6. Nuova famiglia

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DRRIIIIIN!

Voltai di scatto la testa, smettendo di guardare fuori la pioggia che cadeva sul bosco. Finalmente era finita l'ultima ora. Certo, scienze era interessante però tutte quelle robe le sapevo già, mi bastava leggere una volta la pagina del libro e sapevo già tutto quasi a memoria...
Uscì in fretta dall'aula, non vedevo l'ora di tornare a casa, le pratiche per farmi adottare dai Cullen erano finte. Mi misi a sorridere pensandoci.
«Perché sorridi? Era così divertente la lezione di scienze?» mi chiese Andrea avvicinandosi a me all'uscita dalla classe.
Lo guardai senza rispondere alzando gli occhi al cielo.
Mentre ci dirigevamo verso il parcheggio, incontrammo Alexis e Brian.
In lontananza scorsi Alice vicino alla Porsche. Mi salutò, facendomi cenno di andare da lei in fretta. Salutai gli altri e mi diressi verso la macchina.
«Che succede? Perché così tanta fretta?» le chiesi mentre salivamo in macchina.
Già temevo il peggio... un inseguimento a Victoria finito male, un lupo si era ferito, Bella era stata uccisa da Victoria e ora Edward era depresso e a Volterra. che era successo?
Io facevo ancora la terza media, uscivamo un'ora più tardi rispetto alle superiori, in un'ora potevano aver fatto qualsiasi cosa, senza contare che stamattina c'era anche il sole.
«Niente di cui preoccuparsi» disse Alice, interrompendo i miei pensieri catastrofici «Da circa mezz'ora sei ufficialmente... parte della famiglia» disse sorridendo.
«Seriamente?»
Lei annuì.
«Adesso dovrò iniziare a sopportarti pure come sorella.. sarà dura» le dissi ridendo.
Lei aggiunse ridendo «Ti farò innamorare della moda: gonne, tacchi, trucco,...»
Io la guardai male «No, no, no. Sognatelo. Già dovrò sopportare le battute di Emmett riguardo all'avere una sorella che è un licantropo, oh... già me lo immagino... tu non hai organizzato niente per questo fatto, vero?» chiesi preoccupata.
Si mise a ridere «No, tranquilla. Ho visto che non ti sarebbe piaciuto, perciò ho lasciato perdere» tirai un sospiro di sollievo «Poi, stamattina, avevamo tanto da fare» aggiunse.
Tanto da fare? Bho, saranno andati a caccia, stamattina c'era il sole...

Alice fermò la macchina davanti a casa mia. Anzi, davanti alla mia vecchia casa.
I miei ex genitori addottivi erano impassibili nel salotto, loro si sarebbero trasferiti a breve a Port Angeles.
«Ehi, cucciolotta! Benvenuta nella famiglia!» disse Emmett venendoci incontro e stritolandomi con un abbraccio. Lo sapevo che mi avrebbe chiamata così...
«Emmett, uno: mi stai soffocando; due: mi stai congelando. Mollami!» supplicai.
Lui mi lasciò, ridendo e mi scompigliò i capelli con una mano.
Chiara, respira. Mi ripetevo. Sbuffai e mi ripettinai, per quello che si riesce a fare con le mani, per fortuna non avevo i capelli troppo lunghi.
«Alice, penso di avere anche il tuo potere... avevo previsto che Emmett mi avrebbe chiamata così» con la mia affermazione scoppiammo a ridere.
«Su, vai dentro e metti nelle scatole in camera tua tutto ciò che hai sugli scaffali e in cose simili, tra poco arriverà il camion dei traslochi» mi disse Alice spingendomi verso l'interno della casa.
«Ma... dove mettiamo i mobili di camera mia da voi?»
«Lo scoprirai...» disse Alice scambiandosi un'occhiata complice con Emmett.
«Mi farete dormire in garage?»
«No, tranquilla» rispose Emmett.
Andai nella mia stanza e, in poco tempo tutti i miei libri, i disegni e il resto erano negli scatoloni che ogni tanto Emmett prendeva per caricarli nella Jeep. Poco dopo arrivarono i traslocatori, erano due uomini sulla quarantina e, ovviamente, Emmett per farsi figo si propose di aiutarli... e poi chi era il cucciolo?

Dopo circa un'oretta arrivammo a casa, certo che quel camion dei traslochi era veramente lento...
Subito non notai nulla di diverso. Tutti mi salutarono, e mi diedero il benvenuto nella famiglia, poi Alice guidò i due traslocatori verso quella che sarebbe diventata la mia stanza. Così scoprì che, durante la mattinata, avevano aggiunto un piano alla casa, più che un piano avevano aggiunto una stanza in cima alla casa.
La cosa strana era che dal davanti non si vedeva, solo se uno andava di lato o dietro la casa poteva vederla.
Nella parete opposta alla porta c'era una grande portafinestra che dava su un balcone, dal quale sarei potuta saltare agilmente sull'albero di fronte.
Dopo un po' di tempo la camera era pronta.
«Come avete fatto ad aggiungere una camera a norma di sicurezza, stabile, eccetera, eccetera; in una sola mattina?» chiesi stupita, dopo che i due traslocatori se ne furono andati.
«Ricordati che io sono un architetto» mi disse Esme.
«E che siamo vampiri super veloci» aggiunse Alice.
«Tieni» mi disse Carlisle, allungandomi un pacchetto rosso con un fiocco color oro sopra.
«Ma.. non è né il mio compleanno né una qualche festa» osservai.
«Sei entrata nella famiglia e, più sotto l'aspetto vampiresco, sei entrata nel clan» mi spiegò Carlisle.
«Ma avevi detto che...» iniziai a protestare con Alice.
«Ho detto che non c'era una festa, non ho detto che non ci fosse un regalo» mi rispose lei, con uno sguardo furbo.
«Ti conviene soppesare meglio le parole, quando parli con lei» mi suggerì Edward entrando, dalla porta d'ingresso, nel salotto dove ci trovavamo.
«Non potevi dirmelo prima?» gli chiesi.
Lui alzò le spalle e si sedette sul divano «Mai fidarsi dei vampiri»
Alla fine fui costretta ad aprire il pacchetto. Dentro c'era un ciondolo ovale che recava il simbolo del Clan Cullen, il ciondolo era attaccato ad un filo di cuoio.
Avevo notato che tutti gli altri portavano questo simbolo addosso, quindi, facendo due più due, potevo immaginare che fosse il simbolo della famiglia.
«È il simbolo del clan o famiglia, come preferisci» mi spiegò Carlisle.
Se dico ancora mezza volta o sento nominare la parola "clan" scoppio a ridere, mi sembra di essere tornata all'epoca dei clan celtici o di essere entrata nell'universo di Clash of Clans, Castle Clash, ecc.. pensai.
"Beh, hai ragione, più o meno" pensò Edward, ridacchiando.
«Poi c'erano i lupi rompiscatole che ti volevano...» mi disse Emmett.
«In che senso?» chiesi.
«Volevano farti una sorpresa o robe simili... "cose da lupi" ha detto quel Jacob» continuò Emmett.
«Già, a questo proposito è meglio se andiamo» disse Carlisle alzandosi dalla poltrona.
Ok, ora ero confusa. Perché Carlisle ed Esme stavano uscendo con me? Che cosa c'entravano loro con i licantropi?
Era molto irritante quando tu volevi sapere qualcosa e nessuno la pensava, appunto per evitare che tu la scoprissi. Mi sentivo troppo normale! Ora capivo come si sentiva Alice, non potendo prevedere le mosse dei licantropi...

I Cullen e i Quileutes 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora