Prefazione

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Caro lettore,
il romanzo breve che ti accingi a leggere è nato per caso nell'estate del 2015. La perturbazione nota con il nome di 'Caronte' aveva appena lasciato la sua torrida presa e con la mia famiglia imbarcata su 'Winnie', il nostro camper, ci fermammo in una incantevole piazzola fronte mare di un camping in Croazia.
Sotto l'ombrellone io e mia moglie, che non ringrazierò mai abbastanza (quindi perchè tentare imprese impossibili? 😬 ), iniziammo a vagheggiare di una trama.
'Bello: si potrebbe farne una serie TV!' Questo fu il nostro primo pensiero.
Va detto che l'ultimo mio scritto non relativo alla mia materia, l'oftalmologia, lo avevo prodotto nel 1989 ed era il tema di maturità... Un curriculum niente male.
Così, con l'ardimento incosciente tipico del novellino, iniziai a buttare giù questa storia, al presente, in prima persona. Dannazione! Non si può avere idea di quanto difficile sia scrivere un intero libro in prima persona finché ci si prova. La scelta ti obbliga a non intervenire MAI come voce narrante e a non descrivere MAI qualcosa che non sia presente in quel momento ai cinque sensi del protagonista. Volevo poi una prosa asciutta, rapida, adatta a una lettura su telefonino. L'ho voluta soprattutto per mondare certi miei peccati giovanili. Da giovane ero incapace di liberarmi dalla convoluzione e dagli arzigogoli di infiniti e pesanti periodi. "Todesco che parla 'tajàn" diceva la mia prof di Italiano al liceo. Avevi ragione Lydia, che Dio ti glorifichi nel paradiso dei bravi insegnanti dove sei ora.
Dicono che io sia riuscito nei miei intenti.
Che altro dire?
Buona lettura.

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