«NON ci posso credere!» esclamò Stanton, una volta che ci fummo accomodati in un angolo appartato del Commodore Club. «Mi hai tolto le parole di bocca, Dennis. Mi devi un bel po' di spiegazioni.» «Jennifer Kahn è una ladra di gioielli e anche molto abile. Non avevo idea che fosse sulla nave. Grazie a te non soltanto l'ho scoperto, ma ho avuto l'opportunità di conoscerla, nonché il piacere di cenare e di ballare con lei. Solo grazie a te, Jessica.» Non avevo intenzione di bere, ma avendo toccato a malapena il mio cocktail nella Queens Room, ne ordinai un altro. «Stiamo festeggiando», s'intromise Dennis. «E credo che lo champagne sia più appropriato. Ci porti una bottiglia della vostra marca migliore e due bicchieri!» «Perché festeggiamo?» domandai a Dennis. «Perché, mia cara signora, mi hai messo nelle condizioni di prendere i cosiddetti due piccioni con una fava.» Scossi il capo, senza capire. «Cercherò di essere più chiaro.» «Sì, te ne prego.» «Ma aspettiamo che arrivino le bollicine.» La cameriera portò lo champagne in un cestello del ghiaccio, aprì la bottiglia e versò il liquido spumeggiante in due calici. Quando si allontanò, Dennis alzò il bicchiere. «A Jessica Fletcher», esclamò. «E a questa fantastica nave.» «Grazie, e ora sono ansiosa di ascoltare le tue spiegazioni.» «Dunque, vediamo. Da dove posso cominciare? Saprai di certo, cara Jessica, delle rapine che hanno avuto luogo in diverse gioiellerie di Londra nelle ultime settimane, giusto?» «Sì... tre, mi pare. Almeno così ho sentito.»

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«Esatto. Tre. I ladri si sono impadroniti di un considerevole bottino in diamanti, per un valore di milioni di dollari.» «E sospetti che ci sia la signorina Kahn dietro a tutto questo», ribattei anticipandolo. «Oh, non è questione di sospetti», rispose Dennis. «Sappiamo per certo che c'è il suo zampino almeno in una delle rapine, forse due, e magari anche tutte e tre.» «E allora perché non è stata arrestata?» «Perché non ci sono prove... per ora. È molto abile, incarica terzi di fare il lavoro sporco e rimane sempre defilata. È a capo di una banda internazionale che si sospetta colpisca in tutto il mondo. Parigi, Roma, Londra, Dubai, Il Cairo... nominami una città e ci sono buone probabilità che abbiano messo a punto un colpo anche lì.» «E ha una copertura perfetta in quanto designer di gioielli.» «Precisamente. Non solo il suo 'lavoro' le permette di smistare la mercanzia e rimetterla sul mercato, ma tutti si aspettano che indossi gioielli vistosi, per sponsorizzare le sue creazioni. Ultimamente ha avuto talmente successo che le è mancato il tempo di ricomporre tutti i pezzi. E pensiamo che talvolta si limiti a indossare una collana, un braccialetto o una spilla di un recente furto, spacciandoli per suoi modelli.» «Le gioiellerie colpite dai furti erano assicurate con la Consolidated Casualty?» Dennis bevve un sorso di champagne, fece schioccare le labbra e annuì. «Proprio così.» «Ma hai detto di essere qui per il Cuore d'India. Non avevi idea che la Kahn fosse a bordo?» «No, Jessica. Mi sono recato a Londra proprio per indagare sulle rapine, ma ho dovuto abbandonare il caso, non appena scoperto che Kim Chi-Hwa stava imbarcandosi per New York. Mi sono ritrovato in una difficile situazione, dovendo decidere su cosa concentrarmi. Ovviamente Kim ha avuto la precedenza. Tuttavia, il fatto che anche Jennifer Kahn sia a bordo, non solo renderà più facile il mio compito, ma mi permetterà di verificare un'idea che mi frulla in testa da un po' di tempo.» «E sarebbe?» «Che ci sia un collegamento fra la Kahn e Kim Chi-Hwa.» «Bene», osservai appoggiandomi allo schienale. «Questa traversata

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si fa più interessante ogni giorno che passa.» «Puoi dirlo forte. Come sai, Walter Soon Yang era sospettato di finanziare organizzazioni terroristiche. Si era accaparrato il Cuore d'India, solo perché altri acquirenti non erano riusciti ad arrivare in tempo per l'asta, secondo me grazie a qualche manovra poco chiara. Yang e soci – sappiamo di Kim, ma ce ne sono anche altri – stavano semplicemente aspettando che il valore del diamante risalisse, per rimetterlo sul mercato. Le persone escluse dalla prima asta, avrebbero sicuramente rialzato l'offerta, permettendo a Yang e ai suoi di realizzare un utile netto altissimo e di avere ancora abbastanza denaro da investire in qualunque attività terroristica fossero coinvolti.» «Anche Jennifer Kahn è sospettata di finanziare gruppi terroristici?» Dennis si strinse nelle spalle. «Difficile a dirsi. Ma gira voce che abbia cominciato a ricettare parte dei gioielli da lei rubati a un certo uomo d'affari di Londra.» «Kim Chi-Hwa?» «Non sappiamo ancora il nome. Ma se si trattasse di Kim, spiegherebbe l'improvvisa comparsa della donna a bordo.» «Improvvisa?» «Una decisione dell'ultimo minuto da parte sua. Aveva programmato di andare a trovare degli amici a Bath lo scorso fine settimana. Ma all'ultimo momento ha disdetto il viaggio. Adesso so perché. Ha prenotato un passaggio sulla stessa nave su cui viaggia il signor Kim. Una coincidenza un po' sospetta, non ti pare, Jessica?» Sorseggiai lo champagne, guardando fuori dalla vetrata l'immensità dell'oceano illuminato dai raggi di luna. Era stato un errore accettare di tenere le conferenze sulla Queen Mary 2? Questa volta nessuno mi poteva accusare di essermi andata a cercare l'intricata vicenda in cui ero incappata dall'imbarco a Southampton. Come facevo a sapere che il ladro di un famoso diamante e la responsabile di tre rapine di gioiellerie a Londra sarebbero stati a bordo? Ma quante coincidenze! Non vedevo Michael Haggerty e Dennis Stanton da anni, eppure eccoli spuntare dal nulla. Il primo, alla cena di Tom a Londra e poi sulla nave; e il secondo, direttamente a bordo. Kim Chin-Hwa aveva assassinato il suo socio, Walter Soon Yang, per impossessarsi del Cuore d'India? In tal caso, l'aveva portato con sé per

I gioielli della reginaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora