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"Amori miei, ci mancherete tanto" disse mia nonna "ma ormai non siamo così lontani e spero che riusciremo a vederci almeno una volta al mese" continuò a baciarci ed abbracciarci

"Si nonna tranquilla, riusciremo a vederci spesso e poi al vecchietto mancheremo tanto, soprattutto perché ormai è così anziano che senza aiuto non ce la può fare" disse ovviamente Chris che non perdeva occasione per prendere in giro e stuzzicare mio nonno; ma questo era il loro modo di dimostrarsi affetto

"Stai zitto e dai un abbraccio al tuo vecchio" disse mio nonno con le lacrime agli occhi "mi raccomando andate piano e chiamateci quando arrivate. Vi voglio bene" ci accompagnarono alla macchina e dopo averci salutati un'altra volta e ci fecero partire.

Ero triste perché non volevo lasciare quel paradiso terrestre che avevo sempre ritenuto come una casa; quell'estate era stata diversa dalle altre perché il nonno ci aveva fatto lavorare ma soprattutto perché quella volta non sarei tornata in Italia ma sarebbe iniziata la mia nuova vita. Mi sentivo molto più sicura di me e non solo perché non avevo più l'apparecchio ai denti o perché grazie ad Andrea avevo iniziato a cantare e a lavorare sulla mia timidezza; mi sentivo più matura, diversa e pronta per affrontare un nuovo anno a Manhattan. Ero curiosissima di vedere la mia casetta, la mia nuova scuola, i miei nuovi professori e compagni; ovviamente mi sarei dovuta abituare ai ritmi delle scuole americane ma avevo un'ottima guida, Andrea, che sarebbe stato sempre accanto a me.

Ero agitatissima e questo mi impediva di prestare attenzione alle discussioni che c'erano all'interno della macchina.
"Tutto bene?" mi chiese Chris guardandomi attraverso lo specchietto retrovisore

"Sisi... Stavo solo pensando a tutto ciò che è cambiato e sono curiosa di vedere la nostra nuova casetta" risposi

"Anche io lo sono! E sono sicuro che questi due sappiano qualcosa" disse indicando i due fratelli

"Ehmm... Diciamo che abbiamo aiutato i vostri nonni ad arredarla. È davvero molto bella" disse Charlotte.

Il viaggio continuò tranquillamente parlando, giocando e scherzando; le ore anche quella volta sembravano essere volate via, fummo inoltre fortunati perché non trovammo molto traffico e in otto ore e mezza arrivammo a casa dei nonni. Erano le sei del pomeriggio e dopo aver lasciato Andre e Charlotte a casa entrammo in casa. Trovammo tutta la nostra famiglia nel salone: il nonno leggeva, la nonna suonava, mamma e papà erano abbracciati sul divano, sembravano una su quelle giovani coppie che erano così innamorati da non accorgersi di coloro che avevano intorno... desideravo un amore come il loro, magari non a diciassette anni,ma speravo prima o poi di riuscire a trovare qualcuno disposto ad abbandonare tutto per me.

"Che bella accoglienza" disse Chris ottenendo l'attenzione di tutti "non affrettatevi ad abbracciarmi o mi farete capire che mi volete bene"

"Bentornati! E tu smettila di lamentarti... Ah lì ci sono due mazzi di chiavi della casetta e a breve avrete altre sorprese così la smetterete di dire che non vi vogliamo bene" disse mio nonno abbracciandoci.
Salutammo velocemente anche la nonna, mamma e papà; prima di raggiungere la nostra casetta, che non era poi così piccola...

"Apri tu o apro io?" Chiese Chris

"Apri tu! Io sono troppo emozionata" mi tremavano le mani, non sarei riuscita ad aprire la porta

Aprì la porta facendo rimanere entrambi a bocca aperta, era tutto davvero stupendo e perfetto: al piano terra c'era una grande cucina moderna con l'isola che occupava metà stanza, l'altra metà era occupata invece da un divano a L nero rivolto verso una televisione che faceva concorrenza a quelle dei cinema; nella stanza entrava tantissima luce perché tutti le pareti esterne erano a vetro. Attraverso un corridoio si arrivava a due stanze diverse: sulla sinistra c'era il bagno, in fondo al corridoio c'era la sala giochi senza arredamento e sulla destra c'era la scala che portava al piano superiore.
Qui lo spazio era diviso in due da un corridoio che portava al terrazzo che univa le camere da letto: a sinistra c'era la mia camera da letto, tutta sui toni del bianco e del nero con una finestra di fronte la porta che portava al terrazzo, sulla destra c'era un enorme letto rotondo con le lenzuola bianche e nere a pois e i comodini della stessa fantasia delle lenzuola, accanto alla porta a destra c'era una scrivania e infine c'era una porta scorrevole che portava alla cabina armadio, grandissima e piena di vestiti. Infine c'era il bagno personale con una vasta idromassaggio e una specchiera per sistemare il make-up. La stanza e il bagno di Chris erano delle mie stesse dimensioni ma prevalevano i diversi toni di blu, suo colore preferito, e il letto non era rotondo ma un normale letto matrimoniale.
Il suono del telefono al piano di sotto che stava squillando ci fece saltare in aria; era Grace che ci diceva di raggiungere la nostra famiglia per cena.


                              ***

"Allora vi piace la nuova casetta?" chiesero i miei genitori

"Io la chiamerei casa e non casetta! È grandissima ed è stupenda, grazie mille. Davvero ancora non riesco a credere che la mia vita stia cambiando così tanto e in meglio. Nonna i vestiti che hai scelto sono davvero stupendi" mi alzai per ringraziare i miei nonni dando loro un grande bacio

"È un piacere per noi rendervi felici! Domattina Taylor vi farà da guida turistica per le strade di New York così da farvi conoscere e memorizzare le strade più importanti per raggiungere la scuola, il centro città, il college e tutto ciò che vi può servire. Penso vi basti una settimana per orientarvi tanto siete già stati qui un paio di volte e i Brown all'inizio staranno sempre con voi" ci informò mio nonno.
La cena proseguì serenamente con il nonno, papà e Chris che parlavano dell'azienda e io, la mamma e la nonna che parlavamo della scuola, dei corsi che avrei dovuto frequentare, degli eventi a cui avremo partecipato; mi immaginavano già al primo ballo scolastico, accompagnata da un ragazzo di buona famiglia che mi amava e altre cose molto sdolcinate.

Anche quella settimana sembrò volare via: mamma, papà e il nonno erano sempre a lavoro e ritornavano solo per la cena, raccontandoci ciò che avevano fatto durante la giornata; la nonna andava all'Accademia e molto spesso mi portava con lei per farmi esercitare, io e Andrea ci eravamo ripromessi che le avremo fatto ascoltare la canzone ma lei non aveva mai tempo. Le mattine le trascorrevo con Chris e Taylor in giro per New York, qualche mattina eravamo anche andati a trovare mamma e papà a lavoro ma li trovavamo sempre molto impegnati; i pomeriggi invece li trascorrevo con Andrea per decidere i corsi da frequentare. Avrei frequentato la East High School, i colori principali erano il bianco e il blu; Andrea continuava a vantarsi della nostra scuola e della squadra di calcio. Un pomeriggio aveva anche portato il vecchio annuario per farmi vedere alcuni compagni di scuola e per farmi vedere e capire come venivano divisi i ragazzi.

E finalmente arrivò la mia ultima notte da ragazza sfigata, quella che metteva fine alla mia estate, fu una notte molto movimentata perché non riuscii a dormire a causa dell'agitazione e della paura per ciò che sarebbe accaduto il giorno seguente.

La ragazza delle STELLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora