Fight.

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È seduto sul divano ed io sono in ginocchio difronte a lui, intenta a medicargli le ferite dovute allo scontro. Liam ed Harry restano in silenzio tutto il tempo, osservandoci.

«Ho conosciuto Jack anni fa, quando è iniziato ad andare tutto storto. O meglio dire, più storto di prima. Mi ha offerto un lavoro, sembrava tutto facile all'epoca. Adesso però non so come uscirne e...questi sono i risultati dei miei tentativi.» si indica la faccia.

«Che tipo di lavoro ti ha offerto?» aggrotto la fronte mentre disinfetto la ferita al labbro.

«Dovevo fare dei lavoretti per lui.» risponde titubante.

«Spaccio? Prostituzione? Rapina? Contrabbando?» chiedo nello specifico e lui guarda altrove.

«Beh, un po' di tutto.» alza le spalle imbarazzato.

«Oh.» smetto di medicarlo e poggio le mani sulle sue gambe, fissando il vuoto.
Ho sempre saputo che Zayn ha degli scheletri nell'armadio, ma non avevo mai immaginato tutto questo.

«Per non parlare poi del rapimento.» mormoro e lui poggia una mano sulla mia.

«Ora capisci perché devi andare via?» mi dice, ma io scuoto subito la testa e lo guardo.

«Smettila di ripeterlo. Io non vado da nessuna parte.» sbotto, alzandomi e posando tutto quello che ho usato nella valigetta del pronto soccorso. Chissà quante altre volte dovrò usarla su di lui.

Sospiro e mi passo una mano tra i capelli. Perché non esiste tranquillità in questa casa? Perché non possiamo stare insieme e basta? Non bastano le crisi d'astinenza, i cambi di umore e gli attacchi di gelosia, adesso anche i 'demoni del passato'. Questo soprannome mi mette i brividi, inoltre.

«Katie, pensaci bene. Se ha ridotto così Zayn solo perché gli ha proposto di non lavorare più per lui, cosa potrebbe fare a te?» Liam prova a farmi cambiare idea.

«Liam per favore, sta zitto. So cosa sto rischiando. Io non lo lascio e basta.» urlo e mi rendo conto di aver esagerato quando tutti balzano dai loro posti.

Sbatto le palpere provando a calmarmi.
Cosa sto diventando?
Perché me la prendo con persone innocenti?
Non è colpa loro se sono in questa situazione, me la sono cercata da sola dovrei solo prendermela con me stessa.

«Kat, vieni.» mi sussurra dolcemente Zayn facendomi cenno di andare verso di lui.
Mordo il labbro tremante e faccio come mi dice.
Mi afferra la vita e mi fa sedere sulle sue gambe per poi stringermi al suo petto.
Quel calore, quel semplice gesto, mi fa scoppiare e riversare tutte le lacrime tanto trattenute.
Mi aggrappo alla sua maglia sporca di sangue e mi sfogo, lasciando uscire tutta la rabbia, la stanchezza e la paura.

«Lo so, lo so.» mi sussurra accarezzandomi la schiena. «Ti senti in trappola, non sai come uscirne...è normale, è questo che succede quando si entra...» trattiene il fiato «nella mia vita.» conclude, stringendomi più forte.

«Cosa facciamo adesso?» mormoro, provando a calmare il pianto.
C'è un attimo di silenzio, si guardano.

«Adesso lottiamo».

Passiamo giorni ad organizzare un piano d'azione.
Se così possiamo definirlo.
Jack a quanto pare è ovunque e da nessuna parte.
È come se avesse occhi ovunque.
Sa già di me, sa dove stiamo, sa tutto quello che pensavamo di aver nascosto bene.
Per questo Zayn è abbastanza afflito.
Non vuole mettermi in pericolo, ma io non voglio che ci sia lui.
È una lotta costante su chi deve proteggere chi e, per quanto possa sembrare assurdo, io so di poterlo proteggere.
Nel piano sono entrati anche Louis e Niall, gli amici mai conosciuti da me di Zayn, Harry e Liam.
Il piano consiste nel non lasciare nessuno da solo.
In particolare me.
Non che io mi senta così in pericolo, ma Zayn non smette di preoccuparsi.
A casa non starò più da sola.
La maggior parte delle volte Zayn starà con me, nel caso in cui lui non possa esserci, Liam e Niall staranno con me o Harry e Louis. Le coppie non sono a caso, anzi sono studiate per bene.
Liam è la persona di cui mi fido di più e con cui mi trovo di più, Niall invece è una nuova conoscenza. Lo stesso vale per Harry e Louis. Inoltre in caso di emergenza, Liam è più robusto di Niall, idem Harry rispetto a Louis.
Quindi Zayn si sente più sicuro in questo modo.
Inoltre in base a chi resta con me, gli altri due staranno con Zayn, in modo da proteggersi a vicenda.
Per ora il piano non è molto...come dire...complesso o per lo meno finalizzato ad un attacco.
Per adesso l'unica cosa che possiamo fare è provare a difenderci.
Per quanto sia possibile.

Le giornate sono difficili da affrontare, ogni volta che Zayn esce di casa ho la sensazione che non lo rivedrò mai più e il mio cuore si calma solo quando varca di nuovo la porta di casa.
Mangiare ormai non sembra un'azione prevista nella nostra routine.
Zayn non mangia, io non mangio.
Zayn non c'è, io con la mente non ci sono.
Zayn è nervoso, io sono nervosa.
Zayn urla, io urlo.
Zayn non mi parla, io non gli parlo.
Zayn mi chiede scusa, io chiedo scusa.
Zayn mi bacia, io lo bacio.
Zayn vuole fare sesso, noi facciamo sesso.
Zayn mi rifiuta, io me ne vado.
Zayn ritorna, io lo accolgo.
La nostra vita è in continua metamorfosi.
Ogni giorno potrebbe essere il nostro ultimo giorno insieme.
Quando mi sveglio prego che sia una giornata sì, sapendo che con pari probabilità sarà una giornata no.
Riesco a capirlo dal primo sguardo.
Basta che mi giri a guardare il volto di Zayn per capire se sarà un inferno quella giornata o magari un paradiso.

Come ogni mattina, appena apro gli occhi guardo verso di lui, aspettando il verdetto.
I suoi occhi sono già fissi su di me e la pace si impossessa del mio petto.
Una giornata sì.
Sorrido e gli accarezzo il viso stanco.

«Oggi starai con me?» sussurro speranzosa.

«Stasera vado da lui.» mi dice e tutta la speranza svanisce in un attimo.

«Vuoi farti ammazzare?!» mi metto seduta di botto, alzando la voce.

«Questa la chiami vita, Katie?» si alza anche lui.

«E la chiami vita vivere senza di te?» grido arrabbiata e gli occhi mi si appannano solo al pensiero.

«Kat...smettila, okay? Non decidi tu della mia vita. Potrei anche sopravvivere inoltre. Non sei nessuno per impedirmi di andarci.» si altera. Adesso sono anche nessuno.

«Infatti, non sono nessuno che conti. Sono solo la gemella poco interessante di una ragazza che amavi fottere.» sputo con rabbia provando a non piangere. Scendo dal letto e mi incammino verso la porta. Non voglio restare qui mentre lui continua ad umiliarmi.

«Bene, scappa! Evita pure di confrontarti con me. Preferiresti che vivessimo per sempre nell'ombra con la coda tra le gambe, ma io non sono così. Voglio affrontare i miei problemi. Tu quando affronterai i tuoi?!» mi urla dietro e a quel punto non ci vedo più.

«Tu, tu sei il mio unico problema!» grido così forte da farmi bruciare le gola. «Tu mi hai rapita, tu mi hai umiliata, tu mi hai usata, tu mi hai illusa che contassi qualcosa per te, tu hai fatto tutto questo e io adesso mi trovo in un enorme casino. Prima di te, non avevo problemi. Adesso capisco perché mia sorella è scappata da te. Tu riesci a risucchiare nei tuoi guai chiunque ti stia intorno!» il petto mi si alza e abbassa velocemente mentre le orecchie mi fischiano dalla rabbia.

«Tua sorella mi ha lasciato perché era una troia che voleva solo sesso, ma a quanto pare è un pregio di famiglia.» ringhia con gli occhi pieni di cattiveria.
Il mio corpo reagisce prima che la mente possa ragionare e la mia mano si trova sulla sua guancia provocando un rumore sordo.

Resta senza parole e si tocca la guancia colpita guardandomi stupito.

«Mi fai schifo.» sputo con le lacrime che infuocano le mie guance.
Esco dalla camera e sbatto la porta lasciando fuoriuscire quel che è rimasta della mia forza.
Corro in bagno a piangere.
Non mi sono mai sentita più tradita in vita mia.
Non crederò mai più alle sue parole, ai suoi gesti, alla sua falsa dolcezza.
Lui è proprio come si è mostrato i primi giorni del mio rapimento.
Un mostro senza cuore.

The Mistake [Z.M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora