Capitolo 28

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Il giorno seguente Antony non si svegliò con me, come al solito, avrei voluto non abituarmici. Mi vestii e uscii dalla mia stanza.

-Greta.
Qualcuno mi chiamò facendomi voltare verso la porta del bagno, era Lucas.
-Ciao.
-Ascolta, a quanto pare ieri siamo partiti con il piede sbagliato.
Inarcai le sopracciglia.
-Perché lo pensi?
-Perché ho visto le occhiatacce che mi lanciavi, mi dispiace averti dato non so quale impressione, ma è sbagliata. Dovremmo sposarci quindi vorrei rimediare, che ne dici di venire con me al lago?
Tirai un lungo sospiro.
-Senti, Lucas, mi fa piacere che tu voglia migliorare il nostro rapporto ma io non voglio sposarti.
Quella risposta sembrò spiazzarlo.
-Mio padre mi sta costringendo ma sta tranquillo che me ne andrò quando meno te lo aspetti.
-Aspetta, anche mio padre mi sta costringendo ma dovresti accettarlo. E poi che intendi dire che te ne andrai?
Feci spallucce in segno indifferente.
-Vedrai.
Non aspettai a sua reazione perché scesi di sotto e incontrai mio padre.

-Ah eccoti.
Disse con tono severo prendendomi da parte.
-Che cosa ti è saltato in mente ieri sera? Eh Greta?! I capelli rosa, rosa!
-Ti piacciono?
Lo presi in giro afferrando una ciocca e attorcigliandola nel dito. Mio padre mantenne la calma.
-Che non accada mai più, hai visto Lucas?
-Sì di sopra, ti prego dimmi che non lo hai invitato a vivere qui.
Lui scosse la testa mantenendo un'espressione severa. Tirai un sospiro di sollievo.
-Voleva parlare con te.
Disse mio padre distraendomi dai miei pensieri.
-Ci ho parlato.
Affermai per poi lasciarlo da solo e andando in cucina. Come al solito c'era Antony lì, gli sorrisi ma non potei fare niente per avvicinarmi a lui, la casa era troppo piena di persone. Lui fece finta di servirmi qualcosa da mangiare.
-Lucas ti ha detto qualcosa?
Sussurrò sparecchiando il piatto di mio padre.
-Sì, ha provato ad essere gentile.
-In che senso?
Domandò con una sfumatura di preoccupazione nella voce.
-Niente di che, mi ha solo invitato al lago.
Lui sbuffò una risata e scosse la testa.
-Se solo si riavvicina a te...
Gli presi la mano nonostante fosse rischioso.
-Non succederà.
Alzò lo sguardo da ciò che stava pulendo e incontrò i miei occhi, rimanemmo a fissarci per più di qualche secondo, ma alla fine rompemmo qualsiasi nostro contatto per l'entrata della domestica in sala.
Io ed Antony passammo un'altra giornata a nasconderci da mio padre e la sera venne da me come al solito.

Passarono un po' di giorni e del matrimonio nemmeno l'ombra, mio padre era imprevedibile, avevo paura che se ne uscisse da un momento all'altro visto che Lucas era sempre a casa nostra.
Antony entrò di colpo nella mia stanza dopo una lunga giornata come le altre... Più o meno. Si chiuse in fretta la porta alle spalle mentre lo guardavo a braccia conserte.
-Come mai tutta questa fretta?
Domandai chinando la testa di lato.
-Ho raggiunto la cifra adatta! Ce ne possiamo andare!
Spalancai gli occhi e allargai la bocca non riuscendo a trattenere un sorriso.
-Veramente?
Lui annuì e io gli saltai al collo baciandolo sulla bocca. Lui sorrise contro le mie labbra.
-Quando partiamo?
-Ho ordinato i biglietti, domani mattina all'alba, tuo padre non è mai sveglio a quell'ora.
Tenni le mani strette dietro al suo collo.
-Ok, allora non possiamo rischiare di addormentarci.
Antony sorrise malizioso.
-Ok, ho un'idea per passare la notte.
Inarcai un sopracciglio.
-Ah davvero?
Mi accarezzò la coscia infilando la mano sotto la gonna. Io passai le dita lentamente sulla sua mascella. Antony mi sfilò la gonna con un gesto secco. Mi sdraiai sul letto e gli tolsi la maglietta, rimasi a fissare di nuovo il suo tatuaggio, forse anche troppo. Mi sfilai velocemente la maglietta tra un bacio e l'altro e lui fece lo stesso con i suoi pantaloni, lanciandoli da una parte e facendo cadere anche qualcosa. Questo mi fece ridere per qualche secondo prima che la mia bocca fosse occupata di nuovo dalla sua. Lui era sopra di me con le mani dietro la mia schiena cercando il gancetto del reggipetto mentre sentivo la sua erezione contro il mio intimo. Bussarono alla porta e questo ci costrinse a smettere. Riprendemmo entrambi fiato.
-Chi è?
-Greta, sono io!
Era mio padre. Balzammo entrambi in piedi.
-Che facciamo adesso?
Antony si guardò intorno disperato.
-Ehm...
Afferrò i suoi vestiti e li mise sotto al letto, poi corse verso l'armadio e si nascose all'interno.
-Greta?
Chiamò di nuovo mio padre tentando di girare la maniglia inutilmente.
-Arrivo!
Indossai in fretta e furia i miei abiti e corsi ad aprire la porta.

Mio padre entrò in stanza con uno sguardo che non riuscii a decifrare.
-Perché chiudi sempre a chiave?
Domandò, ma prima che risposi borbottò qualcosa per farmi capire che era una domanda retorica.
-Che devi dirmi?
Lui girò per la mia stanza con le mani dietro la schiena e il mio battito accelerava quando passava davanti all'armadio dove era chiuso Antony.
-Volevo parlarti di Lucas, domani ci sarà un'altra cena e io non voglio fare brutta figura come l'altra volta.
Alzai gli occhi al cielo e poggiai la mano sul legno del letto.
-E poi ti avevo detto di vestirti bene e non da escort.
Sbuffai una risata amara.
-Da escort papà? Era un semplice vestito, come sei antico.
Lui sospirò spazientito.
-Sceglierò io il tuo vestito stavolta.
Fece per aprire il mio armadio.
-No!
Urlai così forte che lo feci sobbalzare. Si voltò verso di me e una ruga di perplessità gli attraversò la fronte.
-Che cosa c'è?
-Io non voglio che si tocchino le mie cose, mi da' fastidio.
Mio padre si mostrò offeso.
-Suvvia bambina mia, sono tuo padre.
Spalancò l'armadio così in fretta che non riuscii a fare nulla per fermarlo. Sentii il mio cuore perdere più di un battito. Mio padre rimase inorridito alla vista di Antony con le mani che coprivano il suo membro nonostante indossasse i boxer, e solamente i boxer.
-Salve.
Disse con voce tremolante. Mio padre si voltò così velocemente verso di me che ebbi paura gli si rompesse il collo.
-Greta? Che cosa significa questo? Te la fai con il cameriere?!
Allargai la bocca e ne uscì un verso straziato.
-Io non...
Balbettai qualcosa che neanche io riuscii a capire mentre mio padre spostava lo sguardo da me ad Antony sgomentato. L'uomo si portò le mani tra i capelli disperato e Antony uscì dall'armadio con fare esitante.
-Papà lui è il mio ragazzo.
Affermai con una minima speranza che lui potesse capire quanto lo amassi. Invece questo lo fece arrabbiare più di prima.
-Non ci posso credere! Sono stato preso in giro e umiliato da un ragazzino e mia figlia!
Urlò verso nessuno in particolare.

Un uomo ci raggiunse come se mio padre lo avesse chiamato e non ce ne fossimo accorti.
-C'è qualcosa che non va?
Domandò e lì capii chi era, la sua guardia di fiducia, non lo avevo mai visto dentro casa, era con mio padre solo al lavoro.
-Sì!
Esclamò lui con aria furente indicando Antony.
-Scortalo via, e non farlo mai più avvicinare a questa casa o a Greta!
-Che cosa?!
Esclamai cercando di afferrare Antony per un braccio, ma la guardia lo aveva già preso. Antony cercò di opporre resistenza.
-Almeno fatemi vestire!
Si difese lui, e mio padre ebbe un minimo di cuore.
-Va bene.
Antony si liberò e andò verso il letto dove sotto erano nascosti i suoi abiti.
Mi avvicinai a lui mentre infilava i pantaloni con riluttanza.
-Antony.
Dissi con voce rotta. Lui mi guardò e abbozzò un sorriso.
-Piccola, ti ho promesso che ti porterò via da qui, e io mantengo sempre le promesse.
Non lo disse abbastanza a bassa voce da non farlo udire a mio padre.
-Non penso proprio.
Affermò l'uomo con un tono da farmi quasi paura.
-Visto che le nozze si sposteranno a domani.
L'espressione sicura di Antony vacillò e spalancò gli occhi. Prima che potesse rispondere la guardia lo afferrò per le braccia e lo portò di fuori.
-Che cosa?! Papà non puoi farlo!
-Dormi bene Greta, domani sarà una giornata importante.
Si chiuse violentemente la porta alle spalle e io crollai a terra in un pianto disperato.



#spazioautrice
Corto but gold lol, ehi siete tutte invitate al matrimonio di Greta AHAHAHA mi diverto a vedere quanto mi odiate 😇😇
Lasciate tante stelline e commenti e ci rivediamo alla prossima, love uuu 🌹
~gretassmjle

Ugly Heart 2.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora