Leony.
Non so bene il motivo, ma Simon mi concesse di andare a trovare mia sorella quel pomeriggio. Forse perchè avevo passato tutta la serata del suo non compleanno chiusa nella mia stanza.
Mi fa strano però credere che sia diventato sensibile tutto d'un tratto.
Avevo appena lasciato casa della mia, leggermente-più-socievole, sorella maggiore e del suo piccolo batuffolo. Povera creatura. Si ritrovava il peso di portare il nome di mio padre.
Il strano autista che Simon mi aveva concesso mi stava invitando a rientrare in auto, quando la mia mente diabolica, forse meglio masochista, ebbe un illuminazione.
Che mi portò dove sono ora.
-Signora, cosa ha deciso? Torniamo indietro o scende?- mi chiese l'autista riportandomi al presente.
Deglutii, sarebbe stato più facile tornarmene nel bunker che ormai era diventata la mia casa, ma la mia curiositá mi diede il coraggio necessario.
-Scendo- dissi con voce quasi stridula.
Forse avevo un po' esagerato con l'outfit, sembravo una di quelle casalinghe anni cinquanta, se non fosse per la minigonna.
Affrettai il passo e mi ritrovai sulla lunga scalinata che mi avrebbe portato a destinazione.
A quanto pare i protocolli del mio caro maritino, prevedevano il fatto che potessi stare in un luogo pubblico, esclusivamente se fosse presente un mio familiare, nella mia stessa stanza o lui stesso per cui la distanza poteva variare fino a 500 metri.
Eccomi quindi nella sua aula di tribunale.
Non vi erano molte persone presenti.
Ma quelle poche sedute avevano un'aria importante.Stavano discutendo riguardo alcuni possedimenti, navi mercantili forse.
Nonostante fossi ancora incazzata con lui, non potevo fare a meno di osservarlo e adorarlo nelle vesti di avvocato.
Mi sarei fatta sbattere, seduta stante davanti gli occhi dei giudici.
Mi morsi il labbro e mi affrettai ad accomodarmi prima che qualcuno potesse notare la mia presenza.
Simon, sembra un Dio nel suo lavoro, davvero, ogni parola che fuoriesce dalle sue magnifiche labbra zittisce chiunque.
L'avvocato della controparte mi fece quasi pena.Il cliente di Simon invece, erasulla cinquantina, credo, non riuscii a vedere il volto da quella angolazione.
Poi mi sembrò di riconoscere Hella, stava sussurrando qualcosa a Simon.
Non riuscii a capire la natura della conversazione ma lui sembrò annuire.Il giudice invece sembrava annoiato, chissá quante ne aveva sentite nella sua carriera.
Se fosse stato per questa udienza, il mio caro maritino sarebbe sembrato proprio un normale, sempre strafigo, avvocato.
Poco dopo il giudice disse qualcosa, che non riuscii a sentire, troppo impegnata a fissare il mio Scar.
Ero abituata a vederlo vestito cosí elegante, ma nei panni di avvocato era ancora più incredibile.Qualcuno iniziò ad alzarsi, che sia finita?
Non so, aspettai qualche secondo per capire cosa stesse succedendo.
Hella si voltò nella mia direzione.
Mi stava fissando e non le sarebbe servito molto per capire che fossi proprio io.
Mi accovacciai per non farmi vedere.
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Take a lie
ChickLitSecondo libro, dopo il successo di Take Care, altri due nuovi protagonisti sono pronti a stupirci. una serie di bugie e omissioni porteranno all'amore? Simon e Leony, non sono più i ragazzini pieni di passione di un tempo. La vita li ha allontanat...