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ANASTASIA'S POV

Ormai stiamo insieme da poco più di due anni e i miei genitori vogliono conoscere Valerio; proprio per questo siamo alla stazione ad aspettare il nostro treno per Milano.
I suoi io li ho già conosciuti ed è filato tutto liscio come l'olio, sua madre poi è una persona dolcissima e molto socievole. Inizialmente avevo un po' d'ansia, il terrore di fare brutta figura, ma ho capito che dovevo solo essere me stessa, solo con quel poco in più che ci vuole quando devi conoscere i genitori del tuo ragazzo.
Valerio però è agitatissimo, continua a farmi domande e mi sta riempiendo la testa. Vorrei tranquillizzarlo, ma come faccio se lo devo preparare? Non so come lui possa apparire agli occhi di mia madre e mio padre.

VALERIO'S POV

Siamo appena saliti sul treno e abbiamo preso posto.
Ad Anastasia sta scoppiando la testa e forse a causa mia. Continuo a chiederle come siano i suoi genitori, sono nel panico.
-Scusa, ma tu non sei il grande Ser Travis? E hai paura di conoscere due persone?-Ironizza lei marcando con la voce sulla parola 'grande'.
-È diverso, loro sono tua madre e tuo padre cazzo!
-Ecco, ad esempio per fare bella figura potresti evitare di dire parolacce, ma è solo un consiglio.-Risponde scocciata.
-Mi spieghi come hai fatto tu a non avere paranoie? Soprattutto perché sapendo come sei fatta, sapendo che sei la regina dell'ansia, non ci trovo un senso.
-Valerio, basta. Devi essere te stesso, con meno parolacce, punto. Ah e bestemmie, non dimentichiamo quelle.
-No, dai, dimmi qualcosa di loro. Non mi ricordo neanche i loro nomi.-Dico fingendo di strapparmi i capelli.
-Francesco e Roberta, non è difficile.
-Francesco come il tuo ex?-Domando aggrottando la fronte.
-Sì, ti crea problemi? È nato prima mio papà sai?
-Sei arrabbiata con me?-Chiedo a causa del suo tono polemico.
-No, non sono arrabbiata.-Commenta nervosamente.-È che mi stai facendo una testa così!-Conclude portandosi le mani vicino al capo e spostando le braccia in fuori, per intendere che sta impazzendo.
-Okay, un'ultima cosa...
-Che c'è?-Ribatte lei esasperata sbuffando.
-Cosa sanno di me?
-Quello che gli ho detto: che ti chiami Valerio, sei un rapper e abiti a Roma. Sanno che sei Sercho perché ti ascolto da qualche anno e il rap non è esattamente un genere che li appassiona, pensano che i rapper non siano cantanti e che quindi facciano una cosa inutile e che parlino solo di fumo e droga. Ah e odiano anche i drogati.
-Questo mi risolleva il morale...-Replico abbattuto.
-Ti sto dicendo la verità, sono realista. E poi, parliamone, con te sono totalmente uscita dal mio cliché. E ora basta per favore, imploro pietà.
Annuisco mentre si accomoda appoggiando la testa sulla mia spalla, mentre io metto il braccio dietro la sua testa fino ad arrivare al suo, dove muovo distrattamente le dita accarezzandola.
Ad un certo punto la donna seduta di fronte a noi chiede ad Anastasia se può tenere in braccio un attimo suo figlio, che avrà qualche mese. Anastasia accetta, probabilmente immaginando che l'abbia lasciato a lei perché l'anziana signora seduta davanti a me, probabilmente la nonna del bebè, si è addormentata.
-Che bello lasciare un bambino così piccolo nelle mani della ragazza di un drogato.
-La pianti?-Ribatto lanciandole un'occhiataccia, non capisco perché oggi faccia così. Noto però qualcosa di strano: tiene il bimbo rigidamente, fissandolo e senza quasi respirare.
-Amò, che hai?-M'informo.
-Puoi tenerlo tu, per favore?
-Lasciare un bambino così piccolo nelle mani di un drogato, ti pare il caso?-Ironizzo riprendendo le sue parole.
-Scusami...Però, per favore, prendilo in braccio tu.
-Che ti succede?-Domando perplesso.
-Dai, muoviti, prima che si metta a...-Non fa in tempo a finire la frase che il neonato scoppia in lacrime, così lo prendo dalle braccia di Anastasia e provo a cullarlo, cercando di cantargli qualcosa per farlo calmare.
-Lo vedi? Ecco perché ti dicevo di prenderlo! I bambini mi odiano!-Dice abbandonandosi sul sedile.
-Perché dici così?
-Perché faccio schifo a occuparmi di loro. Trenta secondi e ha iniziato a piangere! Mi odiano, tutti questi fagottini. Sembrano essere dolci e carini ed invece non mi sopportano.
Continuo a guardarla interrogativo, così mi spiega:-Non so, sembra che non mi piacciano i bambini, ma non è proprio questo...Un po' è il fatto che non sappia mai cosa dire più di 'Hey, ma come sei carino!', un po' perché a circa nove anni avevo la mia cuginetta in braccio e dato che avevo un vestito senza spalline ho tolto una mano da lei per tirarlo su prima che scivolasse e lei è scoppiata a piangere...Ti giuro, ho avuto il terrore che stesse cadendo, 'sta stronza...
Scoppio a ridere vedendola in qualche modo turbata. Non avevo mai fatto questo pensiero, soprattutto perché siamo ancora giovani, ma la domanda mi pare lecita:-Quindi non vorresti avere figli?
-Non ho detto questo, è che non so se saprei...Vedi? Non so nemmeno come si dica. Curarli? Accudirli? Coccolarli? Boh.
-Amore, non è che tutte le ragazze nascano già capaci, ma una volta che hai un figlio probabilmente impari ad occupartene e a dargli tutto, dal cuore all'anima.
Non mi ero accorto che l'anziana signora si fosse svegliata fino a questo momento, in cui si è unita alla conversazione:-Ascolta il tuo ragazzo tesoro, e stai tranquilla. Poi quanti anni avrai? Ventitré? Ventiquattro? Non devi pensarci ora. E tu caro,-continua rivolgendosi a me-grazie per aver coccolato mio nipote, ma ora se non ti dispiace lo terrei in braccio io. Ma dove cavolo è finita quell'incapace di mia figlia?-Domanda ridacchiando e provocando i nostri sorrisi.
Magari avesse un buon consiglio anche per me: l'ansia mi sta mangiando vivo. Fortunatamente questa conversazione mi ha distratto un minimo. In realtà ogni volta che sto con la mia ragazza ci scordiamo che esistono gli orologi.

È passata qualche ora e siamo finalmente giunti a Milano.
Ci è venuta a prendere Veronica e sta guidando come una lumaca cieca.
-Volete che vada più veloce?
Minchia, era ora! Sto per rispondere di sì, anzi di urlarlo, ma a quanto pare Anastasia non è d'accordo e dice che va bene così. La guardo male e mi risponde:-Ma che cazzo? Deve andare a 180 all'ora come te? E poi giustamente non ti basta e quindi spingi il pedale ancora, vai più forte!
-Ma che t'importa? Allacci la cintura, tanto lo sai anche tu che se andiamo veloci stiamo da paura.
Scuote la testa sbuffando e si gira per guardare fuori dal finestrino. Non capisco perché oggi sia così sclerata.
Siccome siamo stanchi andiamo in albergo, dai genitori di Anastasia andremo domani. Sono nervosissimo.
Però d'altra parte sono contento di essermi allontanato da Roma, anche se sarà solo per qualche giorno. Quando l'ho detto ad Anastasia in treno si è messa a ridere dicendo che in realtà sono sempre in giro per via del lavoro, e so che ha ragione. Però appunto, è per lavoro. Sebbene mi diverta, non posso fare chissà cosa e soprattutto non ci fermiamo mai troppo a lungo in un posto.
Per un motivo o per l'altro mi sento sempre imprigionato, ora ad esempio a causa del fatto che devo conoscere i suoi genitori. Chissà se lei sta bene a Roma, o vorrebbe tornare a vivere qui. Chissà, non me ne parla spesso. L'unica volta in cui abbiamo affrontato questo argomento non eravamo nemmeno fidanzati.
-Amore?
Sollevo lo sguardo, osservandola in piedi vicino alla porta. Non so da quanto tempo sia qui a guardarmi, ero troppo preso dai miei pensieri.
-A che pensavi?-Chiede sedendosi sul letto affianco a me, incrociando una gamba e lasciando l'altra a penzoloni.
-Nulla, solo che ti amo.-Non è quello che avevo in mente, ma di certo non è una bugia.
-Ne sono felice, anche perché oggi sono stata stronzissima, scusa. Sai, sono agitata anch'io in fondo. Comunque, ti amo anch'io.
E ci addormentiamo così, stesi sul letto abbracciandoci, solo lei riesce a farmi scordare tutte le paranoie che mi assillano.

~Spazio autrice~
Ho scelto la copertina del sequel, yeee
Comunque, mi sono accorta di aver fatto un errore nel 12° capitolo, quindi lo modificherò dato che non comporta cambiamenti nel corso della storia. È stato solo uno sbaglio di distrazione che porta a rendere incoerente quel capitolo con ad esempio un altro, dettagli.
Piuttosto, se cambiassi il mio nickname in Zebry_nsp sarebbe una cosa saggia? (Nome molto serio sopratutto) Zebry non significa nient'altro in lingue diverse vero? Poi Ser dice più 'Zebra' ma Zebra_nsp non mi piace.
A parte queste cagate (no, voglio davvero aiuto sul nickname) fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto🌸

Se domani ||Sercho||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora