MI addormentai non appena poggiai la testa sul cuscino e mi svegliai la mattina dopo alle sette – le due di notte a Cabot Cove – ancora intontita, malgrado le ore di sonno. Mi ci volle una lunga doccia per schiarirmi le idee. Guardai fuori della finestra e vidi che il temporale della sera prima aveva spazzato via tutte le nubi e lasciato il passo al sole che era tornato a splendere. Rallegrata dal bel tempo, mi vestii e scesi al pianoterra per incontrare George nella sala da pranzo dell'albergo. Quando arrivai era già seduto a un tavolo accanto alla vetrata. Attraente come sempre, indossava quella che ormai era diventata una sorta di uniforme: giacca di tweed con toppe di pelle ai gomiti, camicia blu sportiva, cravatta bordeaux di seta cangiante, pantaloni cachi dalla piega impeccabile e stivaletti marrone scuro lucidati alla perfezione. D'altra parte George era un uomo alto e atletico, con gli occhi del colore delle mele verdi, lineamenti marcati ma non volgari e capelli castani con un tocco di grigio sulle tempie. «Ciao», mormorai mentre si alzava e mi dava un bacio sulla guancia. «Ciao a te», rispose scostandomi la sedia per farmi accomodare. «Dormito bene?» «Sì, ma sto ancora adattandomi al fuso.» «A vederti non si direbbe.» «Grazie mille, signore. Ho raggiunto un'età in cui non prendo sottogamba i complimenti. E, a proposito di complimenti, tu sembri ringiovanito di qualche anno.» «Dev'essere il tempo delizioso di questa mattina, e la luce favorevole della sala. Ma concordo con te sul fatto di dover accettare con grazia i complimenti e quindi li accetto.»

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Ci sorridemmo raggianti. Era meraviglioso ritrovarsi, specialmente dopo tanto tempo. «Forse la sparizione del diamante ha tirato fuori il ragazzino che c'è in te», affermai. George alzò gli occhi al cielo e sorrise. «Puoi dirlo forte. Avrai visto i titoli dei giornali, immagino.» «Gli ho dato solo una scorsa veloce da quando sono qui a Londra, ma a Cabot Cove ho letto tutto nel dettaglio. E ieri sera ho avuto notizie da una fonte molto vicina alla vittima.» «Davvero? Come mai?» «Uno dei commensali era il socio dell'uomo assassinato.» «Kim Chin-Hwa?» «Proprio lui.» «E che ci faceva a cena con te?» chiese George sgranando gli occhi. «Ero ospite del mio editore inglese, Tom Craig. Kim sta pensando di investire nel suo progetto di rilevare una piccola casa editrice in vendita. Naturalmente conosci i suoi rapporti con la vittima.» «Fin troppo, a dire il vero. L'ho interrogato subito dopo l'omicidio.» «E?...» «Ha un alibi inattaccabile, il che non significa che non sia coinvolto.» «Questa è l'ipotesi a cui stai lavorando? Un eventuale coinvolgimento?» «È solo una delle possibilità, Jessica.» Arrivò il cameriere e ordinammo la colazione: muffin e frutta fresca per me; uova al tegamino, pomodori e bacon per George. «Stavi dicendo?» ripresi quando l'uomo si fu allontanato. «Oh, sì. Kim Chin-Hwa. Non so se ne sei al corrente, ma si sospetta che la vittima, Walter Soon Yang, stesse finanziando da tempo il partito comunista indiano e altri gruppi terroristici.» «L'ho letto sui giornali. Pensi che sia vero?» George si strinse nelle spalle. «Sono voci che girano. I servizi segreti stanno indagando da tempo, ma non ci sono sviluppi sostanziali. È saltato fuori anche il nome di Kim, a tale proposito.» «Sai che sarà anche lui sulla Queen Mary?» L 'espressione di George era un misto di esasperazione e preoccupazione. «Sì. A Scotland Yard ne siamo a conoscenza.» «L 'ha annunciato verso la fine della serata. Viaggerà con alcuni soci

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d'affari, ha detto, oltre alla bellissima donna che lo accompagnava ieri sera.» «Betty LeClair.» «Hai interrogato anche lei?» «Sì. Era con il signor Kim quando sono andato da lui. Abbiamo fatto il solito controllo di routine e sono saltati fuori particolari interessanti sulla signorina LeClair . È nata a Shanghai, il padre era un mercenario francese sempre in giro per il mondo a combattere per una causa o per l'altra, fino a che non è rimasto ucciso. La madre era cinese e dopo la morte del marito si trasferì a Parigi con la bambina, che all'epoca aveva nove anni. A quanto pare la donna rimase implicata in una faccenda di contrabbando e fu arrestata dalle autorità francesi. Fu processata e condannata, ma non rimase a lungo in carcere, perché morì in cella un paio di anni dopo. La figlia è stata cresciuta da una lontana parente del padre e ha intrapreso con successo la carriera di modella.» «Ne hai scoperte di cose, su quella donna!» «E non è finita. Di recente si è fatta una reputazione poco raccomandabile. Pare che sfrutti il suo aspetto esotico e il suo charme per accalappiare uomini molto ricchi. Qualche anno fa uno di loro, che aveva già superato l'ottantina, ha cambiato le ultime volontà sei mesi dopo averla conosciuta, lasciandole una fetta considerevole del proprio patrimonio. Uno dei figli ha impugnato il testamento e l'ha citata a giudizio, ma il lascito a suo favore è risultato valido.» «Pensi che il signor Kim sia un'altra vittima del suo fascino?» «Non è da escludere, ma dubito che abbia bisogno dei suoi soldi ora che è un'ereditiera.» «Certe persone non si accontentano mai», osservai. «Vero. Infatti la teniamo d'occhio, ma sono più propenso a scommettere su di lui per l'omicidio di Yang. Solo che non abbiamo ancora trovato un movente.» Ci servirono la colazione e la conversazione cessò per qualche istante. Una delle tante cose che adoro di Londra, dell'Inghilterra a dire il vero, è la marmellata che spalmai generosamente sul mio muffin. «Com'è stato ucciso il signor Yang?» domandai rompendo il silenzio. «È stato trovato riverso a terra nel suo studio, che assomiglia a una biblioteca vista la quantità di libri che ospita. Sembra sia stato

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picchiato anche se l'autopsia ha stabilito che la causa del decesso è lo strangolamento. È ovvio che c'è stata una colluttazione, ma la stanza era abbastanza in ordine, a parte l'anta della cassaforte aperta.» «Era lì che custodiva il diamante?» «Precisamente.» «Mi chiedo come abbiano fatto ad aprirla. Secondo il signor Kim era a prova di bomba.» «Era costruita in modo da scoraggiare qualunque tentativo di furto: con un corpo spesso e incassata nella parete in modo da rendere difficile la sua estrazione. Si suppone che l'abbiano costretto ad aprirla o, cosa più probabile, che fosse già aperta quando i ladri sono entrati, perché Yang stava controllando la gemma visto che lo faceva con una certa regolarità. Devo dire che propendo più per la seconda ipotesi.» «Perché?» «Un uomo non può rivelare il codice della cassaforte mentre viene strangolato, né chiamare aiuto. Credo che i responsabili del furto l'abbiano ucciso e poi si siano allontanati con la gemma.» «Un tempismo perfetto. Come facevano a sapere che proprio in quel momento Yang avrebbe aperto la cassaforte?» «In effetti, questo particolare fa sorgere il dubbio che qualcuno fosse a conoscenza del fatto che a quell'ora la pietra sarebbe stata nelle sue mani e abbia avvertito i ladri.» George smise di parlare e finì la colazione. «Ti sto facendo troppe domande?» chiesi. «No, assolutamente. Non ho alcun problema a riferirti quello che so. Mi fido della tua discrezione.» «Grazie, George. Immagino che il diamante fosse assicurato.» «Oh, sì per l'intero valore.» «La proprietà vorrà riscuotere i soldi del risarcimento, naturalmente. Sai chi sono i beneficiari?» «Non ancora. A quanto pare è sparito un testamento, che dicono sia successivo a quello depositato presso i suoi avvocati. Non si sa ancora bene se le innumerevoli consociate possano accampare diritti sulla pietra preziosa. La società assicuratrice è con le mani nei capelli per cercare di dirimere questo guazzabuglio.» «Immagino che un uomo di tali possibilità economiche avrà avuto del personale di servizio, oltre a vari dipendenti.» «Li abbiamo interrogati tutti. Nessuno ha sentito o visto niente.

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Alcuni, poi, avevano la serata libera.» «Vuoi dire che non c'era un sistema di allarme?» domandai incredula. «Certo! Aveva quattro guardie di sicurezza in casa che lavoravano a rotazione. Il tizio che era di turno la sera dell'omicidio, un energumeno con un collo taurino, afferma che il suo capo gli aveva detto che non voleva essere disturbato per nessuna ragione. L 'uomo aveva dedotto che il signor Yang fosse in compagnia di una signora, il che, a sentir lui, non era insolito. Se le cose stanno così, devo dire che la donna in questione portava un profumo molto intenso. Aleggiava nella stanza anche ore dopo. Una delle nostre detective ha detto di non ricordare il nome, ma che era senz'altro molto costoso.» «Come hanno fatto i ladri a entrare in casa?» mi informai. «Dalla porta sul retro che dava nelle cucine.» «Niente sirene o circuito interno di sorveglianza?» «Oh, il posto era a prova di bomba da quel punto di vista. Ma il sistema era stato disattivato.» «Molto utile», mormorai con un'espressione così sconcertata che George scoppiò a ridere. «I tuoi geni da segugio sono impagabili, Jessica. L 'omicidio ti fa tirare fuori il meglio.» «Non so se prenderlo come un complimento», ribattei. «Ma adesso basta con diamanti e delitti. Raccontami di te. Che cosa hai fatto dall'ultima volta che ci siamo visti?»

Un'ora dopo lasciammo il ristorante. «Sono sempre così piacevoli le nostre conversazioni», osservò George. «Sarei potuto rimanere a tavola per il resto della giornata.» «Sì, hai ragione. È stata una colazione deliziosa.» «Non avevo dubbi, Jessica.» «In che senso?» «Nel senso che noi due stiamo bene insieme. Ultimamente mi capita di osservare fin troppe coppie al ristorante che non hanno praticamente niente da dirsi a parte 'Passami il sale, per favore' oppure 'Potresti chiudere la bocca quando mastichi?'» «Be', non metto mai molto sale e nessuno di noi due parla con la bocca piena.»

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«Non far finta di non capire a cosa mi sto riferendo.» «Sì, hai ragione. Scusami. Riusciremo ancora a vederci prima che parta per Southampton sabato?» «Certamente. Stasera e domani in giornata sono occupato, ma che ne dici di cenare insieme domani sera?» «Perfetto.» Ci abbracciammo con affetto e lo osservai salire sul taxi e allontanarsi. Era sempre meraviglioso ritrovarsi... e altrettanto triste doversi separare.

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I gioielli della reginaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora