Capitolo 22

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Il giorno dopo quando aprii gli occhi non avevo intenzione di alzarmi. Mi voltai verso Antony che dormiva profondamente. Sorrisi e gli spostai un ciuffo ribelle dalla fronte, questo gli fece aprire leggermente gli occhi ma li richiuse subito.
-Allora sei sveglio.
Lo vidi sorridere ma teneva ancora gli occhi chiusi. Lo baciai e stavolta li aprì. Sorrise contro le mia labbra e mi staccai.
-Buongiorno.
Disse mentre mi accarezzava i capelli.
-Buongiorno, dici che c'è qualcuno in casa?
Antony alzò le spalle.
-I miei sono fuori per lavoro, forse c'è Serena ma probabilmente è andata con Matteo.
-Oh ok, comunque ho fame.
Antony si tirò di colpo a sedere.
-Allora fermati, ti preparo una colazione da dio.
Inarcai un sopracciglio.
-Davvero?
Antony annuì e si alzò. Si rinfilò i boxer, dei pantaloncini e corse di sotto.

Lo seguii indossando una sua maglietta che mi stava grande. Scesi le scale ancora assonata e vidi Antony che combatteva con delle pentole. Lo guardai trattenendo una risata.
-Che stai facendo?
Si voltò di colpo, probabilmente non mi aveva sentito arrivare.
-Preparo le omelette.
-Wow, che bravo fidanzato che sei.
Antony esitò a quelle parole, ma poi mi sorrise.
-Lo so.
Si avvicinò e mi baciò. Mi sedetti al tavolo della sua cucina e guardai la stanza. Le pareti rosa chiaro erano illuminate dai raggi solari che attraversavano la finestra. Il mio sguardo si spostò su una macchina fotografica adagiata sul davanzale della finestra, precisamente una Polaroid.
-Hai un fotografo in famiglia?
Antony distolse lo sguardo dal fuoco per guardarmi con un'espressione confusa. Non capì fino a quando non gli indicai l'oggetto.
-Ah sì, Serena sta frequentando un corso, ha anche la macchina professionale di sopra.
-Non ce la facevo.
Antony si avvicinò alla Polaroid e la prese tra le mani guardando dentro l'obbiettivo.
-Nemmeno io.
Si ritirò e la guardò da davanti sfiorandola con i polpastrelli.

Guardai la colazione che Antony stava preparando e sorrisi. Ero fortunata ad avere lui, mi aveva finalmente perdonato e non c'era cosa più bella. Mi dispiaceva tutto quello che era successo e mi sentivo ancora tanto in colpa. Un rumore mi fece distogliere dai miei pensieri, era una specie di click. Guardai Antony che teneva ancora la Polaroid ma stavolta la macchina stava sputando una foto bianca.
-Che cosa hai fatto?
Antony prese la foto e aspettò che schiarisse.
-Ti ho fatto una foto.
Affermò con tranquillità.
-E perché?
-Perché sei bella.
Sorrisi e lui iniziò a guardare la foto.
-Specialmente quando sorridi, e quando sei persa tra i tuoi pensieri. Mi piacerebbe entrare nel tuo mondo, sai.
Aggiunse mentre si avvicinava ai fornelli per spegnerli.
-Ma tu già ci sei.
Affermai. Potei vederlo sorridere. Poggiò due piatti sul tavolo e si sedette continuando a guardare la foto.
-Me la fai vedere?
Me la passò e sorrisi nel vederla.
-Carina, potresti fare il fotografo.
Antony fece spallucce.
-No, non mi interessa.
-Già, tu devi concentrarti a fare il cuoco.
Affermai con tono divertito. Mi girai verso la sua bella colazione composta da un omelette e un toast.
Mangiammo e mi costò ammettere che Antony cucinava veramente bene.
-Manca qualcosa però.
Affermai alzandomi e avvicinandomi ai fornelli.
-Il caffè, in tutta questa bella colazione non lo hai preparato.
Antony allargò la bocca come se lo avesse ricordato solo ora.
-Vero.
Ammise imbarazzato.

Lo preparai io al posto suo, mentre aspettavo che si riscaldasse mi appoggiai alla credenza e lo guardai.
-Posso chiederti una cosa?
Lui alzò lo sguardo verso di me.
-Certo.
-Farai mai pace con Lorenzo?
La domanda perforò l'aria creando del silenzio che durò per un bel po'.
Antony intrecciò le dita e se le guardò come se fossero la cosa più interessante del mondo.
-Non lo so.
Sospirò e incontrò di nuovo i miei occhi. Lo vidi ingoiare un groppo alla gola.
-Per ora non ci riesco
Annuii piano.
-Mi dispiace, non volevo rovinare l'atmosfera solo che... voglio che torni tutto come prima.
Antony si lasciò sfuggire una risata senza allegria.
-Greta, sai che non si può. Chi mi assicura che Lorenzo non proverà a baciarti nuovamente?
Scossi velocemente la testa e mi portai due ciocche nere dietro le orecchie.
-Volevo essere speranzosa.
Antony si alzò.
-Mi dispiace.
Si avvicinò a me poggiando le mani sulla mia vita e la fronte sulla mia.
Chiusi gli occhi e lasciai che le nostre labbra si unissero. Passai lentamente le dita sulla sua nuca salendo ai suoi capelli e lo sentii fremere. Antony lasciò la mia vita per afferrare i miei fianchi spogli e mi tirò su, mi fece sedere sul bordo della credenza. Mi accarezzò le gambe fino ad arrivare agli slip. La mia mano percorse il suo petto nudo mentre mi staccavo lentamente da lui. Le nostre labbra che ancora si sfioravano, sorrisi.
-Pensa se adesso entrasse tua sorella.
Antony strinse gli occhi.
-Beh devo ammettere che sarebbe piuttosto imbarazzante.
-Dici? Magari è con Matteo.
Antony mi baciò di nuovo.
-Ma dai che ci importa, lo so che vuoi il bis di ieri.
Affermò con tono malizioso sollevandomi di nuovo per i fianchi. Mi schiuse le labbra infilando in fretta la lingua, poi scese al collo e iniziò a lasciarci piccoli morsi.

Ugly Heart 2.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora