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Alle sei del mattino mi ritrovai addosso a Chris; eravamo tutti sull'erba ed eravamo in ritardo per la partenza... non ci eravamo resi conto di esserci addormentati fuori casa. Dopo aver fatto i salti mortali per ritornare in casa senza farci beccare dal nonno, fummo in macchina; ci aspettavano circa otto o nove ore di viaggio passando per la I-85 N e per la I-95N , saremmo dunque arrivati nel primo pomeriggio considerando anche le varie soste.

Il viaggio non sembrò pesare particolarmente a nessuno perché trascorremmo il tempo a parlare, cantare e scherzare. Guidò per tutto il tempo Chris anche se tutti avevamo la patente; in America infatti, a differenza dell'Italia, avevo l'età giusta per poter guidare infatti l'estate precedente il nonno William aveva insistito per farmi prendere la patente americana per poter accompagnare la nonna a fare shopping.
Ci fermammo solo due volte: la prima alle 10 per poter fare uno spuntino e andare in bagno, la seconda per poter pranzare in un autogrill; fummo fortunati a non trovare tanto traffico.
Arrivammo a casa dei nonni Evans alle 15.45,Andre e Charlotte rimasero con noi perché i loro genitori erano stati invitati a pranzo dai miei nonni.

La casa si trovava vicino la costa, era una villa a tre piani, la villa più grande di Manhattan e forse anche di New York, visto che il nonno era l'uomo più importante e ricco di tutta New York e mia nonna aveva l'Accademia musicale più ricercata dello stato... L'arredamento era particolare perché non era né antico né moderno,una via di mezzo direi. Bussai alla porta e, come mi aspettavo, furono Grace e Taylor ad accoglierci; Grace era la domestica dei nonni, era una bella donna che aveva sempre rispettato i miei nonni era ormai ritenuta da tutti un membro della nostra famiglia... Taylor, beh lui era il mio zione , era l'autista o meglio il braccio destro del nonno; avevo sempre avuto un debole per Taylor perché lui mi aveva sempre coccolata e viziata, anche quando ero in Italia lui mi spediva ogni mese lettere, nelle quali mi raccontava come andavano le cose (sarebbe stato più facile comunicare via Skype ma a lui non piaceva, diceva che le lettere erano più personali e intime e facevano sentire l persone più vicine), e mi regalava sempre qualcosa: un vestitino, un bracciale o accessori per la danza e ogni volta che qualcosa non andava era sempre pronto a consolarmi.
Li abbracciai calorosamente,mi erano mancati tanto anche loro, e la stessa cosa fecero Chris, Charlotte e Andre ; ci aiutarono a prendere i nostri bagagli e ci portarono in salotto dove ci attendevano i nostri cari.
Era molto strano ritornare qui perché trascorrevo poco tempo con i nonni paterni a causa dei loro impegni lavorativi e della distanza, ma nonostante ciò avevo un bellissimo rapporto con entrambi.

"I miei amati eredi" urlò mio nonno venendoci incontro "come siete cresciuti! E tu Clary stai diventando una donna" disse commosso, continuando ad abbracciarci... Era ancora in grandissima forma, sembrava un ragazzino con gli occhi azzurri proprio come i miei, ma aveva i capelli completamente bianchi

"Non me li strapazzare troppo, caro" disse mia nonna abbracciandoci e riempiendoci di baci; mia nonna era l'eleganza e la perfezione incarnate in una persona, era sempre ordinata e composta, con i capelli sempre al loro posto e il trucco impeccabile, poteva apparire snob ma era in realtà molto semplice e aveva un cuore d'oro.

Salutai anche i genitori di Andrea, Jake e Isabelle; erano stati dei secondi genitori per me e soprattutto Isabelle mi amava, lei come mia madre sperava di vedere me e suo figlio fidanzati, mi regalava sempre gli abiti che creava;era infatti una bravissima stilista e Charlotte sembrava aver la stessa passione per la moda che aveva sua madre. Jake invece era uno dei dipendenti di mio nonno, era il contabile dell'azienda e il nonno lo aveva sempre trattato come un figlio; i nonni di Andrea e Charlotte erano morti prima che loro nascessero in un incidente stradale e mio nonno aveva accolto in casa sua Jake, facendolo crescere insieme a mio padre e dandogli tutto l'amore che solo un padre poteva offrire a un figlio.

"Allora ci spiegate che succede e perché vi avete fatti venire qui senza troppi giri di parole?" chiese Chris con la sua solita delicatezza da elefante

"Christian!" lo chiamarono i nostri genitori facendo ridere tutti noi

"Vi spiegheremo tutto" disse mia madre "chi inizia a parlare?"

"Ci penso io" disse mio nonno sicuro di sé e avvicinandosi a me e mio fratello per prenderci a mano; vidi il suo sguardo indurirsi alla vista delle cicatrici sui polsi che stranamente non avevo coperto con qualche bracciale... "Sapete che sono a capo di una grande rete industriale non solo di New York ma anche di altre città dell'America e potete immaginare quanto sia duro e faticoso gestire questo impero da solo" fece una pausa prima di continuare "ormai ho una certa età, per quanto mi venga difficile ammetterlo, così ho pensato di chiedere a vostro padre di iniziare a lavorare con me, essendo il mio unico figlio. Ovviamente prima di fare questa proposta a vostro padre ho pensato a tutta la famiglia, a ciò che sarebbe stato meglio per voi perché sia io che mia moglie vi amiamo. Quest'anno è stato particolarmente difficile, soprattutto per te piccola, e il pensiero di non poter essere al tuo fianco e di non poterti difendere ci ha distrutti e per questo ho pensato di chiedere a tutti voi di trasferirvi qui con noi così vostro padre lavorerà con me, vostra madre potrebbe lavorare tranquillamente qui, potrebbe addirittura gestire un ospedale tutto suo grazie alla sua bravura e al suo amore, tu Christian potresti frequentare la Columbia e lavorare con me e tuo padre... e tu Clary potresti finire il liceo qui, le scuole sono ottime e avresti Andrea al tuo fianco"

"Frequenteresti anche la mia accademia amore" aggiunse mia nonna "tanto si trova a due isolati da qui"

"Scusate il mio lunghissimo discorso ragazzi ma io voglio solo il vostro bene e ci tengo a dirvi che non siete assolutamente obbligati ad accettare la nostra proposta perché so che vi sto chiedendo tanto. Quindi pensateci su, avete una settimana di tempo per decidere così avrete tutto il tempo per tornare in Italia, sistemare le vostre cose e magari stare un altro po' da vostro nonno Poldo" mio nonno mi baciò la mano e se andò

"Stavamo dimenticando una cosa" disse mia nonna "voi non starete sotto il nostro stesso tetto ma andrete a stare nella casetta oltre la piscina" sapeva benissimo che questa scoperta ci avrebbe spinto ad accettare la proposta.

"Allora? Che se pensate?" chiese mia madre stringendo la mano a suo marito "sembrate sconvolti e non capisco se la cosa è positiva o negativa"

La ragazza delle STELLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora