2. Inseguimenti ed allenamenti

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«Ragazzi, calmatevi... è solo un giro di ronda come un altro» ci fece notare Jacob, mentre ci dirigevamo in un posto scelto da lui.
«Si, ma è il primo di notte!» rispose Seth, sempre più elettrizzato.
E poi, finalmente, Sam ha accettato l'aiuto dei vampiri...
«In realtà a me irrita un po', il fatto di avere a che fare con quelle sanguisughe»
«Jake, capisco che sei arrabbiato con Edward, ma non puoi prendertela con tutti i Cullen...» Seth era l'unico del branco, eccetto me, che non considerasse i vampiri come nemici.
«Seth, tu sta zitto! Concentriamoci, la vita di molti umani è nelle nostre mani. Zampe»
Jake, dove stiamo andando? Siamo quasi al villaggio.
«Si, lo so. Stiamo andando dove io e Sam abbiamo fiutato le tracce della rossa. Partiremo a cercarla da li»
«Ma ormai sarà già lontana...» gli fece notare Seth.
«Si, ma non la sua puzza»
Quando giungemmo a destinazione, iniziammo a seguire l'odore della vampira. Sembravamo dei cani da caccia: muso incollato a terra o per aria, orecchie e sguardo vigili, sensi all'erta e andatura ne troppo veloce, ne troppo lenta, una sorta di trotto.
Jake, è tardi. Ormai è lontana... mi fanno male le zampe...
«Su cucciola, muoviti. Andremo avanti così fino alle undici, ringrazia che Sam ci ha dato un orario corto» mi rispose il lupo rossiccio, ridendo.
Cucciolo sarai tu! Gli risposi accelerando e superandolo.

Dopo un tempo che sembrò infinito, sentimmo una traccia fresca, la vampira era nei dintorni.
Con fare circospetto iniziammo a seguire la nuova traccia e, poco dopo, trovammo la vampira.
Lei si voltò a guardarci e, ringhiando, scappo via.
«Chiara, chiama gli altri. Sei la più veloce, ci raggiungerai in fretta» mi ordinò Jacob.
Lui e Seth partirono mentre io alzai il muso verso l'alto ed ululai.
Poco dopo l'intero branco ci stava aiutando ad inseguirla.
La vampira cercava di sfuggirci facendo zapping tra il nostro territorio e quello dei Cullen, fortunatamente anche loro ci stavano aiutando a prenderla e io potevo passare tranquillamente da un territorio all'altro.
Dopo un po' riuscì a raggiungerla, essendo la più veloce, ma non sapevo assolutamente come atterrarla. Feci come avevo fatto le altre volte, però non sapevo se era una mossa esatta quella di saltarle addosso direttamente, le altre due volte avevo avuto solo una botta di fortuna.
Mah, chissene frega. Pensai e spiccai il balzo.
«Chiara, no!» mi richiamò Sam, troppo tardi, ormai ero in aria.
Victoria si girò e mi beccò con un calcio rotante da ninja. No, ok, forse non proprio così tanto da ninja. Il suo calcio deviò la mia traiettoria e andai a sbattere contro un albero.
Mugulai dal dolore che mi partì dalla zampa anteriore sinistra. Essendo finita nel territorio dei Cullen, Carlisle si avvicinò a me per controllare cosa mi ero fatta.
Alla fine Victoria ci sfuggì gettandosi da una scogliera poco vicino a dove mi aveva atterrata.
Anche se Sam protestò non poco, Carlisle mi portò a casa loro in braccio, dato che non riuscivo a camminare, mi ero rotta la zampa.

Stupida vampira dai capelli rossi... pensai mentre Carlisle mi ingessava il braccio. Era stato abbastanza doloroso tornare in forma umana e ci sarei dovuta restare per almeno una settimana, almeno guarivamo velocemente.
Ora dovevo pure trovare una scusa per giustificare il braccio rotto, sia a scuola che ai miei genitori adottivi. E, sfortunatamente, potevo ancora scrivere, essendo destra e non mancina.

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Dopo una settimana e mezza, mi ero rimessa più che bene, però di Victoria non c'era traccia.
Il campanello suonò, interrompendo la mia lettura di un libro fantasy, c'era odore di vampiro, probabilmente Jasper. Ormai sapevo riconoscere quasi sicuramente l'odore di ogni membro dei Cullen e del branco.
«Jasper? Che ci fai qui?!» dissi aprendo la porta. Il vampiro era li davanti, con la schiena dritta e le mani dietro di essa, sembrava un militare, gli mancava solo la divisa.
«Oh, tranquilla, non preoccuparti, non è successo nulla di grave. Ero venuto a prenderti, vieni da noi» non era una domanda, ma una sorta di ordine.
«E perché dovrei?»
«È una sorpresa. Ti consiglio solo di metterti qualcosa di comodo» disse squadrandomi.
Mi indicai «È comodo» avevo una tuta nera, una maglia a maniche corte rossa -con un aquila che volava- e una felpa abbastanza grande e molto comoda.
«Bene, allora preparati e vieni»
«Gli Smitterson mi uccideranno, sto per seguire uno che loro non conoscono, senza il loro consenso e senza che loro lo sappiano e in più è maggiorenne, anzi, ultracentenario»
«Non ti sei mai rifiutata di disobbedire ad una loro regola» risopse lui, con un sorrisetto malefico. La cosa brutta era che Jasper stava evitando di pensare a quella "sorpresa".

I Cullen e i Quileutes 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora