Capitolo 18

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ANTONY POVS

"Io non dormo mai la notte."
Aveva detto lei, e io avevo sorriso.
"Chissà che fai allora? Perché non me lo fai vedere?"
Avevo detto io con tono maliziosissimo. Non sapevo il perché quegli aneddoti continuavano a tornarmi in mente mentre ero sopra al faro. O forse sì, era notte, la città era come al solito stracolma di luci, e io mi ero ricordato di uno dei miei "discorsi" con Greta.

San Francisco sarebbe sempre rimasta la mia città preferita, quella notte il buio incombeva nel cielo, ma non nella città, così riusciva a dargli una sfumatura più tetra. Ma solo le parti poco illuminate perché la città vista dal faro era uno spettacolo. I turisti erano sempre concentrati a guardare il famoso ponte. Quello che si vede nei film, nelle cartoline eccetera. Ma se avessero scoperto quel posto sarebbero rimasti senza fiato, ma da una parte era meglio che lo conoscessimo in pochi, lo rendeva più speciale. Mi ricordai di quando ci avevo portato Greta la su. Ah sì, comunque avevo rinunciato a non pensarci, il mio cuore mi portava sempre a lei anche se era spezzato.
-Avrei dovuto immaginare che potevi trovarti qui.
Una voce alle mie spalle mi ricondusse alla realtà. E chi conosceva quel posto all'infuori di me?
-Greta.
Mi voltai e in quel momento ringraziai il buio per impedirmi di farmi perdere nei suoi occhi.
-Sì, proprio io.
Affermò avvicinandosi alla ringhiera e appoggiandosi vicino a me. Ingoiai un nodo che mi si era formato in gola e la fissai, era uno spettacolo stupendo, più della città illuminata.
-Che ci fai qui?
Domandai, ma con un semplice tono di curiosità, niente malizia.
-Mi piace questo posto, è speciale.
Si voltò a guardarmi e avrei tanto voluto baciarla, di distanza ce ne era poca, ma perché baciare labbra che avevano toccato quelle di qualcun altro?
-Credevo che fossi impegnato, con quelle biondine.
Guardò di nuovo avanti a se e io feci lo stesso.
-Mi hanno stufato.
Potei vederla inarcare le sopracciglia.
-Wow.
Disse semplicemente.

Rimanemmo in silenzio, si sentivano solo i nostri respiri, il forte vento e il fruscio delle foglie. Continuai a guardarla, era così bella anche di profilo, un'opera d'arte come dicevo sempre. Il suo viso venne illuminato dal display del cellulare che aveva appena acceso. Allungai lo sguardo e riuscii a vedere il messaggio che le era appena arrivato.
Messaggio da Lorenzo: Sofia sta andando dalla polizia.
Mi lasciò perplesso, tornai a guardare Greta e lei aveva un'espressione spaventata.
-Che succede?
Chiesi.
-Devo... devo andare.
Si avvicinò in fretta verso le scale.
-Dove? Vuoi che ti accompagni? Ho la macchina.
Greta si girò e la vidi mordersi il labbro nervosa.
-Va bene.
Corremmo in fretta verso la mia auto e Greta mi disse di andare al distretto di polizia. Accessi il motore nonostante la mia confusione era tanta.

Arrivammo alla stazione di polizia e Greta corse fuori dalla mia macchina, dovetti sbrigarmi per raggiungerla.

GRETA POVS

Corsi al distretto e mi scontrai con Lorenzo.
-Sta già parlando con i poliziotti, non possiamo più fare niente.
Tirai un sospiro esasperato e ripresi fiato. Antony mi aveva appena raggiunto, me ne ero accorta dallo sguardo di Lorenzo. Mi voltai verso di lui e notai che si stavano fissando entrambi in cagnesco. Merda.
Mi ero completamente scordata di Lorenzo e Antony. Mi avvicinai verso quest'ultimo e gli presi una mano.
-Andiamo a sederci.
Antony fece un passo verso il rosso e gli strinsi più forte la mano.
-Lorenzo tu aspetta Sofia e vieni a chiamarci.
Lorenzo socchiuse gli occhi, avrebbe voluto fare miliardi di domande sicuramente, ma avevo già portato Antony in sala d'attesa, credo si chiamasse così anche lì.

Ci sedemmo e mi resi conto che gli stavo tenendo ancora la mano così la lasciai.
-Che sta succedendo?
Chiese con tono irritato.
-Devo parlarti di questa cosa da un bel po' di tempo.
Antony mi guardò preoccupato. Gli raccontai tutto, ogni cosa, e mi liberai. Tanto avrei dovuto parlarne comunque con lui visto che Sofia era andata a dire tutto alla polizia, sperai nel meglio. Antony sbatté velocemente le palpebre alla fine delle mie parole.
-Perché... me lo dici solo ora?
-Te l'ho spiegato, Lorenzo sarebbe finito nei guai.
Antony arricciò le labbra.
-E adesso?
-Non so che cosa faranno.
Antony sospirò e incrociò le mani. Rimanemmo in silenzio per un po' poi lui lo spezzò di nuovo.
-Sai, oggi mi sono reso conto che non ce la faccio proprio ad essere incazzato con te.
Quelle parole mi fecero sorridere e tornai a guardarlo. Antony sorrise di rimando ma prima che potessi dire altrettanto, Lorenzo ci venne a chiamare.
-Ragazzi, Sofia ha finito.
Ci alzammo e seguimmo il rosso nell'altra stanza.

Sofia era affiancata da due poliziotti.
-Mi dispiace, so che non dovevo farlo ma loro sono esperti, gli sono già capitati ricatti del genere, siamo in buone mani.
Sofia guardò Lorenzo che per tutto il tempo aveva tenuto stretti i pugni fino a sbiancarsi le nocche.
-Lorenzo, credo che tu debba parlare con loro.
Affermò la bionda accennando con la testa ai due poliziotti. Lui annuì e seguì i due con Sofia alle calcagna che ci sorrise un'ultima volta per tranquillizzarci.

-Spero che tutto si risolva.
Affermai.
-Torno a piedi.
Mi avviai in fretta fuori dalla porta ma Antony mi seguì.
-Dove credi di andare? È buio pesto, Greta.
Mi mancava il mio nome detto da lui.
-Casa mia è vicina.
-Ti accompagno, niente storie.
Il suo tono mi fece capire che non accettava un 'no' come risposta, così lo accontenta e salii nuovamente sulla sua auto.

Il viaggio fu silenzioso, soltanto certe volte riuscivo a sentire il suo sguardo su di me, ma io avevo fissato il panorama fuori dal finestrino tutto il tempo. Arrivammo davanti la mia casa e allungai la mano sulla maniglia.
-Grazie.
Mi voltai verso Antony che mi fissava. Tamburellò le dita sul volante e mi sorrise.
-Di niente.
Feci per scendere ma mi voltai un'ultima volta.
-La storia di Lorenzo si è risolta, credo. Ma la nostra?
Antony distolse lo sguardo.
-Sai, Lorenzo sarà anche nei guai e tutto quanto, ma questo non giustifica il fatto che vi siete baciati, e io non riesco a far finta di niente.
Non ribattei, sapevo che in parte aveva ragione e il fatto che entrambi eravamo confusi non era molto credibile per lui.
-Ci vediamo.
-Ciao Greta.
Uscii dalla macchina e chiusi in fretta lo sportello. Tirai un sospiro tremolante mentre Antony stava ormai lasciando la via di casa mia.

Rientrai in casa come in trance. Non mi ero ripresa ancora da quell'ultimo saluto con Antony.
-Greta?
La voce di mia madre mi fece tornare alla realtà.
-Ehi.
-Stella ha fatto la pipì dentro casa! Adesso l'ho messa fuori in giardino, dovresti occuparti di più di lei!
-Sì scusa, lo farò.
Feci per salire le scale ma mi fermò.
-Che cos'hai?
-Niente.
Mi voltai verso di lei e notai che non ci credeva nemmeno un po'.
-È un po' che non ti vedo con Antony, è successo qualcosa?
-Stiamo entrambi bene, mamma.
Ripresi a salire le scale e quando mi richiamò alzai gli occhi al cielo.
-Non ti ho fatto questa domanda.
Mi pizzicarono gli occhi come succedeva sempre quando trattenevo delle lacrime.
-Abbiamo litigato, di brutto, ci siamo lasciati. Oggi... abbiamo fatto una mezza specie di pace ma non credo che lui riuscirà mai a perdonarmi.
Mia madre mi abbracciò e mi lasciai cullare tra le sue braccia come quando ero più piccola.
-Che cosa hai fatto per farlo arrabbiare così tanto?
-Non voglio parlarne.
Mia madre mi accarezzò la schiena.
-Dai, guarda il lato positivo, almeno avete fatto pace.
-Mamma io non posso stargli vicino e fare finta che tra noi non sia mai successo niente!
Affermai con voce rotta.
-Sh, andrà tutto bene.
-Lo spero.

Salii in camera e mi buttai sul letto. Prima che crollassi nel sonno mi arrivò una chiamata da Sofia.
-Pronto?
-Greta so che è tardi ma volevo dirti che con Lorenzo si è risolto.
-Davvero?
La sentii annuire rumorosamente.
-Davvero, hanno parlato con Lorenzo e hanno organizzato un piano per catturarli.
-Spero che vada tutto bene.
-Anch'io, non posso tirare un sospiro di sollievo fino a quando non li vedrò tutti dietro le spalle.
Mi portai le ginocchia al petto e sospirai.
-Che ansia.
-Già... ti ho vista con Antony, va tutto bene?
-No. Cioè sì... Antony non riesce a perdonarmi, ma diciamo che le acque si sono calmate tra noi.
-Beh, spero che vada tutto
bene, davvero davvero tutto.
Non ce la facevo più a parlare di quello, e soprattuto con Sofia, non avrei voluto riaprire le sue ferite.
-Buonanotte bionda, ti voglio bene.
Non potevo vederla ma immaginai che sorrise.
-Buonanotte, ti voglio bene anch'io.

Appoggiai il cellulare sul comodino e rimasi a fissare per un attimo il vuoto.
"Mi sono reso conto che non ce la faccio proprio ad essere incazzato con te."
Quel pensiero mi fece sorridere, mi rannicchiai di più nel letto e immaginai Antony accanto a me.
Sospirai e afferrai di nuovo il telefono, la chat di Antony mi apparse in fretta.
"Mi manchi."
Lo lasciai lì sulla tastiera rendendomi conto che non potevo inviarlo, oltre al fatto che era davvero tardi, non potevo. Antony mi aveva detto chiaro e tondo che non mi avrebbe più perdonato. Avvicinai il dito per cancellare quelle parole ma il sonno mi portò a premere quel maledetto invia. Mi misi a sedere di colpo.
-No!
Guardai spaventata lo schermo e per un attimo mi sentii quasi stupida. Mi lasciai cadere sul materasso e decisi di lasciare stare, posai il telefono e decisi di non toccarlo fino a domani mattina.


#spazioautrice
Poveri piccoli grentony... Vabbè dai un po' si sono riavvicinati ☺️
Scusate se ieri non ho pubblicato ma come al solito avevo poco internet.
Poi ieri Greta mi ha risposto su Twitter e io devo ancora riprendermi da tutto ciò, la amo.😍
Lasciate tante stelline e commenti e ci rivediamo a la prossima ❤️
~gretassmjle

Ugly Heart 2.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora