Regrets.

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I polsi mi fanno male, la gola mi brucia, ho il viso dolorante e il sapore di sangue e bile in bocca.

Cerco di mantenere la speranza che qualcuno mi trovi, che lui mi liberi, che riesca a scappare ma le probabilità di essere stuprata, picchiata e uccisa da un pazzo furioso sono sempre più alte.

Penso a tutte le occasioni che ho perso, tutte le cose che potevo fare ma non ho fatto, rimpiango ogni attimo della mia vita senza smettere neanche un secondo di piangere e pregare di tornare a casa, di poter recuperare quello che ho perso, ripromettendomi di amare di più, vivere di più, litigare di più, fare pace più spesso, uscire di più, fare l'amore senza farmi troppi scrupoli con chi, ubriacarmi, leggere di meno per avere delle mie storie, qualcosa da raccontare un giorno ai miei nipoti e qualcosa da tenere invece per me, nel cuore, per il resto dei miei giorni.

Invece morirò senza aver amato, senza aver vissuto veramente, senza neanche una delusione d'amore, senza aver fatto l'amore, senza aver fatto tutto quello che avrei dovuto e voluto fare.

Sento qualcosa di freddo sul volto che scende fino al mio mento, il suo respiro sulle labbra.

«Ehi, ehi, tesoro, non devi piangere così.» sussurra e io trattengo il respiro, «Guardami.» soffia vicino al mio orecchio. Apro gli occhi e tremo rendendomi conto di avere un coltello vicino alla gola.

«Ehi, non spaventarti in questo modo, piccola, papino non vuole ucciderti, vuole solo divertirsi un po'.» stringo i denti e rimango immobile terrorizzata da quello che potrebbe farmi con quella lama.

«Ti prego, ti prego.» piagnucolo, mentre lui fa scendere la lama lungo il mio collo, poi sulla spalla per poi tagliare una delle bretelle del vestito.

«Shh.» mi zittisce, mettendomi un dito sulle labbra. Infila una mano sotto la mia gonna e io inizio a dimenarmi, facendomi ancora più male i polsi. «Lo so che ti piace, non opporti.» sussurra vicino al mio orecchio e inizio ad avere una crisi di pianto.

«Lasciami!» urlo con tutto il fiato che ho in gola mentre lui mi accarezza l'interno coscia.

«Non urlare, troia. Sono stato fin troppo gentile fino ad ora, non farmi diventare cattivo. Posso sempre tapparti la bocca e anche in diversi modi.» sogghigna facendomi accapponare la pelle.

«Devo tapparti la bocca, uhm?» mi chiede e io ansimo, mentre lo stomaco si annoda e l'aria diminuisce nella stanza. «Rispondimi!» grida e sobbalzo stringendo i pugni e spalancando la bocca in cerca di ossigeno.

Mi afferra il volto e ridacchia, «L'hai spalancata per me, tesoro? Più tardi la riempirò con piacere.» sussurra e sento la nausea salire.

«No, ti prego.» mormoro e lui sorride per poi scendere con il volto verso il mio collo e lasciarci un bacio lungo e umido. Strizzo gli occhi e mi maledico per aver solo pensato per un secondo che fosse piacevole quel bacio.

Con le mani accarezza le mie gambe, mi fa piegare le ginocchia e allarga le mie cosce nonostante i miei tentativi di tenerle chiuse e di respingerlo. Scende dalla mia vita e butta il coltello a terra. Tento subito di richiudere le gambe ma lui mi afferra i piedi e mi riporta come prima. Dalla punta del letto, avanza salendo sul materasso e infilandosi tra le mie cosce.

«Ti prego, lasciami andare, per favore.» piagnucolo ormai senza speranza, afflitta e impaurita. Vorrei essere da qualsiasi altra parte, in qualsiasi altro posto fuorché qui, con questo pazzo che vuole farmi chissà cosa. Voglio solo sparire.

Mi alza il vestito e io strizzo gli occhi rifiutandomi di vedere altro. Non voglio che la mia prima volta sia così, con lui, legata ad un letto e costretta a rimanere immobile.

The Mistake [Z.M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora