Capitolo 41

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Deglutii un groppo alla gola e mi sforzai di non piangere di nuovo, certo che me lo ricordavo... quella era la nostra canzone.
-Sì, l'ho scritta io.
Lui sembrò sorpreso.
-Wow! Complimenti, è una canzone stupenda!
Abbassai di nuovo lo sguardo. Staccai un fiore dal terreno e iniziai a togliere piano piano i petali.
-Grazie.
Dissi con un filo di voce. Finito di torture quel povero fiore mi concentrai a strappare i fili d'erba, era uno sfogo, non volevo che Antony dicesse di nuovo che piangessi sempre, anche se era vero, da quando lui se ne era andato...
Mi voltai lentamente verso di lui e vidi che mi stava guardando, i suoi occhi erano così belli. La sua espressione era impassibile e vedevo il suo petto gonfiarsi e riabbassarsi in un respiro regolare.
-Posso fartela io la domanda adesso?
Lui sbatté le palpebre come se non si aspettasse quella affermazione.
-Sì.
-Tu e quella lì... Lidia, state insieme?
Lui inarcò un sopracciglio, sembrava sorpreso, ma non tanto per la domanda in se, forse per il mio comportamento.
-Parli a tutti in questo modo tu?
-Scusa, quando avevi la memoria avevano molta più confidenza.
-Quanta confidenza?
Non immagini quanta...
-Non cambiare discorso e rispondimi.
-Che caratteraccio... comunque, siamo amici, so di piacerle ma lei non mi interessa... E poi in questo momento voglio ricordarmi tutto il mio passato, nient'altro.
Annuii e mi alzai.
-Devo andare, ci vediamo, non cercarmi più.
La sua espressione si contrasse in una smorfia. Feci per andarmene ma lui mi interruppe.
-Che cosa ti ho fatto?
Sentivo che stavo per perdere la pazienza.
-Non ricordi, ecco cosa hai fatto.
Non mi voltai per vedere la sua reazione, tirai Stella e corsi via da lui.

Tornai a casa e salii in camera mia, spensi il telefono che già abbondava di chiamate perse da Sofia, mi cercava da stamattina quando ero rimasta da Antony. Non volevo parlare con nessuno, mi concentrai a ripassare, domani avevo un'esame. Una fitta di dolore mi colpì la pancia. Mi ero completamente scordata del bambino, Dio dovevo prendere appuntamento per l'ecografia, dovevo dirlo a mia madre, era tutto un casino. Come avevo fatto ad ignorare una cosa del genere? Forse perché Antony non era con me, stavo impazzendo, come avrei affrontato tutto quello da sola. Chiusi gli occhi quando vidi che stavano per scendere altre lacrime.
"Stai sempre a frignare!"
Aprii gli occhi e li rivolsi su una vecchia foto di me ed Antony.
-Se solo tu sapessi.
Sussurrai prima che la voce mi si rompesse.

Il giorno dopo fu Sofia a svegliarmi, e fu lei ad accompagnarmi all'università per l'esame. Mancava ancora un po' quando arrivammo, così mi sedetti su una sedia e ripassai mentre Sofia usava il cellulare.
-Greta!
Esclamò la bionda dopo un po' facendomi spostare la testa dal libro a lei.
-Ma che ci fa Antony qua?
Il mio sguardo si perse quasi involontariamente a guardarsi in torno fino a trovarlo, era in fila per iscriversi, con lui c'era Lidia.
-Si sta iscrivendo?
Mi alzai e riuscii a vederlo meglio confermando i miei pensieri. Vidi Antony firmare dei fogli, poi alzò lo sguardo e si accorse di me, sorrise. Cosa mi tratteneva esattamente dal non andare lì e baciarglielo quel sorriso?

ANTONY POVS

Sapevo che dovevo fare di tutto per recuperare la mia memoria, ma non mi andava di restare a casa senza far nulla. Lidia mi aveva detto che si voleva iscrivere all'università da un po', così l'ho seguita e l'ho fatto anch'io.
Firmai anche l'ultimo foglio che sicuramente era la cosa meno importante. Sperai che mi prendessero.

Alzai la testa e incontrai due familiari occhi marroni, troppo familiari per quanto ricordassi.
Era Greta, ed era bellissima. Non sapevo perché lo stavo pensando proprio in quel momento, proprio di lei, di una ragazza che ricordavo a malapena, ma era bella. Di quella bellezza che andava protetta, sotto una teca di vetro, e andava trattata con cura, come un'opera d'arte. E forse 'bellissima' non rendeva nemmeno tanto l'idea, perché ormai certe parole si usano così tanto che si danno per scontate e se ne perde il significato. Come 'ti amo' chissà se nella mia "vecchia vita" avessi mai avuto la fortuna di pronunciare quelle parole a qualcuno. Comunque Greta era tutto quello che poteva essere definito bello, una cosa splendida, preziosa, tutto quello che vi pare. Parlavo come uno che la conoscesse da una vita, ma mi stava facendo quell'effetto da quando avevo letto il testo della sua canzone. Mi accorsi che lei non aveva timore del mio sguardo fisso sul suo, anzi, ricambiò, e il mio marrone nocciola si incontrò con quelle pozze quasi nere. Riuscivo ad affogarci dentro in quegli occhi, chissà come sarebbero stati più belli se si fosse tolta quel mascara e tutta quell'altra roba. Già, mi sarebbe piaciuto vederla struccata, secondo me era ancora più bella. Come una canzone, una canzone puoi farla: acustica, remixata, ma non sarai mai bella come l'originale.
-Terra chiama Antony.
Sbattei le palpebre come se mi fossi appena svegliato da un sogno e mi voltai verso Lidia che mi stava guardando.
-Che cosa stavi fissando?
Chiese lei, tornai con lo sguardo dove prima era Greta e non la trovai.
-Niente.
Dissi con una sfumatura di malinconia, non mi dispiaceva guardarla.

GRETA POVS

Finito l'esame potei finalmente tirare un sospiro di sollievo, ma non riuscivo a togliermi l'immagine di Antony che si iscriveva nella mia stessa università. Ma nemmeno i suoi occhi puntati dentro i miei come due fari. Ci eravamo fissati in una maniera così intensa che qualsiasi persona nella stanza se ne era accorta, la cosa mi aveva fatto battere il cuore a mille, forse si era ricordato qualcos'altro. Scacciai quel pensiero forse stupido e troppo speranzoso.

Decisi di tornare a casa, cavolo adesso avrei dovuto vedermi Antony anche all'università... sembrava di essere tornati al liceo.
-Greta!
Mi fermai di colpo e vidi un ragazzo correre verso di me. Trascinava con se una valigia e, onestamente, non lo riconobbi fino a quando non mi fu completamente davanti.
-Enzo?
Lui mi sorrise. Era una vita che non lo vedevo e potevo dire che era cambiato molto dall'ultima volta che era successo quel casino con Antony. Aveva i lunghi capelli racchiusi in un codino e il suo volto era molto curato come al solito, dal primo momento mi era sembrato un ragazzo che faceva attenzione al suo aspetto.
-Ciao, che ci fai qui?
Gli chiesi.
-Una vacanza, era un po' che non ci venivo, non credevo nemmeno di incontrarti, come stai?
Abbassai lo sguardo e tirai un lungo sospiro.
-Bene, grazie.
Mentii. Lui non sembrò farci caso.
-Bene, io vado, stammi bene.
Mi salutò e riprese a camminare dalla parte opposta mentre io tornai a casa.

Non mi sarei dovuta preoccupare dei test per un po' di tempo, avevo solo qualche lezione. Almeno adesso potevo concentrarmi di più sul bambino, decisi di chiamare per un appuntamento per l'ecografia.
Dopo aver finito riattaccai e mia madre fece capolino nella stanza con sguardo accigliato.
-Greta? Mi devi dire qualcosa?
Probabilmente aveva ascoltato la conversazione che avevo appena avuto, non mi preoccupai più di tanto, infondo non era la mia vera madre quindi non era mai stata iperprotettiva o cose del genere.
Tirai un lungo sospiro e incrociai le mani.
-Sì mamma, sono incinta.
Mia madre portò le braccia al petto e abbassò lo sguardo.
-Potevi dirmelo.
-È tutto un casino in questo momento e il bambino è l'ultimo dei miei problemi.
Lei mi poggiò una mano sulla spalla.
-Tesoro, qualsiasi decisione prenderai, io ti appoggerò, so bene che a questa età è davvero un grande peso ma...
-So solo che non ce la faccio ad affrontare tutto questo da sola, e per da sola intendo: senza Antony!
La superai e tornai nella mia stanza chiudendomi dentro.

Il giorno dopo andai a lezione e sembrò volare. Lasciai la mia classe e mi avviai verso la porta.
-Mi concedi una terza domanda?
Antony spuntò alle mie spalle facendomi sobbalzare e portare istintivamente una mano al petto.
-Ma sei matto?! Mi hai spaventata!
Dio perché più lo volevo evitare e più mi parlava?
Uscimmo dall'università e non persi nemmeno tempo a chiedergli perché era lì.
-Scusami... Però non mi hai risposto!
Alzai gli occhi al cielo esasperata, mi fermai e incrociai le braccia aspettando la sua domanda.
-Che vuoi sapere?
-Hai il ragazzo?
Quella domanda mi lasciò più sorpresa che mai. E adesso che gli rispondevo?
-Sì... cioè, no! Perché?
Lui fece spallucce e distolse lo sguardo dal mio, avrei voluto girarlo di nuovo verso di me con la forza, e magari poi baciarlo.
-Ieri ti ho visto con un tipo e... credevo fosse il tuo fidanzato.
Ci pensai su, con quale ragazzo ero stata ieri? Ma che poi da quando vedevo un ragazzo a parte Lorenzo o Matteo?
-Se intendi Enzo sei fuori strada.
Lui si grattò la testa imbarazzato.
-Ok, beh tu mi avevi chiesto se stavo con Lidia, adesso siamo pari.
Annuii accennando un sorriso.
-Ci vediamo.
Ebbi un tuffo al cuore, mi stavo abituando al fatto che lui avesse perso la memoria?
Ma la mia mente non diede risposta, e intanto mi accorsi che Antony si era incamminato lasciandomi solo con la compagnia del freddo vento che attraversava i miei vestiti.



#spazioautrice
Hi pipol, la scuola è cominciata anche a me e voglio morire.
Anyway mi piace questo capitolo, Antony si è svegliato! Ci vediamo al prossimo dove succederanno cosa belle.😏
Lasciate tante stelline e commenti e ci rivediamo alla prossima 🌹
~Sara

Ugly Heart 2.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora