14. La storia di Rosalie Hale

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«Mi spiegate cosa succede?!» chiese l'anziano capo della tribù.
«Tengono Bella lontana da noi! Contro la sua volontà!» disse Jacob, tremando.
«Edward non vuole che si ferisca e a Bella va bene, sennò si sarebbe già ribellata» cercai di difenderli, anche se dovevo ammettere che l'idea di Edward era davvero stupida.
«O forse lei lo fa ma quei mostri la tengono lontana da noi comunque» disse Jacob allontanandosi.
«Dove stai andando, Jacob?» gli chiese Billy.
«A chiamare gli altri. Andiamo a salvarla»
«Non puoi scatenare una guerra per questioni d'amore!» mi lamentai inseguendolo e bloccandolo di nuovo.
«Jacob, Chiara ha ragione» disse Billy avvicinandosi.
«Ma Bella è prigioniera!»
«Figlio mio, un capo non pensa solo a se stesso, ma anche agli altri. Se adesso voi passaste il confine potreste riprendere Bella, certo, ma potrebbero esserci dei morti. Potresti portare alla morte i tuoi stessi fratelli e sorelle e disonoreresti il patto di Ephraim»
«Io non sono il capo, non sono nemmeno l'alfa»
«Una ragione in più per non far fare a Sam qualcosa di cui si pentirebbe. E poi sei mio figlio, il prossimo capo» continuò Billy.
«Ok, vado solo io» disse Jacob.
«No, Jake» dissi cercando inutilmente di fermarlo.
Jacob si allontanò correndo e, in seguito ad un violento spasmo, si trasformò.
«Oh no...» mormorai.
«Jacob, fermati!» urlò Billy «Chiara, fermalo» mi disse agitato.
Annuì ed iniziai a correre, trasformandomi poco dopo.
Jacob, ti fermi da solo o lo faccio io? Lo minacciai affiancandolo. Ero sicuramente più veloce di lui.
«Sto solo facendo la cosa giusta»
Ok, ti fermo io. Dissi saltandogli addosso. Certo, forse non ero più forte di lui, ma almeno ero riuscita a fargli perdere l'equilibrio e a farlo cadere a terra. Ora torniamo a casa. Comandai. A Edward ci penso io quando torna.
Jacob, seppur riluttante mi seguì.
Appena arrivammo a destinazione, ancora in forma di lupi, Billy diede dei vestiti a Jacob che si andò a trasformare -e a rivestire- nel bosco.
«Grazie per averlo ripreso»
«Di nulla» risposi a Billy, mentre mi sedevo sull'erba umida. Alzai lo sguardo verso il cielo scuro, erano circa le dieci di sera «Beh, forse è meglio che vada» dissi alzandomi, appena Jacob arrivò.
«E tu» dissi avvicinandomi a Jacob «Non provare ad entrare nel territorio dei Cullen»
«Si, si, tranquilla» mi rispose Jacob.
No, non ero tranquilla, quel lupo era imprevedibile.
Mi trasformai e corsi velocemente verso casa, chissà se Bella era sopravvissuta alla serata con Alice.

Arrivai a casa abbastanza velocemente e sentì che Rosalie era con Bella. Cosa voleva? Non mi stava molto simpatica Rosalie e non mi fidavo a lasciarla sola con Bella.
Tornai in forma umana e salì su di un albero, da quello saltai sul balcone della camera di Edward.
Mi ritrasformai in lupo prima di saltare, perché la distanza ramo-balcone era ampia e temevo di non farcela solo con le forze da umana.
Rosalie mi vide e gentilmente mi aprì la portafinestra.
Entrai nella camera e notai subito che Bella era sul divano e non sul letto. Perché? Mi chiesi. Probabilmente era una delle sue solite pazzie.
Non ci pensai due volte e saltai io sul morbido letto, e mi sdragliai li sopra ancora in forma lupo. Devo ammettere che era comodo e morbidoso quel letto.
«Vivevo in un mondo diverso dal tuo, Bella» Rosalie riprese a parlare di qualcosa, senza badare alla mia interruzione.
Probabilmente era la sua storia e, wow, non avrei mai pensato di poterla sentire. Sapevo solo che Carlisle l'aveva trasformata quand'era in fin di vita, sperando che diventasse la compagna di Edward.
«Il mio mondo umano era molto più semplice. Era il 1933» continuò a narrare la vampira «Avevo diciotto anni, ero bella, la mia vita era perfetta»
Certo, Rosalie non è il classico esempio di umiltà.
«Venivo da una tipica famiglia di ceto medio. Mio padre aveva un lavoro fisso in banca e, soltanto ora mi rendo conto di quanto se ne compiacesse: era convinto di aver ricevuto quel benessere come ricompensa dei suoi sforzi e del suo talento, anziché ammettere che fosse stata anche una questione di fortuna. All'epoca davo tutto per scontato; a casa mia la Grande Depressione era soltanto un pettegolezzo fastidioso. Ovviamente vedevo i poveri, quelli che non erano fortunati come noi. Ma mio padre mi aveva indotto a pensare che erano essi stessi la prima causa dei loro problemi»
Ok, già odiavo suo padre.
«Il compito di mia madre -e mio, e dei miei fratelli più giovani- era tenere la casa lucida come uno specchio. Ovviamente ero la sua preferita e il suo primo pensiero. All'epoca non potevo capirlo, ma avevo il sospetto che i miei genitori non fossero soddisfatti della loro condizione, sebbene avessimo un tenore di vita nettamente al di sopra della media. Volevano ancora di più. Avevano aspirazioni di un certo genere... li si potrebbe definire arrampicatori sociali. La mia bellezza per loro era un tesoro. Ci vedevano molte più possibilità di quante non ne vedessi io.
Loro non erano soddisfatti, ma io si. Ero entusiasta di essere Rosalie Hale, di essere me stessa. Compiaciuta perché, da quando avevo dodici anni, ovunque andassi attiravo gli sguardi degli uomini»
Che società di pedofili. Commentai.
«Compiaciuta che le mie amiche sospirassero d'invidia quando mi toccavano i capelli. Felice che mia madre fosse orgogliosa di me, e che a mio padre piacesse comprarmi bei vestiti. Volevo il meglio dalla vita, e sembrava che non ci fossero ostacoli a ottenere ciò che desideravo. Volevo essere amata, adorata. Volevo un matrimonio sfarzoso, pieno di fiori, con tutta la città ad assistere mentre mio padre mi accompagnava all'altare, a guardarmi come se fossi la più bella cosa mai vista»
Esagerata...
«L'ammirazione per me era come l'aria, Bella. Ero stupida e superficiale... ma ero contenta» Rosalie abbozzò un sorriso «L'influenza dei miei genitori era così forte da farmi desiderare anche le cose più materiali. Volevo una casa enorme con mobili eleganti che qualcun altro avrebbe pulito e una cucina moderna in cui qualcun altro avrebbe cucinato. Te l'ho detto, ero superficiale. Giovane e molto superficiale. E non vedevo una sola ragione per cui non avrei ottenuto tutto questo. Ma certi desideri mi stavano a cuore più di altri. Uno in particolare. La mia più cara amica era una ragazza di nome Vera. Si era sposata giovane, a soli diciassette anni. Con un carpentiere, un uomo che i miei genitori non avrebbero mai preso in considerazione per me»
Erano davvero noiosi i tuoi genitori. Le dissi, commentando il suo racconto.
«Erano superficiali quanto me» rispose Rosalie con un sorriso. Pensavo che mi avrebbe insultata. Poi riprese a raccontare «Un anno più tardi aveva avuto un figlio, uno splendido bambino con le fossette e i riccioli neri. Per la prima volta in vita mia mi ero sentita davvero invidiosa di qualcun'altro. Era un'altra epoca. Avevo la tua stessa età, ma ero pronta» disse guardando Bella «Sognavo un figlio mio, una casa mia e un marito che mi baciasse quando tornava dal lavoro. Proprio come Vera. Solo che avevo in mente un altro tipo di casa...» dopo un attimo di silenzio il racconto riprese «A Rochester c'era una famiglia nobile -si chiamavano King, ironia della sorte-. Royce King possedeva la banca per cui lavorava mio padre, e quasi ogni altra impresa della città. Fu così che suo figlio, Royce King II» il nome lo pronunciò sibilando, probabilmente lo odiava «Mi vide la prima volta. Era destinato a rilevare la società, motivo per cui ne fu nominato supervisore. Due giorni dopo, mia madre dimenticò apposta di dare a mio padre il pranzo da portare al lavoro. Ricordo ancora la mia confusione mentre insisteva che indossassi l'abito d'organza bianco e che mi aggiustassi i capelli, soltanto per arrivare fino alla banca e portarglielo. Notai che Royce mi guardava in modo particolare. In fondo, non era l'unico. Ma quella sera arrivò la prima rosa»
Oh, le rose, che tenero. Dissi, non capendo perché Rosalie lo odiasse.
«Aspetta, poi vediamo se lo troverai tenero» mi rispose la vampira, continuando la storia «Ogni sera, durante il corteggiamento, mi mandava un mazzo di rose. La mia stanza ne era sempre piena. A tal punto che, quando uscivo profumavo di rose. Anche Royce era bello. Aveva i capelli più chiari dei miei, e occhi cerulei. Un giorno disse che i miei occhi erano come le viole, e a un certo punto, iniziarono ad apparire anche quelle, assieme alle rose»
Probabilmente avevo gli occhi a cuoricino, era così tenero quel tizio.
«I miei genitori approvavano. Era ciò che avevano sempre sognato. E Royce sembrava tutto ciò che sognavo da sempre. Il principe azzurro venuto a trasformarmi in principessa. Era tutto ciò che volevo... ma niente di più di ciò che mi aspettavo. Ci fidanzammo neanche due mesi dopo esserci conosciuti.
Non trascorrevamo molto tempo insieme. Royce diceva di avere troppe responsabilità al lavoro, e quando era in mia compagnia gli piaceva che la gente ci guardasse, che mi vedesse fra le sue braccia. Anche a me piaceva, c'erano tante feste, balli e bei vestiti. Essere un King ti apriva tutte le porte, c'erano tappeti rossi ovunque. Non fu un fidanzamento lungo. Stavamo organizzando un matrimonio sfarzosissimo. Sarebbe stato come avevo sempre desiderato. Ero felice. Quando parlavo con Vera non mi sentivo più invidiosa. Immaginavo i miei bambini dai capelli biondi giocare nei giardini di villa King, e provavo compassione per lei»
Si bloccò, digrignando i denti, la favola stava cedendo il posto al dramma o forse a qualcosa di peggio. Sentivo i suoi pensieri, essi mi anticiparono un po' il tutto: non era una bella storia con il lieto fine. Forse era anche peggio di quella di Emmett, ridotto in fin di vita da un Grizzly prima di essere trasformato.


§§§§§§Nota dell'autrice§§§§§§
La seconda parte del capitolo con la continuazione della storia di Rosalie arriverà domani. Lo diviso perché sennò il capitolo veniva lunghissimo (1625 parole e il racconto è ancora abbastanza lungo).
Secondo voi qual'è la storia più triste tra tutte quelle dei Cullen? E la più bella?
Per me la più triste è quella di Rosalie, anche se quella di Esme non è da meno; la più bella è quella di Jasper, perché è piena di azione e di guerra. XD
A presto cari e care licantropini, licantropine, vampiretti e vampirette.

I Cullen e i Quileutes 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora