Capitolo 49 [ultimo capitolo]

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Sentii le lacrime pungermi gli occhi, il cuore mi batteva all'impazzata. Aveva tirato fuori un anello e lo teneva nella scatolina aperta tra le sue dita. Portai le mani davanti alla bocca, stavo tremando, i miei occhi erano solo su di lui e sul suo sorriso, ma sentivo che tutti ci stavano guardando. Tra singhiozzi e lacrime riuscii a parlare.
-Sì, sì che ti voglio sposare!
Lui si rimise in piedi e mi fiondai tra le sue braccia scoppiando definitivamente in un pianto. Antony mi strinse forte e la gente dentro la stanza esplose in un applauso. Affondai la testa nell'incavo del suo collo e singhiozzai. 
-Non ci posso credere, ti amo tanto.
Riuscii a dire appena ci staccammo. Tenni ancora un braccio dietro la sua schiena mentre con la mano libera cercai di cancellare ogni traccia del mio pianto.

I ragazzi si avvicinarono a noi e ci sorrisero con una sfumatura di compiaciuto.
-Voi lo sapevate, non é vero?
Dedussi appena ripresa. Sofia alzò gli occhi al cielo e scosse la testa come se fosse ovvio.
-Io e Lorenzo abbiamo aiutato Antony a scegliere l'anello.
Affermò la bionda mettendo un braccio dietro la schiena del suo ragazzo, che si limitò a sorridere. Voltai la testa di nuovo su Antony che aveva lo sguardo sull'anello, sorrise e incontrò i miei occhi.
-Devo mettertelo.
Disse facendosi di nuovo avanti. Mi prese le mani e fece scivolare l'oggetto nell'anulare della mia mano destra. Mi sorrise e, nonostante tutti ci stessero guardando, lo baciai lo stesso senza troppi problemi.
Avrei passato il resto della mia vita con lui e... non potevo essere più felice di così.

7 mesi dopo

La sveglia suonò, strillò, anzi, adesso non sembrava più una sveglia, sembrava un bambino, un bambino che piangeva.
-Greta, svegliati.
Sono scossa da qualcuno con davvero poca grazia e questo mi porta ad aprire gli occhi lentamente. Li socchiudo perché la luce della prima mattina mi stava uccidendo e li faccio abituare.
-Sofia.
Dissi mugugnando quando mi resi conto della persona che stava cercando di svegliarmi. Sì, la solita Sofia, certe abitudini non cambieranno mai. Mi tirai su e ricordai tutto. Io e Sofia avevamo deciso di festeggiare da sole il mio addio al nubilato che alla fine si era trasformato in una serata da baby sitter per Thomas. Alzai lo sguardo verso quest'ultimo, che si era appena calmato dal suo pianto isterico da classico bambino di un mese. Adesso mi guardava attraverso le sbarre del suo lettino, penetrando i suoi profondi occhi marroni verso il vuoto, Antony diceva che erano identici ai miei. Mi alzai dal letto e gli sorrisi.
-Buongiorno piccolino.
Mi avvicinai a lui e gli passai delicatamente una mano sulla testa che accennava a dei capelli, sembravano biondi, come i miei naturali. Antony continuava a ripetere che era uguale a me e aggiungeva che fosse un bene, sorrisi inconsciamente. Era già passato un mese dalla nascita di Thomas, ricordavo ancora tutto perfettamente. Antony che mi teneva la mano durante il parto, nonostante io la stringessi veramente in una maniera esageratamente forte, ma lui c'era, come c'era sempre stato. Ed era incredibile, guardare la creatura che avevamo davanti, la nostra, nostro figlio, mi rendeva immensamente felice.
-Oggi è il grande giorno!
Esclamò Sofia riportandomi alla realtà. Il cuore mi si scaldò a quell'affermazione, già, oggi finalmente io e Antony ci saremo sposati. Avevamo preferito aspettare la nascita del bambino, sapevamo che dovevamo goderci quei momenti fino all'ultimo e che non potevano essere occupati dall'ansia dell'organizzazione delle nozze. Mi girai verso la bionda e le sorrisi a labbra chiuse.
-Già, anzi, dovrei iniziare proprio a prepararmi.
Sofia sbuffò una risata.
-Te lo stavo proprio per dire, dai, Antony non vede l'ora di incontrarti all'altare.
E con quelle ultime parole prese in braccio Thomas e uscì dalla stanza, lasciandomi sola con il vestito da sposa che presto avrei indossato.

Feci un respiro profondo e accarezzai la stoffa, non mi resi conto che stavo sorridendo. Mi ricordai della prima volta che avevo incontrato Antony.
"Che cazzo hai da guardare?"
Aveva detto lui. Sbuffai una risata. Chi lo avrebbe mai detto che dopo quelle parole io e lui saremmo finiti a questo punto. Bella storia.

Ugly Heart 2.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora