Debutto parte uno

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Leony.



Anche se mi costa ammetterlo i vestiti che mi ha fatto portare Simon sono piuttosto belli. Molto classici per il mio genere ma davvero stupendi. 

Dopo averli provati tutti ne ho scelto uno nero. 

Non era neanche il mio preferito ma era l'unico che era scoperto nella parte alta della schiena, dove avevo il mio unico tatuaggio. Avevo deciso che lo avrei coperto con una dose abbondante di fondotinta, in modo che una volta per tutte quel Getro si mettesse l'anima in pace. Se quel disegno non fosse una delle ultime cose che restavano di Luke lo avrei già fatto rimuovere. Mi aveva dato un sacco di rogne.

Piastrai la massa imponente di capelli e la raccolsi da un lato. Mi truccai in modo da far risaltare i mei occhi chiari.
Li avevo sempre odiati, erano il marchio inconfondibile che fossi figlia di mio padre.

Pensare che in quegli anni che avevo passato in giro per il mondo li avevo sempre coperti con delle lenti a contatto  colorate.

Dopo aver fatto intrecci da vera contorsionista per coprire alla men peggio il tatuaggio infilai l'abito, che come un guanto esaltava forse troppo le mie forme, mi allontanava ancor di più da quello che ero veramente, ma tanto ormai tutti si erano fatti una certa idea di me. Almeno così Simon sarebbe stato contento di avvalorare ancor di più le sue teorie.

Indossai un paio di orecchini di diamante per e completare il tutto un paio di tacchi rossi vertiginosi, che sarebbero stati il mio biglietto da visita per dare nell'occhio.

- Che la festa abbia inizio!-

Un'ottima occhiata allo specchio e poi subito in auto. Ero nervosa come forse poche volte nella mia vita, ma non potevo non giocarmi al meglio questa opportunità.

Una volta entrata nella berlina nera non fui per niente sorpresa  di non trovarci dentro Simon.


-Buonasera signora, lieta di accompagnarla questa sera. Suo marito mi ha pregato di venire a prendere prima lei.- mi comunicò l'autista.

-Che gentile- dissi con l'amaro in bocca.

Strinsi le mani così forte da conficcarmi le unghie nei palmi, i giochetti di Simon questa sera non avevano quasi nessuna importanza. Il mio unico obiettivo era Getro. Doveva ricredersi su di me, dovevo da un lato evitare il più possibile che riuscisse a ricordarsi di me e dall'altro capire finalmente il suo ruolo ed avvicinarmi il più possibile alla verità.

Il mio pensiero andò a Luke, mi aveva giocato davvero un brutto tiro.

La portiera si aprì e prima che potessi accorgimenti entrò Simon. L'aria sembrò riscaldarsi ancora di più. Poggiò la testa sullo schienale senza degnarmi nemmeno di uno sguardo. Sembravo teso almeno quanto me, e non era dovuto alla nostra vicinanza. C'era qualcosa che lo preoccupava.

Iniziai a sventolarmi per fare aria. In quel momento si voltò in mia direzione. Mi scrutò.

-Non avevo dubbi che avresti scelto questo abito- disse in un grugnito prima di voltarsi.

Abbassai lo sguardo e notai che i due vigorosi spacchi della gonna avevano lasciato le mie gambe nude.

Una parte di me in quel momento voleva ribellarsi e dirgli il vero motivo per cui avevo scelto quel vestito, ma non gli avrei mai dato quella possibilità.

Take a lieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora