tanto tempo senza parlare o senza toccarmi.

Prima di poter elaborare la cosa, sento le sue dita sulla schiena, che io incurvo.

Risale lentamente verso le spalle provocandomi diversi brividi e la pelle d'oca.

  «Non vieni a dormire?»  sussurra e trattengo il fiato. Dormirà con me qui? Non lo ha mai fatto, perché adesso è steso su questo letto?

Sospiro e poi mi stendo, fissando il soffitto.

Lui si mette su di un fianco e mi osserva mentre con le dita sfiora il mio braccio. Mi sposta i capelli dietro all'orecchio e sorride notando il segno che mi ha lasciato sul collo.

  «Sei ancora più mia, adesso.»  sussurra e il sangue mi si gela nelle vene e un nodo mi stringe la gola.

  «Zayn.» mormoro e solo dopo mi rendo conto che mi è proibito chiamarlo con il suo nome. «S-scusa, non volevo, io...»   balbetto, spaventata da una sua più che probabile reazione brusca.

Al contrario, mi poggia le dita sulle labbra e mi incita a guardarlo. 

  «Stai zitta e baciami.» dice e mi tira a lui per poi baciarmi intensamente, lasciandomi senza fiato e sconvolta.

Cosa significa tutto questo?

Un attimo prima mi urla contro, mi costringe a non pronunciare il suo nome e poi? Quando mi sfugge il suo nome dalle labbra, mi bacia appassionatamente, zittendo le mie scuse.

E' fottutamente lunatico e strano, pazzo e irascibile. 

Mi lascia le labbra e sento il suo respiro affannato sul volto.

 «Mi mancavi.» sussurra e le sue parole mi colpiscono come una secchiata di acqua gelida lungo la schiena. Sobbalzo e spalanco gli occhi, provando a calmare il mio cuore che minaccia di uscire dal petto. Sbatto le palpebre e lo guardo mentre sembra così ingenuo e indifeso. 

  «Zayn.»  balbetto e sento le lacrime agli occhi, sentendomi intrappolata in un corpo non mio. Come farò mai ad andarmene se lui è innamorato di chi pensa io sia?

Non mi lascerà mai andare, mi amerà nel suo modo strano e pazzo, come forse amava già Zoe, pensando che io sia lei e mi punirà per la sofferenza che ha subito per mano di mia sorella, mi bacerà come bacerebbe lei, mi stringerà come farebbe con lei e mi terrà prigioniera in un corpo non mio , in una vita che io non ho scelto e che non ho meritato. 

Asciuga le mie lacrime, guardandomi con gli occhi pieni di un amore pazzo e che non ha niente a che fare con la vendetta. Per quanto lui si ostini a considerarla tale, il suo è solo un folle, psicopatico amore nei confronti di una persona che lo ha ormai dimenticato.

Mi lascia il volto e io boccheggio, allontanandomi da lui.

Sento il bisogno di stargli il più lontano possibile.

Gli do le spalle e provo a regolarizzare il mio respiro mentre stringo gli occhi impedendo che altre lacrime solchino le mie guance.

Fortunatamente, lui resta lontano, non si avvicina e mi lascia libera di riprendermi.

Restiamo così per diversi minuti, ascoltando il respiro irregolare dell'altro, fin quando lui non riprende a parlare.

    «Comunque, la regola di non poter dire il mio nome è ancora valida e le punizioni o i premi inizieranno da domani.»  afferma, nuovamente freddo e distaccato. Come posso resistere ai suoi continui sbalzi d'umore? Come faccio a capire come sopravvivere se lui cambia idea ogni due secondi? 

Annuisco piano, priva di forze per rispondere.

Sarà più dura di quanto già pensassi.


The Mistake [Z.M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora