28. Aria di festa

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«Evvaiiiiiii!» urlò Alice felicissima per qualcosa. Iniziò a saltare e a correre come una lepre per tutta la casa, ma con movimenti aggraziati degni di un colibrì.
Era molto ma molto felice. Sembrava una ragazzina fissata di qualche film, libro o chissà che -una fangirl al 300%, in sintesi- che aveva appena visto la realizzazione di una ship che attendeva da tempo.
Tipo... Bella che decideva di sposarsi con Edward e chiedeva a lei, Alice, di allestire il matrimonio.
Uscì da camera mia e seguì il Tornado Alice che era in salotto.
«Tutto bene, Alice?» chiese Emmett, guardandola stupito.
«Bella ed Edward si sposano!» esultò lei.
«Lo sapevamo già» le fece notare Rosalie.
«Sì, ma Bella ha deciso di farmi organizzare il matrimonio!»
«Ha fatto una pessima scelta, adesso farai tutto come se fosse una celebrità» commentai.
Lei mi fece la linguaccia, come una bambina, e saltellò fuori, sedendosi sulle scale del portico per aspettarli.
Iniziai a salire la scale per andare in camera mia, ma un'idea che mi terrorizzò affiorò lentamente nella mia testa.
Uscì fuori, avvicinandomi ad Alice.
«Alice, vero che non vorrai farmi indossare uno dei tuoi soliti "vestitini carini"?» le chiesi preoccupata.
«No, no, tranquilla»
«Sicura?»
«Si, certo»
«Quindi non dovrò mettere un vestito rosa confetto abbinato a delle scarpe con dei tacchi alti come un grattacielo?»
«No...» si sentiva che stava mentendo.
«Sicura?» le chiesi con uno sguardo indagatorio.
«Sicurissima. Parola di vampiro»
«Dopo che mi avete detto "non fidarti mai dei vampiri" la tua "parola di vampiro" non mi conforta»
«Tranquilla, non ci sarà nessun vestito rosa confetto»
Annuì poco convinta e mi rintanai in camera mia.

Poco dopo sentì il Pick-up di Bella che frenava davanti alla casa.
«Grazie, Bella!» sentì dire ad Alice.
«Aspetta, Alice» disse l'umana «Ho qualche condizione da porre»
«Lo so, lo so, lo so. Dev'essere, al più tardi, il 13 di agosto; hai potere di veto sulla lista degli invitati; e se esagero non mi rivolgerai più la parola»
Ok, sapevo che Bella non avrebbe più rivolto la parola ad Alice.
«Ah, ok. Beh, d'accordo. Vedo che conosci le regole»
«Non preoccuparti, Bella, sarà perfetto. Vuoi vedere il tuo vestito?»
Cosa?! Alice aveva già preso un vestito? Era proprio sicura del matrimonio, allora.
«Certo» disse Bella. «Ehm... Alice? Quando mi hai comprato un vestito?»
«Per queste cose occorre tempo, Bella» la sentì dire nel mentre che salivano le scale. Aveva un tono di voce evasivo «Voglio dire, non ero certa che le cose avrebbero preso questa piega, ma c'era una possibilità concreta...»
«Quando?» la interruppe Bella.
«Da Perrine Bruyere la lista d'attesa è sempre lunga, ecco. I capolavori di tessuto non si creano in un giorno. Se non ci avessi pensato prima, saresti costretta a pescare dal tuo armadio!»
«Perri chi?»
«Non è uno stilista di serie A, Bella, perciò non è il caso di perdere le staffe. Però promette bene, ed è specializzato in ciò che cercavo»
«Non sto perdendo le staffe»
«Certo che no» poi si rivolse ad Edward «Tu resti fuori»
«Perché?» domandò Bella.
«Bella» sbuffò Alice «Conosci le regole. Non può vedere il vestito fino a quel giorno»
Bella fece un respiro profondo «Non m'importa. E poi l'avrà già visto nei tuoi pensieri. Ma se preferisci...»
Raggiunsi Edward e vidi Alice che lo spingeva fuori dalla camera e chiudeva la porta.
«Perfetto» mormorò la vampira «Forza»
Mi sedetti sulla ringhiera delle scale. «Ti hanno chiuso fuori, eh?»
«Già...» rispose continuando a fissare la porta, come un cane che attende il ritorno dell'amato padrone.
«Non penso che Bella si spaventerà così tanto del vestito. Anche se Alice, a volte, è un po'... eccentrica»
Sentimmo il rumore della zip, di una custodia che conteneva il vestito, che si apriva.
«Allora?» chiese Alice.
«Ah. Vedo»
«Che te ne pare?»
«È perfetto, ovviamente. Va a pennello. Sei un genio»
«Lo so»
«Millenovecentodiciotto?»
«Più o meno. In parte è un disegno mio, lo strascico, il velo... il pizzo è d'epoca, ti piace?»
«È bellissimo. Perfetto, per lui»
Guardai Edward ridacchiando.
«Ma per te è perfetto?» insistette Alice.
«Sì, penso di sì, Alice. Penso sia proprio ciò di cui ho bisogno. So che farai un gran bel lavoro... se riesci a contenerti» un attimo di silenzio seguì quell'affermazione. «Posso vedere il tuo vestito?» chiese Bella.
Il silenzio rispose a Bella.
«Non hai ordinato anche il vestito da damigella? Non voglio che la mia testimone sia costretta a pescare qualcosa dall'armadio»
«Grazie, Bella!»
«Com'è possibile che non lo sapessi già? Che razza di veggente sei?»
«Ho talmente tanto da fare! Vai a giocare con Edward. Devo rimettermi al lavoro»
Alice schizzò fuori dalla stanza «Esme!»
«È stato molto, ma molto gentile da parte tua» disse Edward a Bella quando quest'ultima uscì dalla camera di Alice.
«Mi sembra felice»
«Usciamo» suggerì lui di scatto «Andiamo alla nostra radura»
«Non devo più nascondermi, vero?»
«No. Ormai il pericolo è passato»
Non è detto. Pensai girandomi e saltando giù dalla ringhiera, direttamente sulle scale. Con la sfortuna che ha Bella, qualsiasi cosa potrebbe decidere di attaccarla.
Scesi le scale che mi separavano dal salotto.
«Ehi, Jasper?»
Lui si girò verso di me con uno sguardo interrogativo.
Mi trasformai e mi misi in posizione d'attacco, scodinzolando.
Lui si mise a ridere «Vuoi davvero giocare alla lotta? Adesso?»
Annuì e ringhiai lievemente.
Il vampiro si alzò posando, sul tavolino di fronte al divano, un libro che stava leggendo.
«Ehi, vengo anch'io» protestò Emmett, spegnendo la televisione.
Ma... due contro una è sleale...
«Io e te contro Jazz non è sleale» mi disse Emmett facendomi l'occhiolino e aprendo la porta.
Ci sto. Risposi sfrecciando fuori.

I Cullen e i Quileutes 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora