5.

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Vengo tirata per il braccio in un vicolo strettissimo, tanto da non potersi neanche definire tale: è più che altro uno spazio di una sessantina di centimetri tra un edificio e quello al suo fianco. Una mano cerca di tenermi ferma contro il muro, tappandomi la bocca.
Il ragazzo che avrei voluto sgozzare poco fa mi ha appena evitato un problema.
Il poliziotto correndo passa davanti al luogo dove ci siamo rifugiati, ma per nostra fortuna non ci vede. Il mio 'salvatore' toglie la mano dalla mia bocca e riprendiamo a respirare. Lo ringrazio, sebbene abbia il fiatone e non riesca a parlare. Correre non è il mio forte.
-Comunque piacere, Valerio.
-Tranquillo, lo so già.
Rimane un attimo sbigottito, poi mi chiede se sono una sua fan.
-Beh sì, lo sarei, ma non so se continuare ad esserlo dopo che mi hai dato della ladra.-Dico facendo la finta scocciata.
Mi guarda male e mi ricorda di avermi appena nascosta da un poliziotto.
Inizia a piovere, quindi ora oltre che i vestiti ricoperti di chiazze blu, verdi, rosa e chi più ne ha più ne metta, ci stiamo anche bagnando.
-Se rimaniamo vestiti così ci noteranno sicuramente, magari anche l'agente di prima...
Propongo allora di andare nel negozio in cui lavoro, anche se è chiuso a quest'ora ho con me le chiavi.
Mentre andiamo a prendere il bus nella mia testa appaiono diverse idee riguardanti il fatto di prima, siccome in realtà non so se sono i poliziotti a intervenire in questi casi, ma sicuramente non sarebbe venuto a farci i complimenti. Avrebbe potuto essere per l'atto di vandalismo, ma anche perché stavamo praticamente urlando, oppure perché sentendo la parola 'ladra' voleva accertarsi che non stesse succedendo nulla.
Dopo aver preso i biglietti aspettiamo alla fermata e Valerio mi ricorda che non gli ho detto il mio nome.
-Mi chiamo Anastasia.
Mi guarda un attimo, sembra stia pensando.
-Mi ricorda qualcosa questo nome...Eri tra quelli che hanno scritto sotto l'ultima diretta o sbaglio?
-Sì, sono io.
Wow, non so come sto facendo a mantenere la calma. Mi sento pervadere da una sorta di ansia, ma non è proprio questo. È un misto anche con la felicità e puntualmente comincia a tremarmi la gamba. Dai, che imbarazzo, quando mi agito poi faccio solo figuracce.
-Che hai alla gamba?
Ecco, appunto. Che ho alla gamba? Beh, al costo di apparire stupida, meglio che dica la verità.
-N-Niente.
Non volevo esattamente dire questo, ma il bus è appena arrivato quindi tanto vale non perdere tempo.
Attiriamo occhiatacce da parte di tutti a causa di come siamo ridotti.
Finalmente arriviamo al negozio, cerco le chiavi ed entriamo, togliendo l'allarme ovviamente.

Gli dico che pago io i vestiti perché glielo devo, poi gli indico dove sono quelli maschili. Mi dirigo verso la sezione femminile, dalla parte opposta dei camerini, e scelgo una maglietta a maniche corte verde acqua con qualche disegno, dei leggins marroni e una giacca di jeans: sta tornando il sole ormai.
Lui intanto va a cambiarsi e quando mi giro per andare a fare la stessa cosa lo intravedo da uno spazio lasciato dalla tendina: Dio mio, quanto è figo?
Distolgo lo sguardo ed entro nel piccolo spogliatoio di fianco. Mentre mi sto vestendo comincia a squillare un cellulare.
-Credo sia tuo.-Dice Valerio.
-Ma proprio ora? Mi sto cambiando, non posso rispondere.
-Se vuoi te lo passo, oppure rispondo io.
Okay, non mi pare proprio il caso che mi dia il telefono ora, quindi accetto la seconda proposta.

VALERIO'S POV

Al telefono parla una voce maschile, chiedendomi dove sia la sua ragazza. Non mi pare molto felice che abbia risposto io. Gli dico che non può parlare in questo momento e continua a insistere.
-Anastasia, sei pronta? Perché continua a chiedere di te.-Comunico mettendo un attimo il muto.
-Ma chi è?
-Immagino il tuo ragazzo.
-Ah. Okay, ho finito, passamelo.
Comincia a discutere con lui, penso che non vada molto bene tra loro, ma non voglio certo intromettermi. Non sono affari che mi riguardano.
Una volta conclusa la telefonata prende i vestiti sporcati prima e li mette nello zaino. Lascia i soldi necessari per pagarli nella cassa e compie tutti i vari procedimenti per acquistarli.
Quando mi brontola lo stomaco lei scoppia a ridere:-Hai poca fame mi dicono! Devi andare via oppure andiamo a mangiare da qualche parte?
Credo voglia passare più tempo possibile con me dato che, come ho appreso prima, è una mia fan, ma non è un problema: la cosa più importante in questo momento è pranzare.
Andiamo in un bar lì vicino e prendiamo dei panini. Decidiamo di sederci fuori, per fortuna hanno asciugato i vari tavoli e le sedie.
Due ragazze mi riconoscono e chiedono di poter fare qualche foto con me.

Parlando Anastasia mi spiega perché stava litigando al telefono col suo fidanzato: dice che ormai non le piace più e nemmeno lui ci tiene più di tanto. È intenzionata a lasciarlo, ma vuole aspettare che ritorni dalla vacanza. Mi chiede poi della mia ragazza: ultimamente siamo entrambi giù di morale, senza sentimento, ogni due per tre un litigio.
Vengo chiamato da Luca che mi dice di aver bisogno di un favore, così decido di cogliere l'occasione di portargli la felpa. Saluto Anastasia che sembra piuttosto dispiaciuta che me ne vada e prendo il bus.

Se domani ||Sercho||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora