Capitolo 4

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Il giorno dopo, ovviamente, aprii gli occhi prima di lui, mi fermai a guardarlo per qualche secondo mentre il sole batteva leggermente contro la sua fronte.
Mi piaceva guardarlo, era così dolce mentre dormiva.
Gli spostai delle ciocche di capelli da davanti agli occhi e pensai che era proprio ora di tagliarli, con o senza il suo consenso, quei capelli andavano tagliati.

Antony aprì un occhio e quando si accorse di me sorrise.
-Buon giorno, principessa.
Al suo saluto si aggiunse un leggero sbuffo.
-Che c'è?
Lui scosse lentamente la testa e tenne gli occhi socchiusi ancora un po' assonnati.
-Niente, stavo solo pensando a quello che potremmo fare oggi.
-Ah è vero, siamo ancora in Argentina.
Inarcai un sopracciglio.
-Che c'è non vuoi scendere?
Antony sospirò.
-Voglio stare un po' da solo con te, non mi va di andare insieme agli altri.
Sorrisi e lo fissai per qualche secondo, era così dolce.
-Allora...
Allungai il braccio verso il comodino e afferrai il telefono per controllare l'orario.
-Conoscendo Lorenzo e Sofia, è ancora presto prima che si alzino.
Mi fissò e non disse nulla.
-Possiamo andare adesso se ci sbrighiamo.
Lui annuì mantenendo la stessa espressione.
-Che c'è?
Scosse la testa e poggiò delicatamente le sue labbra sulle mie.
Restò fisso sulla mia bocca e la sensazione che provavo mi piaceva.
Si staccò e incontrai i suoi occhi marroni, vicinissimi ai miei.
-Avevo solo voglia di baciarti.
Sorrisi e gli accarezzai la spalla non potendo fare a meno di baciarlo un'altra volta.
-Ok, ok, adesso alziamoci.

-Ieri ho visto un bellissimo ristorante di lusso dove fanno anche la colazione, voglio portarti lì.
Disse Antony mentre chiudeva a chiave la nostra cabina.
Alzai gli occhi al cielo ma un sorriso spuntò sulle mie labbra, provocato dalla sua eterna dolcezza.
-Lo sai che odio queste cose.
-Lo so piccola, ma oggi farai un eccezione, ci stai?
Ci pensai su, nel frattempo attraversammo il lungo corridoio che ci portò presto all'aria aperta.
-Mh e io che ci guadagno?
Antony sorrise e alzò le spalle.
-Una giornata con me, cosa vuoi di più?
Mi lasciai sfuggire una risata e guardai davanti a noi, dove la terra ferma era ormai in bella vista.
-Peccato che devo già sopportarti tutti i giorni, amore.
Lui mi accarezzò il palmo della mano e poi la strinse.
-E va bene, nessun premio, vieni con me e basta.

Toccammo nuovamente la terra sudamericana ed Antony mi condusse fino ad un ristorante che, come mi aveva già accennato, era più lussuoso che mai.
Raggiungemmo un tavolino vicino alla porta finestra che si affacciava su una piccola parte di città.
-Ti piace?
Chiese lui incrociando le mani.
-Sì.
Allungai le mani lungo il tavolo e afferrai le sue.

ANTONY POVS

-Non riesco ancora a credere a questo viaggio, sono contento che ti abbiano offerto questa possibilità.
Greta sorrise.
-Lo sono anch'io.
-Sai però certe volte mi sento un po'... un fannullone, giuro che quando il viaggio finirà mi troverò un lavoro!
Affermai con tono determinato.
-Antony...
-No Greta, devo farlo veramente, non posso sempre vivere sulle spalle dei miei genitori, e poi almeno sarebbero fieri di me.
Lei mi strinse le mani più forte.
-Sono contenta.
Abbozzò un sorriso e guardò in basso evitando il mio sguardo.
Mi accigliai.
-Va tutto bene?
Nel frattempo il cameriere aveva portato la nostra colazione.
-Sì, stavo solo pensando al fatto di rendere orgogliosi i propri genitori, chissà se loro sono orgogliosi di me.
Delle volte dimenticavo il passato di Greta, lei era stata adottata. Eh già, eppure era sempre stata forte, quando la avevo conosciuta aveva già superato questa storia, non trattavamo mai quell'argomento.
-Scusa, non volevo farti pensare a loro.
Lei scosse lentamente la testa poi si svegliò dal suo stato di trance e afferrò il suo cornetto alla crema.
-Non fa niente, certe volte ci ripenso, e questa è stata una di quelle.
La fissai dispiaciuto ma non potetti dire niente, non avevo passato tutto quello che aveva passato lei.
-Sai certe volte penso; che se proprio meritavo di essere adottata, allora era meglio non averli conosciuti per niente, invece sono cresciuta 3 anni con loro ed ho visto la loro morte.
-Greta, ti prego non dirlo.
Le afferrai le mani e le strinsi forte.
-Tu non meriti proprio niente di brutto, lascia perdere tutto, ok? È brutto dirlo, ma ormai è successo, hai superato la cosa da tanto tempo, sei la persona più forte che io conosca, non cadere di nuovo in queste cose brutte, ti prego.
Greta penetrò il marrone dei suoi occhi dentro i miei, non riuscii ad interpretare la sua espressione fino a quando non sorrise.
-Hai ragione, grazie.
Sorrisi anch'io e fui sollevato.
-Di niente, ti amo.
-Anch'io ti amo.
Lei scosse la testa e trattenne delle lacrime e un sorriso.
-Scusa se certe volte sono così rompiscatole, non so come fai a sopportarmi ancora.
Mi lasciai sfuggire una risata.
-Menchi, ti ho appena detto che ti amo, questa basta come risposta?
Lei si sporse e mi baciò per poi sorridere sulle mie labbra.
-Dillo ancora.
Sussurrò.
-Ti amo. Ti amo. Ti amo.
Il cellulare di Greta squillò.
-È Sofia.
Disse prima di rispondere.
-Ehi, Sof...

Parlarono per un po', poi si misero d'accordo per incontrarci davanti alla nave e uscire tutti insieme. Sta mattina mi sarebbe dispiaciuto ma adesso no, avevo passato una bella mattinata da solo con Greta, e poi avevamo la cabina insieme, di che mi lamentavo? L'unica cosa che volevo era passare un po' di tempo senza gli altri per visitare un'altra città, altrimenti stavamo quasi sempre insieme. Già, fino a quando lei non andava a lezione.

-Ehi.
Greta mi risvegliò dai miei pensieri e la vidi alzarsi, mi fece cenno con la testa.
-Andiamo dagli altri.
-Ah, sì.
Mi alzai anch'io e dopo aver costretto Greta a non pagare, perché avrei offerto io, ci incamminammo verso la nave.
Visitammo nuovamente un'altra parte di quella fantastica città, poi la sera tornammo in nave.

Era incredibile come il tempo passasse quando lo passavo bene. Certo, Greta studiava anche, e molto, ma ci divertivamo.
Mi piaceva risentirla, amavo quando si concentrava e cercava di parlare più correttamente possibile, amavo il suo modo di gesticolare e amavo anche quando si impicciava con le parole, lì mi faceva davvero ridere, ma mi trattenevo, altrimenti lei mi avrebbe tirato un pugno e poi non avrebbe più studiato, ma saremo passati ad altro.
Non so quanto tempo passò, se non sbaglio però, eravamo sulla nave da più di tre settimane.

-Sono tornato!
Annunciai entrando in cabina, dove Greta era seduta alla scrivania.
Ero uscito con i ragazzi perché Lorenzo doveva comprare il regalo per l'anniversario con Sofia.
All'inizio pensai che Greta stesse studiando ma quando mi avvicinai notai che i suoi libri erano chiusi, stava fissando il vuoto e giocherellava con un braccialetto.
-Che succede?
Chiesi facendola sussultare.
-Oh... ehi, quando sei tornato?
Mi accigliai confuso.
-Greta, adesso, te l'ho appena detto.
Lei tirò un sospiro esasperato e si massaggiò le tempie.
-A che pensavi?
Domandai sedendomi sul bordo del letto. Lei si girò sulla sedia per guardarmi. Scosse la testa indifferente e portò le ginocchia al petto per poi cingerle.
-A tante cose.
-Dimmene una.
Lei storse la bocca e mi guardò per qualche secondo.
-Lascia stare, non... non era così importante.
Chinai la testa di lato e la guardai confuso.
-Sei strana, hai studiato più del solito oggi?
Lei si alzò e si avvicinò a me, allungò la mano sul mio viso e scese in fretta ad accarezzare la mia mascella con le sue fredde dita. Si sedette sulle mie gambe e mi sorrise lievemente.
-Sì, ho bisogno di una pausa.
Disse con tono basso e insicuro.
-Va tutto bene? Non è che hai la febbre o... ?
Lei sorrise, e questo mi fece sentire meglio.
-Ehi papino, sto bene, non esagerare, ho solo la testa un po' troppo piena di nuove informazioni, niente di che.
Mi cinse il collo con le braccia e appoggiò la fronte sulla mia.
-Ho io quello che ci vuole.
Sussurrai prima di congiungere le mie labbra con le sue.
Ci staccammo e lei sorrise.
-Mi ci voleva proprio.
Inumidii il mio labbro inferiore avendo ancora necessità della sua bocca, che tornò presto.

Il giorno dopo, mentre Greta era a lezione, andai a fare un giro con Lorenzo.
-È piaciuto a Sofia il regalo?
Il rosso annuì pensieroso.
-Che c'è?
-Niente, ultimamente io e lei litighiamo molto, sai non la capisco proprio, per fortuna che dopo un po' le passa.
Sospirò e si passò una mano tra i capelli.
-Tu e Greta?
Feci spallucce e guardai di fronte a me.
-Oh tutto bene, soltanto ieri era un po' strana, ma sarà per lo studio.
Lorenzo si massaggiò il mento e mugugnò.
-Sicuro? Io credo che non sia solo quello, e credo anche che Sofia sappia qualcosa.
Spalancai gli occhi e il cuore saltò un battito.
-Perché lo pensi?
-Perché ultimamente quelle due parlano più del solito.
Studiai i suoi occhi marroni per qualche secondo.
-Secondo te mi sta nascondendo qualcosa?
Azzardai a chiedere e lui sospirò.
-Antony, non farti troppi problemi e chiediglielo, ora ho lezione, ci vediamo dopo.
Sbuffai e mi portai le mani in tasca.
-Ciao.



#spazioautrice
Mhh chissà perché Greta è così strana 🤔
Comunque volevo scusarmi per non aver pubblicato ieri, solo che per la storia di Greta e Fedez (😰) non me la sentivo sinceramente. Adesso sto più tranquilla. Volevo ringraziare tutti quelli che continueranno a seguire questa FF nonostante tutto, grazie vi voglio tanto bene.💕
Lasciate tante stelline e commenti e ci rivediamo alla prossima, dubai
~gretassmjle

Ugly Heart 2.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora