Mi spiegarono tutto: Alice aveva visto i neonati che si passavano una camicetta di Bella e stavano venendo qui. I Cullen avevano accettato l'aiuto dei licantropi e stasera, dopo la festa, sarebbero iniziati gli allenamenti per imparare a combattere i neonati. Ci saremo visti alle tre in punto, nella foresta di Hoh, a circa tre chilometri dalla base delle guardie forestali.
Alle tre ci trovammo nel punto stabilito, entro poco sarebbe arrivato anche il branco.
«Alice non sta bene?» sussurrò Bella, rivolgendosi ad Edward.
Perché c'è Bella? Perché Edward ha voluto portarsela dietro a tutti i costi...
Lanciai una breve occhiata ad Alice. Stava seduta in disparte, imbroniciata, e intanto guardava Jasper che si stiracchiava e si riscaldava come prima di una gara atletica.
Edward ridacchiò «I licantropi non sono ancora arrivati, perciò non può vedere cosa succederà. Quando è cieca si sente a disagio»
Alice alzò lo sguardo, guardò Edward e gli fece la linguaccia. Lui rise di nuovo.
«Ciao, Edward» salutò Emmett «Ciao, Bella. Ti ha portata ad allenarti con noi?»
Edward ringhiò a nostro fratello «Per favore, Emmett, non farle venire in mente certe idee»
«I vostri ospiti quando arrivano?» chiese Carlisle ad Edward.
«Tra un minuto e mezzo» rispose Edward sentendo dai loro pensieri quanto erano distanti «Ma dovrò fare da interprete. Non si fidano abbastanza di noi, perciò non verranno in forma umana»
Sospirai. Quando volevano sapevano essere molto stupidi e cocciuti.
Carlisle annuì «È una situazione complicata, dovremmo essergli grati per il solo fatto che vengono»
Bella spalancò gli occhi e fissò Edward «Vengono sottoforma di lupi?»
Edward annuì. Poco dopo tornò a parlare con Carlisle «Preparatevi: ci stanno tenendo d'occhio»
«Che intendi?» domandò Alice. Si, neanch'io avevo capito al pieno le sue parole.
«Ssh» rispose Edward e guardò dietro di lei, nel buio. Sicuramente Bella non vedeva nulla, invece noi distinguevamo abbastanza chiaramente le sagome di dieci licantropi.
«Maledizione» borbottò Emmett «Hai mai visto una cosa del genere?»
Esme e Rosalie si scambiarono un'occhiata sorpresa.
«Cos'è?» sussurrò Bella «Non vedo niente»
«Il branco è cresciuto di numero» rispose Edward.
Ops, forse avrei dovuto dire che il branco si era lievemente allargato...
«Incredibile» disse Edward a bassissima voce.
Dieci lupi emersero dall'oscurità.
Carlisle fece un passo avanti, lento ma deciso. Fu un movimento prudente, per rassicurarli. «Benvenuti» disse ai lupi.
«Grazie» rispose Edward con tono piatto e distaccato, traducendo ciò che diceva Sam. Il vampiro continuò a "tradurre" con lo stesso tono di voce: «Guarderemo e ascolteremo, ma nulla di più. È tutto ciò che possiamo chiedere al nostro autocontrollo»
Alzai gli occhi al cielo, sbuffando. Quanto gli costava collaborare? Anche solo per dieci secondi.
«È più che sufficiente» rispose Carlisle «Mio figlio» disse indicando Jasper «Ha esperienza in questo campo. Ci insegnerà come lottano i neonati, come possiamo sconfiggerli. Sono sicuro che potrete applicare queste indicazioni al vostro modo di cacciare.
«Sono diversi da voi?» chiese Edward, formulando la domanda di Sam.
Carlisle annuì «Sono tutti giovanissimi: hanno giusto un paio di mesi, come vampiri. Sono davvero dei bambini, in un certo senso. Non conoscono la strategia, hanno solo forza bruta. Stasera erano in venti. Dieci per noi e dieci per voi... non dovrebbe essere difficile. Potrebbero diminuire. I neonati si scontrano tra loro di continuo»
Una sorta di ringhio sommesso si propagò tra i lupi. Era una specie di mormorio entusiasta.
«Siamo in grado di prenderne in consegna anche di più, se necessario» tradusse Edward.
Carlisle sorrise «Vedremo come si mette»
«Sapete quando e come arriveranno?»
«Attraverseranno le montagne tra quattro giorni. Nella tarda mattinata. Non appena si avvicineranno, Alice ci aiuterà ad intercettarli»
«Grazie delle informazioni. Terremo gli occhi aperti»
Il silenzio durò pochissimo, poi Jasper si fece avanti, entrando nello spazio che separava i vampiri dai licantropi. «Carlisle ha ragione» disse parlando sia a noi che ai lupi «Si azzuffano come bambini. Le cose più importanti da ricordare sono due: primo, non lasciate che vi stringano tra le braccia e, secondo, non cercate di attaccarli in maniera prevedibile. È ciò che si aspettano. Se vi avvicinate di lato e continuate a muovervi, li confonderete e non reagiranno con prontezza. Emmett?»
Emmett si avvicinò a Jasper, con un sorriso stampato sul volto.
Jasper indietreggiò verso i lupi e fece segno ad Emmett di avvicinarsi.
«Ok, inizia, Emmett. È l'esempio migliore per simulare l'attacco di un neonato»
Emmett affilò lo sguardo «Proverò a non romperti nulla» mormorò.
Jasper sorrise «Volevo dire che Emmett fa affidamento sulla sua forza fisica. Ha un modo di attaccare molto diretto. I neonati non adotteranno tecniche sottili. Attaccami nella maniera più semplice, Emmett»
Vero, Emmett fa attacchi diretti, ma sarebbe stupido a non fare affidamento sulla sua forza, con quei muscoli da atleta super dopato che si ritrova... pensai nel mentre che li osservavo.
Jasper indietreggiò ancora, era teso. «Ok, Emmett, prova a prendermi»
Emmett gli corse incontro, ringhiando giocosamente. Sembrava un orso... Jasper non si spostò e riuscì a frenare la corsa di Emmett, lasciando dei solchi nella terra. Poi Emmett riuscì a prenderlo e buttarlo a terra, qualche metro più in là. Jasper si rialzò subito e gli corse incontro. Quando i due furono abbastanza vicini, Jasper schivò un pugno di Emmett e, con qualche passaggio strano, riuscì ad atterarlo.
Emmett si rialzò subito, per riprovare. Questa volta Jasper ci mise di più per battere Emmett. Più di una volta sembrava che Emmett stesse per bloccarlo, ma alla fine prendeva solo l'aria. Poi si bloccò: Jasper lo aveva preso alle spalle, i denti a pochi centimetri dalla sua gola.
Emmett lanciò un'imprecazione.
Dal branco venne un mormorio di approvazione.
«Da capo» insistette Emmett, stavolta senza sorridere.
Ridacchiai, non sapeva proprio perdere.
«Tocca a me» protestò Edward.
Cuccioli... pensai, ridendo del loro litigio banale.
«Tra un minuto» disse Jasper con un ghigno «Prima voglio fare vedere una cosa a Bella». Fece un cenno ad Alice che si alzò in piedi e si avvicinò a lui «So che sei proccupata per lei. Voglio dimostrarti perché non è necessario»
Jasper si mise in posizione d'attacco, intanto Alice rimase immobile, sorridendo tra se e lanciando un'occhiata ingenua ad Emmett.
Sapevo che Jasper non le avrebbe mai fatto del male, però mi stupì di come riuscisse a pensare di attaccarla, anche solo per gioco. Io non ci sarei mai riuscita con Andrea, anche se fosse stato il vampiro, il licantropo o qualsiasi altra cosa più forte al mondo.
Jasper avanzò, poi strisciò alla sua sinistra. Alice chiuse gli occhi. Jasper avanzò a grandi passi in direzione di Alice.
Sorrisi divertita da quel combattimento. Alice riusciva a prevedere ogni minima mossa di Jasper. Lui saltò atterrando alle spalle di lei. Il vampiro provò ad attaccarla ancora, lei continuò a sorridere e a tenere gli occhi chiusi. Alice si muoveva pochissimo: faceva un passo avanti appena Jasper si avvicinava e fece un passo indietro quando lui cercò di afferrarla per la vita.
Alla fine Jasper aumentò la velocità degli attacchi. Stavolta Alice doveva muoversi più velocemente per stare al passo di ogni minimo attacco che il vampiro cercava di usare.
Sembrava che stessero danzando: lei evitava gli attacchi volteggiando e saltando; lui cercava di prenderla ma, proprio prima di toccarla, lei si spostava.
Alice riuscì a schivare per l'ennesima volta un attacco di Jasper, gli salì sulle spalle, scoppiò a ridere e posò le sue labbra sulla sua gola «Preso!» disse e gli baciò la gola.
Bleah, sdolcinatezza al massimo... pensai distogliendo lo sguardo.
Jasper alzò le spalle, sorridendo «Sei davvero un mostriciattolo spaventoso»
I lupi emisero di nuovo un mormorio, stavolta erano intimoriti dalle abilità di Alice.
«È giusto che imparino a rispettarci» bisbigliò Edward divertito. Poi, a voce più alta, aggiunse «Tocca a me»
Alice tornò affianco a Bella «Fico, eh?» le disse molto soddisfatta.
«Molto» rispose la ragazza, senza smettere di guardare Edward.
Alice e Bella iniziarono a parlare di qualcosa, ma non le ascoltai, stavo osservando il finto combattimento.
La lotta tra i due era ad armi pari: Jasper aveva secoli di esperienza alle spalle, ma Edward poteva anticipare tutte le mosse che il fratello pensava e Jasper non era più molto abituato ad agire d'istinto, senza pensare. Si affrontarono più volte, ringhiando, ma nessuno dei due riusciva a superare l'altro.
Alla fine Carlisle si schiarì la voce, Jasper rise e fece un passo indietro, Edward si drizzò e gli sorrise.
«Torniamo al lavoro» disse Jasper «È finita in pareggio»
Tutti quanti i vampiri provarono a fronteggiare Jasper: Carlisle, Rosalie, Esme e di nuovo Emmett. Stranamente chiamò anche me, pur sapendo di avermi già dato delle "lezioni" qualche tempo prima, sarebbero dovute servire per cacciare Victoria. «Sai vero che queste cose le so già?» chiesi avvicinandomi a lui.
«Certo, ma un ripasso non fa mai male» rispose sorridendo e mettendosi in posizione d'attacco «E poi, potrebbe servire ai lupi, visto che non vengono a provare» aggiunse quando mi trasformai.
Ok, era semplice, dovevo leggergli i pensieri con le mosse e riuscire ad atterarlo.
Se, facile a dirsi ma non a farsi... pensai quando rischiai per la seconda volta di essere bloccata.
Era complicato, Jasper era furbo: agiva poco d'istinto, non essendone più abituato, ma a volte pensava una mossa opposta a ciò che faceva. In sintesi: mi confondeva.
Ad un certo punto, mi si lanciò addosso e, per sbaglio, riuscì a fargli uno sgambetto e a farlo rotolare a terra. Sfruttai quel vantaggio cercando di saltargli addosso, ma lui si rialzò più velocemente di me e lo mancai. Ringhiai arrabbiata e cercai di confonderlo girandogli intorno senza un ritmo preciso. Senso orario, veloce, lento, senso antiorario, veloce, senso orario, lento, senso antiorario lentissimo, eccetera eccetera.
Lui mi seguiva con gli occhi, senza mai perdermi di vista e iniziò a confondersi: più di una volta cercò di prendermi, sbagliando brutalmente.
Quando cercò di prendermi con un affondo in avanti, caricando praticamente tutto il peso sulla gamba destra, gli corsi incontro, passai in mezzo alle sue gambe e riuscì a spostargli più indietro la gamba sinistra, in modo che non avesse un appoggio. Jasper perse l'equilibrio, inginocchiandosi e poggiando la mano sinistra a terra. Non persi tempo e gli saltai sulla schiena, posizionando le mie fauci a pochi centimetri dal suo collo, avrei potuto tranciarglielo di netto.
«Ecco, brava, questo è stato un attacco perfetto» disse ridendo.
Ululai di gioia e, forse, lo assordai perché ero ancora su di lui e con il muso vicino al suo collo.
Lui si alzò in piedi, facendomi rotolare a terra.
Mi alzai, scrollandomi la terra e la polvere di dosso, poi zampettai vicino agli altri. Emmett si inginocchiò e allungò una mano, allungai la zampa destra e gli battei il cinque.
Oltre ad Alice ero stata l'unica a sconfiggere Jasper.
Il vampiro era molto bravo come maestro, ci spiegava nuove tecniche, ci incoraggiava e ci segnalava i nostri errori.
Dopo un bel po', Bella iniziò ad essere stanca, Edward la incoraggiò dicendole che avevamo quasi finito e Jasper confermò, poi si rivolse ai lupi, ancora con un tono a disagio: «Domani ci eserciteremo di nuovo e voi siete invitati ad assistere»
«Si» rispose Edward, esprimendo le parole di Sam «Ci saremo». Il vampiro sospirò e ci raggiunse «Il branco pensa che per loro sarebbe importante imparare a riconoscere i nostri odori per evitare di confondersi. Se riusciamo a stare fermi sarà più facile»
«Certo» disse Carlisle a Sam «Come volete»
Alcuni lupi -Jared, Paul, Leah, Collin e Brady- erano molto restii e ringhiarono, opponendosi.
"Anche a me non piace questa situazione, ma dobbiamo adattarci. Sono nostri alleati, anche se non vogliamo. Uccideremo solo quei vampiri intrusi e poi torneremo alla vecchia situazione!" Sentì queste parole dai pensieri di Sam che si era voltato verso il branco, ringhiando ed incurvando lievemente la schiena verso l'alto, con il pelo alzato.
Intanto, il sole, ben nascosto tra le nuvole, iniziò ad illuminare lievemente il cielo ancora un po' scuro.
Sam, il lupo più grosso -entro poco Jacob lo avrebbe superato- e con la pelliccia nera come la notte, era in testa e fu il primo ad avvicinarsi. Si avvicinò a Carlisle che era il primo della fila; Edward controllò ogni minima reazione di Bella, Jasper si irrigidì, non apprezzava i licantropi, Emmett sorrise rilassato, a volte il suo modo di prendere tutto alla leggera era utile.
Sam annusò Carlisle, con una specie di smorfia e poi passò a Jasper. Già, nessuno aveva pensato all'odore disgustoso per i licantropi.
Il branco era un insieme di colori; nero, grigio, marron cioccolato, marrone rossiccio, grigio scuro, grigio pallido ed altri.
Seth, in questo momento, sembrava malfermo sulle zampe, era imbarazzato. Leah, essendo una ragazza, era più bassa di tutti gli altri. Jacob era indifferente e distaccato, come sempre. Gli altri, beh, gli altri erano come sempre, solo schifati dal dover imparare l'odore dei vampiri.
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I Cullen e i Quileutes 2
FanfictionNuovi pericoli minacciano Forks, i Cullen, i Quileutes e Chiara. Victoria è tornata, più combattiva che mai ed un insieme di giovani vampiri che non temono nulla sta decimando la popolazione di Seattle. Come se non bastasse, Chiara scoprirà nuove e...