Tacchino e maionese

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Simon

Matt mi aveva chiesto di vederci davanti alla clinica dov'è si trovava Alex.
Nonostante non fosse il momento adatto per risolvere quella questione, non potevo dire di no ai miei amici.
Ma caspita se Matt non fosse in ritardo.

-Simon!- disse un'ombra davanti al finestrino della mia Range.

-Finalmente-
Appena abbassai il finestrino dalla sua faccia avevo capito che ci fosse qualcosa che non andava.

-Alex sta bene?- gli chiesi.

Uscii dalla mia auto, sperando che non avesse fatto altri casini.
-Sono preoccupato per te- disse poi lui.

In effetti era parecchio che non dormissi come si deve, ma erano anni ormai che la mia vita fosse così disordinata non poteva essersene accorto solo ora.

Aggrottai la fronte.

-Non mi spiego come tu possa essere finito con mia sorella. Proprio tu poi. Ammetto che un po' sia cambiata, ma ci deve essere qualcosa sotto.- disse.

Deglutii, quella rompicoglioni aveva già spifferato tutto.
-Che ci vuoi fare sarà il fascino dei White- dissi cercando di essere convincente.

Matt scosse la testa.
-Ammetto che mia sorella abbia il suo fascino, ma da Simon, ti sei fatto fregare. Proprio tu. Almeno potevi andarci piano, addirittura sposarla.-

Che cosa?

Quella stronza gli aveva detto che ci eravamo sposati.

Dovevo calmarmi.
Ispirai.

Mi sforzai di sorridere.

-Che ci puoi fare, dovresti sapere meglio di me che quando ami qualcuno, sei disposto a fare follie- dissi cercando di sembrare convinto.

Amare un corno. Quell'arpia me l'avrebbe pagata. Non avrei dovuto aiutarla, se non avesse messo a rischio il lavoro di anni la avrei lasciata in pasto agli squali. Se lo meritava dopo tutto.

Matt mi fissava, rilasciai i pugni, le nocche mi erano diventate bianche.

-Sarà, ma fino a quando non vi vedo insieme sarà difficile crederci. Avete fatto così tutto alla svelta. Non è che quella sprovveduta è incinta e ti ha incastrato?- mi chiese.

In un certo senso mi aveva incastrato. Ma incinta, Leon?
Quella era una delle cose che avevamo in comune, nessuno dei due aveva lo spirito giusto per essere genitori.

-No- risposi di impeto.

-Te l'ho detto, a furia di litigare è scattato qualcosa. Non ha senso rimarginare sul passato.- dissi.

Non credevo ad una sola di quelle parole che avevo pronunciato.
Matt cercò di aggiungere altro.

-Se sei mio amico, accetta questa cosa. Io e tua sorella siamo sposati. Ora occupiamoci di Alex- dissi prima che potesse aggiungere altro.

Mi avviai verso l'entrata della clinica, non avrei sopportato di continuare quella conversazione. La mia rabbia era salita alle stelle.

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