Capitolo 27

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Passarono un po' di giorni, e arrivò proprio quello che volevo evitare.
-Andrò a prenderlo all'aeroporto, fatti trovare pronta, mettiti un bel vestito.
Mio padre stava indossando la sua miglior giacca mentre mi intimava quelle parole. Stava parlando del mio futuro marito, stava venendo da Chicago con la sua famiglia, e mio padre stava organizzando la miglior cena di sempre. Portai le braccia al petto e sospirai esasperata.
-Perché stai facendo tutto questo se è sicuro che dovremo sposarci?
Mio padre si voltò e finì di abbottonare la sua giacca.
-Perché dovrei fare brutta figura, scusa?
Alzai le spalle e scossi la testa.
-Fa' come ti pare.
Lui sorrise divertito e prese le chiavi della macchina.
-Ma non ti senti nemmeno un po' in colpa?!
Esclamai quello che avrei voluto chiedergli da un bel po' di tempo.
L'uomo mi guardò di nuovo.
-Per cosa?
-Per essere venuto a San Francisco e esserti finto davvero interessato a me, hai inventato la tua stupida storia solo per portarmi qui e farmi sposare! Così tu avrai tutti i soldi che vuoi!
Mio padre corrugò la fronte offeso.
-Ma non è così Greta, l'ho fatto anche per il tuo bene.
Mi lasciai sfuggire una risata amara.
-Se mi volessi davvero bene mi lasceresti con la persona che amo veramente.
-Intendi il tuo famoso ragazzo? E dimmi, che lavoro fa?
Il cameriere, il tuo.
-Lui consegna pizze a domicilio.
Mio padre scoppiò in una fragorosa risata.
-Ma per favore Greta, non sareste mai andati avanti. Ho fatto bene a portarti via, non sarebbe stato giusto restare con lui.
Sentivo la rabbia bollirmi dentro.
-Tu non puoi piombare così nella mia vita e dirmi cosa è giusto o non è giusto fare!
-Già, peccato che sei bloccata qui e che io stia andando a prendere il tuo sposo.
Digrignai i denti e strinsi pugni.
-Vaffanculo!
Sputai ormai senza speranze. Sembrò non toccarlo, infatti uscì dalla casa senza rivolgermi più alcun sguardo o parola. Mi lasciai cadere a peso morto sulle scale sedendomi.

Buttai la testa tra le mani e lasciai che il tempo scorresse senza fare nulla.
-Greta?
Dopo un po' una voce familiare mi fece alzare la testa.
-Ehi.
Salutai Antony con un filo di voce. Lui si sedette accanto a me.
-Prima ti ho sentita urlare con tuo padre, scusa se non sono venuto subito, stavo aiutando...
-Non fa niente.
Lo interruppi prendendogli la mano e intrecciando le mie dita tra le sue.
-Mio padre sta andando a prendere il ragazzo che sposerò.
Antony sospirò.
-Lo so, sai la domestica parla molto.
-Quanto ti manca per raggiungere la cifra adatta a portarci via?
-Ho bisogno di ancora un po' di tempo.
Annuii e abbassai lo sguardo.
-Mi sento inutile.
-Ehi, non lo sei affatto, ok? Stai tenendo testa a tuo padre, non sei crollata, non è roba da tutti.
Mi appoggiai alla sua spalla e accarezzai il dorso della sua mano. Provai a sorridergli.
-Sai, voglio che questo presunto sposo conosca la vera me, giusto per dare un po' di fastidio a 'papino'.
Mi alzai in piedi ed Antony mi studiò con un'espressione confusa.
-Che vuoi fare?
-Niente, solo tingermi i capelli.

ANTONY POVS

-Cameriere mi serve il tuo aiuto, porta questi al tavolo.
Mi ordinò la domestica porgendomi un vassoio di antipasti. Sbuffai e feci come mi aveva detto. Stavo per andare a prenderne degli altri ma la porta d'ingresso si aprì facendomi voltare. Riuscii a vedere il padre di Greta con accanto un ragazzo. Era giovane rispetto a come lo immaginavo, aveva dei corti capelli biondi che gli coprivano la fronte e anche un po' gli occhi limpidi e azzurri. Dovevo ammettere che era bello, come avrebbe fatto Greta a non resistergli? Mi sentii prendere da un improvviso senso di paura, paura di perderla.

-Cameriere!
Mi sgridò la domestica distogliendomi dai miei pensieri.
-Dovresti andare ad accogliere gli ospiti.
Ormai non facevo solo da cameriere, ma anche da maggiordomo e altre cose. Il problema era che il padre di Greta aveva davvero pochi dipendenti, forse se ne erano andati perché aveva un carattere di merda. Raggiunsi la sala d'ingresso ma i genitori del ragazzo e il padre di Greta sembravano concentrati in tutt'altra conversazione.
-Greta, scendi!
Urlò suo padre e lei rispose in fretta di sì.

Ugly Heart 2.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora