MICHAEL batté un colpetto sulla spalla di Harry, scambiò qualche parola di cortesia e si accaparrò la biondina sulla pista da ballo. Flynn mi raggiunse al tavolo con un sorriso soddisfatto sul bel volto segnato. «Ha l'aria di essere altrove con la mente», mi disse. «Cosa? Oh, mi scusi, stavo sognando a occhi aperti.» «Sognare a occhi aperti è salutare», ribatté sedendosi. «Dovremmo farlo più spesso.» «Balla molto bene», osservai. «Grazie del complimento», mormorò asciugandosi il velo di sudore sul labbro superiore con un fazzoletto immacolato. «È uno dei vantaggi di aver girato il mondo. Ho imparato dai migliori ballerini del pianeta. Ma sono stato scortesemente interrotto. Oh, non vorrei pensasse che l'intervento del suo amico mi abbia infastidito. Tutto è concesso in amore e in guerra, specialmente su una pista da ballo. Una donna deliziosa. Si chiama Jennifer.» «Mi piacciono i suoi gioielli e il suo vestito», risposi. «Ha davvero buon gusto. Le ha detto che lavoro fa?» «No. Sicura di non voler ballare?» «Non al momento, ma grazie.» «Stia certa che glielo richiederò prima di arrivare negli Stati Uniti.» Tenni lo sguardo fisso su Michael e la sua compagna di ballo mentre chiacchieravo con Harry. Kim e Betty erano tuttora sulla pista. «Ha famiglia?» domandai. Il suo volto si illuminò, mentre teneva il ritmo della musica con un piede. «Una splendida figlia di nome Melanie, la luce dei miei occhi. Fa l'infermiera a New York, lavora con i meno abbienti. Mi sono sposato varie volte, ma non è durata. Non è facile stare con un uomo che è sempre via.» «Vive a New York?»

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«In realtà non ci vivo più dall'ultimo divorzio. Ho una stanza nell'appartamento di mia figlia in città, ma ci vado raramente. Sono sempre in giro, come vede.» «Lavora ancora?» Harry scosse il capo. «No, ma una volta conosciute le delizie dei viaggi per mare, è difficile smettere. Alcune compagnie mercantili per cui ho lavorato mi danno passaggi gratis, quando ne ho voglia. Naturalmente una nave mercantile è tutt'altra cosa rispetto a questo magnifico transatlantico, ma forse mi piace anche di più. L 'opulenza non è mai stata il mio forte, anche se ammetto che potrei farci l'abitudine.» «A me sembra completamente a suo agio, qui», osservai. «Mi piace molto. Ho pensato che fosse arrivato il momento di viziarmi un po', prima che sia troppo tardi.» Un velo di malinconia gli attraversò il volto, ma sparì rapido come era arrivato. «Pensavo di fare un salto al casinò», annunciò. «Le va di accompagnarmi?» «No, grazie, Harry. Credo che fra poco andrò a dormire. E poi non sono un'amante del gioco d'azzardo.» «Saggio atteggiamento, Jessica. Non so quanto ho perso a quei tavoli. Quando ero giovane il mio primo capitano era solito ripetere che i marinai lavorano in mare come dei matti e spendono a terra come dei cretini. Temo che la definizione mi si adatti a pennello.» Stavo per suggerirgli che alla sua età doveva e poteva fare ciò che più gli piaceva, ma lasciai perdere. In quel momento Kim e Betty ritornarono al tavolo. «Signora Fletcher!» esclamò lui, «mi concederebbe questo ballo? Suonano Tennessee waltz, uno dei miei pezzi preferiti.» «Stavo proprio dicendo a Harry che vorrei andare a dormire», risposi. Kim mi prese la mano. «Mi permetta di insistere. Solo un ballo.» Lo seguii sulla pista sperando che Harry non si fosse offeso, ma aveva cominciato a parlare con Betty e non sembrò farci caso. Kim si rivelò un abile ballerino, facile da seguire. «Sembrate quasi dei professionisti, lei e Betty», osservai. «Ci siamo esercitati», replicò Kim. «Betty mi ha dato delle lezioni.» «Come mai le interessa tanto il ballo?» «Si rivela sempre utile», rispose facendomi volteggiare in modo che dovessi concentrarmi sui passi e non sulla risposta.»

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Passammo accanto a Michael e alla stupenda Jennifer . Lui mi sorrise e mi fece l'occhiolino. Sembrava soddisfatto che ballassi con Kim, ma l'ultima cosa a cui pensavo era cercare di ottenere informazioni da quell'uomo. Per il momento avevo il mio da fare a non inciampare nei suoi piedi. Kim compì un ultimo volteggio e, prima che me ne accorgessi, mi aveva impegnato in un rapido e inaspettato casquet. «Oh, santo cielo!» esclamai ridendo. «Erano secoli che non lo facevo.» «Ballare mi rilassa», ammise Kim mentre la musica finiva e ci apprestavamo a ritornare al tavolo. «Ha intenzione di scrivere un libro sulla traversata e sul fatto che il socio del proprietario del diamante Cuore d'India assassinato sia a bordo?» «Santo cielo, no! A parte le tre conferenze, ho solo intenzione di prendermela comoda.» «Mi fa piacere. Non avrei sopportato che l'orribile morte del mio socio e il furto del suo prezioso diamante diventassero la trama di un romanzo di successo.» L 'osservazione mi giunse inaspettata. Fino a quel momento Kim mi era sembrato un uomo gioviale e dall'atteggiamento cordiale e affascinante. Ma ora notai una certa durezza nel suo sguardo, anche se nel giro di un secondo il viso si aprì nel solito sorriso affabile. Mi venne il dubbio di averlo colto per la prima volta con la guardia abbassata. «Non volevo offenderla, naturalmente. Grazie del ballo», mormorò riaccompagnandomi al tavolo, dove Harry si stava preparando ad andarsene. «Va già via?» gli domandò Kim. «Vado a sfidare la fortuna ai tavoli da gioco», rispose lui. «Ho cercato di convincere Jessica ad accompagnarmi, la fortuna è più benevola, se ho accanto una bella donna, ma ha declinato l'offerta.» «Magari un'altra volta», dissi. «E lei, signor Kim? Che ne dice di tentare la sorte con i dadi?» Kim guardò Betty e dall'espressione della donna, capì di dover rifiutare. Scosse il capo, guardando Harry con aria di scherzoso rimpianto. «Qualcos'altro da bere, signora Fletcher?» domandò poi, rivolto a me.

I gioielli della reginaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora