Capitolo 14

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Il rosso cercò disperato il mio sguardo e lo trovò in fretta. Avevamo la stessa espressione preoccupata. E adesso che gli dicevamo?
La mia preoccupazione svanì alla svelta quando notai che Antony stava davvero esagerando.
-Ok, farò finta di non avervi visto cantare insieme mentre vi guardavate, davvero, farò finta di niente!
Esclamò irritato facendomi allargare la bocca. Incrociai le braccia non potendo crederci, era geloso.
-Lorenzo puoi andare.
Affermai prima che Antony mi fulminasse.
-Cosa? Lui...
-Devo parlare con te da sola, lui non c'entra niente.
Fissai Antony intensamente cercando di intimorirlo e nel frattempo feci cenno al rosso di lasciare la casa. Lorenzo varcò la soglia sforzandosi in tutti i modi per non far capire ad Antony che era ferito.

Quando la porta si chiuse, affondai i miei occhi dentro quelli del moro e usai una delle mie migliori occhiatacce.
-Non ci posso credere, sai? Sei geloso, geloso di me e il tuo migliore amico!
Lui rimase per un secondo senza parole, poi balbettò qualcosa di incomprensibile.
-Non ti fidi di noi? È una cosa ridicola, Antony!
-Io non sono geloso! Ok per un millisecondo lo sono stato ma... cavolo prova a capirmi! È la terza volta dove mi nascondi che ti vedi con lui!
-Antony non te l'ho nascosto! Lorenzo è passato di qui e abbiamo parlato del fatto che fosse tornato insieme a Sofia, smettila ok?!
Ribattei allargando le braccia. Antony contorse la mascella.
-Certo, rigira sempre a modo tuo, adesso io sono geloso ed è solo colpa mia, va bene.
Alzai gli occhi al cielo e distolsi lo sguardo dal suo stringendo le braccia al petto.
-Senti dopo questa puoi anche andartene.
Antony tirò un sospiro esasperato.
-E va bene scusa, mi dispiace per questa scenata di gelosia, è solo che mi fa strano vedervi così amici.
-Abbiamo legato di più in questo periodo, niente di che.
Antony si sedette accanto a me.
-Non voglio litigare.
Lo guardai cercando in tutti i modi di trattenere un sorriso e forse assunsi un'espressione buffa, perché lui rise.
Si avvicinò lentamente a me per baciarmi ma lo impedii coprendo la mia bocca con le mani. Antony rise e mi baciò la fronte. Lo guardai negli occhi e allungai le mani sulla sua mascella, la accarezzai lentamente poi scesi alla nuca e lo baciai.
Antony mi tirò sopra di lui per i fianchi e si appoggiò allo schienale del divano. Le nostre lingue presero a cercarsi e non ci accorgemmo del fatto che mia madre era rientrata fino a quando non tossì falsamente. Mi staccai da lui e incontrai lo sguardo di mia mamma. Sentii la mia faccia avvampare e questo mi fece scendere subito da Antony.
-Ehi, mamma.
Non stavamo facendo niente di male ma era comunque imbarazzante. Antony ritirò le labbra e mi guardò di sfuggita.
-Ciao ragazzi... come state?
Poggiò le buste della spesa sul tavolo della cucina e ci sorrise lievemente.
-Ehm bene, ora stavamo andando.
Uscimmo di casa e riaccompagnai Antony alla sua.

Quando mi incamminai per tornare a casa mia mi persi nei miei pensieri. Pensai a quanto fosse brutto litigare sempre, e poi il motivo degli ultimi litigi era ridicolo... credo. Forse per me non era ridicolo perché io sapevo tutta la verità ed Antony niente, ma essere geloso di Lorenzo? Era folle.
Comunque scacciai quei pensieri e raggiunsi nuovamente la mia casa.

Il giorno dopo, preoccupata per la salute di Lorenzo, lo chiamai.
-Ehi sei andato al pronto soccorso?
-Sì, mio padre mi ha costretto.
Inarcai un sopracciglio.
-Costretto? Wow, sei proprio testardo eh!
Lorenzo rise.
-Eh già.
-Comunque adesso stai meglio?
-Sì, non era niente di grave... Per fortuna.
Storsi la bocca e guardai la mia stanza aspettando che lui aggiungesse qualcos'altro.
-Alla fine hai risolto con Antony?
Domandò dopo un lungo silenzio.
-Sì.
-Perché si era arrabbiato?
-Oh... ehm è geloso di noi, non credi sia stupido?
Il ragazzo rise nervosamente.
-Già.
-Ascolta ora vado a fare un giro, ci vediamo.
-Ok, ciao ciao.

Uscii di casa e da lontano un'inconfondibile chioma bionda incontrò i miei occhi.
-Ehi, bionda!
La chiamai. Il fatto che non ci vedessimo da un po' mi faceva strano, solo che ultimamente ero stata troppo impegnata per chiamarla.
Sofia si voltò verso di me e sorrise.
-Ehi, mora!
Rispose con il mio stesso tono.
-È da quando hai fatto pace con Lorenzo che non parliamo, che succede? È strano non averti in camera mia mentre cerchi di svegliarmi.
Sofia sorrise lievemente e distolse gli occhi azzurri dai miei.
-Mi dispiace... avevo bisogno di stare sola in questo momento.
-Quindi non hai visto nemmeno Lorenzo?
Lei negò con la testa e questo mi lasciò perplessa.
-Ma come? Eri distrutta dalla vostra rottura e adesso che siete tornati insieme lo eviti?
La bionda ritirò le labbra e per la prima volta notai la sua serietà.
-Credo che Lorenzo abbia ragione, Greta. Tra me e lui non è più come prima.
Aggrottai la fronte.
-Ma... Quando io sono andata da lui non mi è sembrato che...
-Aspetta, sei andata da lui?
-Veramente lui è venuto da me, ma questo non è importante.
-Sì, sì che lo è. Non me lo ha detto, lo vedi Greta?
-Ma si può sapere che avete tu ed Antony a fare così tante storie?!
Sbottai facendo allargare la bocca a Sofia che replicò in fretta.
-Voi dovete dirci che cosa vi prende visto che ultimamente vi vedete di nascosto e fate i misteriosi!
Emisi un verso indignato.
-Hai parlato con Antony, vero? È lui che ti ha messo in testa queste cose.
-Non ho parlato proprio con nessuno.
Portai le braccia al petto.
-Adesso mi sente.
-No tu adesso senti me, dimmi che sta succedendo tra te e il mio ragazzo.
Rimasi delusa da quella poca fiducia che aveva nei miei confronti.
-Sai, se tu ed Antony sapeste un minimo della storia non fareste così!
Sofia corrugò la fronte confusa.
-Aspetta, quale storia?
In quel momento avrei voluto tapparmi la bocca.
-Niente, lascia perdere, dimentica tutto.
Me ne andai via prima che potesse controbattere. Se le avessi raccontato che Lorenzo spacciava lui non mi avrebbe mai perdonata. Scappai lungo la strada che portava al vecchio faro dove io Antony andavano spesso. Riordinai i miei pensieri con l'aiuto del silenzio e la rilassante vista della città illuminata.
Non volevo litigare con Antony un'altra volta, sapevo che avrebbe parlato con Sofia. Dovevo risolvere quella situazione, e Lorenzo doveva smetterla di spacciare... Ma quella di ieri era stata la dimostrazione che i tipi che lo ricattavano erano davvero pericolosi. Il rosso ci aveva rimesso le costole. Lorenzo non voleva che lo dicessi ad Antony perché lui lo avrebbe detto alla polizia, e forse era la cosa giusta da fare, ma quella gente era davvero pericolosa. Non c'era altro modo e mi sentivo impotente. Sentii i miei occhi inumidirsi, avrei tanto voluto dirlo ad Antony, le sue parole, qualsiasi esse fossero state, mi avrebbero fatto essere più sicura. Decisi di andare da Lorenzo e avvertirlo del fatto che avrei detto tutto ad Antony, perché non reggevo più quella situazione. Aveva bisogno di aiuto e poi io non ce la facevo più a mentire ad Antony.

Arrivai davanti al garage del rosso e riuscii a sentire un rumore strano, sembravano vetri rompersi ma non ne ero sicura. Aprii la porta con cautela e allungai lo sguardo lungo tutta la stanza. Quando vidi Lorenzo capii che non mi ero sbagliata sui vetri rotti, e questo mi spaventò. Il ragazzo era in piedi ma si reggeva a malapena grazie al muro. All'inizio pensai che gli avessero nuovamente picchiato, ma quando identificai la bottiglia di alcool spaccata a terra capii che non era così.
-Lorenzo?
Lo chiamai preoccupata. Lui si girò verso di me e il suo sguardo mi faceva quasi paura.
-Greta perché sei qui?! È colpa tua se Sofia mi ha lasciato!
Socchiusi gli occhi confusa.
-Cosa? Sofia? Aspetta, che c'entro io?
Lorenzo rise amaramente.
-C'entri, quella stronza ha detto che noi non gliela raccontiamo giusta, ti rendi conto?
I suoi occhi marroni avevano una sfumatura di follia.
-Lorenzo, mi stai facendo paura.
Lui venne con passo svelto contro di me costringendomi ad indietreggiare fino a farmi toccare con la schiena il muro. Si avvicinò a me e poggiò la sua fronte sulla mia, mi stava troppo spaventando e non riuscivo a muovermi e reagire.
-Senti smettiamola, ok? Di nascondere tutto.
-È quello che dico anch'io, Lorenzo.
-Di' tutta la verità ad Antony, così ti lascerà.
Tirai un lungo sospiro mentre si avvicinava sempre di più a me.
-Ma che stai dicendo?
-Greta... Saremo liberi tutti e due.
Cercai di liberarmi ma mi bloccò per i polsi trattenendoli contro il muro.
Le sue labbra cercarono le mie ma abbassai la testa e cercai di evitarlo in tutti i modi.
-Lorenzo sei ubriaco, non sai quello che dici.
-Non sono ubriaco, sono innamorato.
Trovai il coraggio di guardarlo negli occhi, il mio sguardo era preoccupato ma allo stesso tempo confuso.
Lorenzo ebbe un minimo di buon senso e mi lasciò i polsi allontanandosi da me. Strinse i denti e iniziò a massaggiarsi le tempie.
-Mi dispiace.
Disse continuando a massacrare le sue tempie con le dita. Tirò dei respiri profondi ma non ebbi il coraggio di avvicinarmi, ero ancora paralizzata.
-Mi piaci tanto, Greta.
-Lorenzo smettila di dire così.
Il rosso incontrò i miei occhi.
-Sei stata così gentile con me, come posso rimanere in silenzio? Se ti dicessi che voglio tornare da Sofia e stare con lei per tutta la vita senza distrazioni, starei mentendo.
Lo guardai dispiaciuta, non era serio veramente, vero?

Lorenzo si sedette a peso morto su una sedia e si portò disperato una mano in fronte.
-Ce ne sono davvero poche di ragazze come te, beato Antony.
-Lorenzo...
-Che c'è? Ti fa così tanto strano il fatto che tu mi piaccia?
Chiese alzando il tono di voce. Scossi la testa anche un po' esitando e mi sedetti accanto a lui.
-Non è giusto per tutti, non è giusto per Sofia.
-Perché dici così? Non sono l'unico a provare attrazione qui?
Accennò a un sorriso malizioso e questo mi fece accigliare.
-Stai fraintendendo, Lorenzo.
Il rosso incrociò le mani e mi fissò.
-Scusami Greta.
-Non fa niente...
Feci per continuare ma ci ripensai e abbassai lo sguardo.
-Greta.
Lorenzo richiamò la mia attenzione, incontrai di nuovo i suoi occhi. Le sue iridi marroni e leggermente umide mi confusero insieme alle sue parole.
-Se non lo faccio adesso me ne pentirò più tardi.
Lorenzo mi baciò cogliendomi alla sprovvista. Lo spinsi via dalle spalle ma era già troppo tardi quando mi accorsi del fatto che la porta del garage era aperta.

Lo sguardo ferito che incontrai era proprio quello di Antony. Era sulla soglia della porta con la mano che ancora stringeva la maniglia e l'altra che teneva chiusa in pugno. Riuscivo a vedere le sue nocche sbianchiate e la sua espressione delusa e ferita.
-Antony.
Mi alzai di colpo, lui fece un passo indietro e mi guardò dall'alto al basso tirando dei lunghi respiri.
-Non mi sono mai sentito così umiliato e ferito in vita mia.
Guardò verso Lorenzo e se si potesse uccidere con lo sguardo lui lo avrebbe già fatto. Tirò un altro sospiro per trattenere delle lacrime.
Ero convinta che lo avrebbe attaccato, ma se ne andò.

-Antony!
Gli corsi dietro e lui aumentò il passo.
-Non è come...
-Non è come sembra, davvero?!
Mi urlò contro con le lacrime agli occhi.
-Antony per favore ascoltami.
-Non ascolto un cazzo di niente!
Non lo avevo mai visto così arrabbiato. Si portò le mani ai capelli e sembrò quasi che volesse strapparli. Scappò via come se non si volesse far vedere piangere, gli corsi dietro fino a quando la forza non mi abbandonò. Mi piegai in due e scoppiai a piangere.


#spazioautruice
È ufficiale mi odiate uuu.😂
Ma io vi voglio bene dai.😏
Lasciate tante stelline e commenti e ci rivediamo alla prossima.❤️
~gretassmjle

Ugly Heart 2.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora