24. What Do I Want?

136 12 1
                                    

Il secondo giorno ad Interview è andato meglio, ma man mano che passa il tempo e i pensieri, non so cosa sia meglio per me.

Mi piace disegnare, o la moda in generale, ma non riesco a catapultarmi in una vita in cui io, Eden Foster, sia una stilista. Almeno per il momento.

L'idea del mandare una lettera ad Interview non è stata male. Ho capito cosa fa per me e cosa no.
Ho capito che adesso, a diciassette anni, è troppo presto per decidere di imparare ad essere una stilista. Magari non avrò successo e morirò da barbona.
Forse è meglio continuare a studiare da dietologa, almeno per avere un lavoro serio in tasca.

Ieri pomeriggio mi sono vista anche con Nate, Walt, Kendall e Brook.
Brook sta bene, a parte per la sua storia d'amore.
Ha detto che è probabile che voglia far addottare il bambino. Ma non sembrava sicura di questa cosa.

Apro la porta di casa e la mamma mi abbraccia subito.

«Domani te ne vai.» dice.

«Sì» annuisco. «Eh... mamma, dovrei dirti una cosa.»

«Certo, vieni.» dice sedendosi sul divano.

«Ehm... allora, il nonno mi ha detto di dirtelo. Ci starai molto male, ma... »

Vedo il suo volto incupirsi e non riesco a capire dove trovo il coraggio per dirglielo.

«Mamma, il no-il nonno ha-ha la leucemia.» dico.

«C-cosa?» scoppia subito a piangere e la abbraccio.

Mi sento in colpa ad averle detto una cosa del genere. Non posso farle questo.

«Mi dispiace» riesco solo a dire, prima di scoppiare a piangere con lei.

***

«Fa buon viaggio» dice mia mamma dandomi un bacio sulla guancia.

Alla fine, riguardo alla questione del nonno, ci ha pianto un po' su e ha detto:«Adesso è vivo, godiamocelo.»

Sorrido ai miei genitori e salgo sull'aereo.

Ho chiesto ad Interview del tempo per decidere cosa voglio davvero.
Ovviamente, non mi hanno dato retta.

«No, Eden» aveva detto Rosaline «Ti abbiamo già dato troppe opportunità.»

«Non voglio una ragazza pignola, Eden Foster sei fuori!» mi aveva liquidata Andy.

Spengo il telefono e cerco di rilassarmi.

Arrivo a Dillard, e a casa dei nonni, verso la notte.
Quindi ho il tempo per rilassarmi e riprendermi.

La mattina dopo, mi sveglio.

Scendo in cucina.

«Il nonno e la nonna?» chiedo a Jer, mentre mi versi del latte in un bicchiere.

«Sono usciti a camminare... poi, sai, la nonna è sua moglie e devono parlare di come affronterà la vita senza di lui.» dice dando un morso ad un biscotto.

«Già... E tu e Veronica? Dimmi cos'è successo di bello mentre ero via.» dico.

«Con Veronica va a gonfie vele» sorride a trentadue denti «Mi piace un sacco e più sto con lei più penso che Louise sia diversissima... Ehm... Noah è passato di qui chiedendo di te» alza e abbassa le sopracciglia, sorridendo.

Gli lancio un'occhiataccia. «Cosa credi?»

«Mh, sareste una bella coppia.»

«Sì, certo» sbuffo.

«Be', e nulla. Ha chiesto di te e gli abbiamo detto che eri a Los Angeles. Becky, Jas e Thom si preparano per tornare indietro a studiare e fine. Tu? Com'è andata?»

«Sì, dicci tutto» dice Becky entrando nella cucina.

«Uno schifo. Rosaline era antipaticissima e odiosa... » spiego tutto «E alla fine mi hanno "cacciata"»

«Idioti» dice Becky «Però, tesoro, te la sei cercata. Perché hai chiesto loro di voler prenderti per essere famosa, mentre alla fine hai fatto l'opposto?»

«Perché sono stupida?» chiedo a mia volta, ridendo. «Wind?»

«Sta bene» dice Jer «Sono passato da lei e... »

«Lui» lo correggo.

«Cosa?» dice sgranando gli occhi «Ecco perché sembrava mi odiasse. E io che gli ho detto:"Che bella cavalla che sei."»

Scuoto la testa ridaccchiando. Non posso crederci.

Sento il telefono vibrare e lo prendo.

Ehi, Eden. Dobbiamo parlare, ora.

È un numero e non ho la più pallida idea di chi possa essere.

Chi sei?

Noah.

Non ci parlo con te. Scrivo.

Al box di Wind, ora.

Sbuffo.

Voglio andarci, ma allo stesso tempo no.

Voglio chiarire, ma allo stesso tempo non voglio.

Voglio sapere cosa siamo, se qualcosa siamo.

Voglio sapere cosa prova per me, se qualcosa prova.

Ma la testa dice no, al contrario del cuore.

Quindi no, non ci andrò.

***

«Esci» gli dico.

«C'è qualcuno in casa?» chiede.

«No, purtroppo» dico sbuffando e inicandogli la porta.

I nonni stavano facendo la spesa, Jer era con Veronica e gli altri tre stavano girando per il posto, dato che si erano considerati troppo giovani per non aver ancora visitato la campagna.

«Dimmi perché stamattina non sei venuta al box del cavallo.»

«Noah, dormivo» dico.

Ride. «Certo, come no»

«Eden, quella ragazza... »

«Non mi interessa» lo interrompo «Ti ho detto cosa penso di noi... di te» mi correggo alla fine.

Comincia ad avvicinarsi pericolosamente.
Indietreggio e, grazie ai miei Santi, finisco con la schiena contro alla porta.

Si avvicina molto, troppo. È ad un centimetro di distanza e riesco a sentire leggermente il suo respiro sul mio viso.

Allunga la mano e mi accarezza una guancia con il pollice. «Ne sei sicura? Sei sicura di non volermi nel tuo futuro? Sei sicura che tutte le cose che provi ora siano solo un puro caso?»

Mando giù la saliva. Ha ragione.
No, io lo voglio nel mio futuro e so che l'odio, l'amore, la rabbia, il nervosismo, la paura e i brividi che provo ora non siano un puro caso.

«N-Noah» cerco di dire, ma la mia voce esce sussurrata.

Voglio baciarlo.
Voglio sentire le sue labbra sulle mie e avrei azzerato quel poco che ci mancava per baciarci.

Ma si allontana, ridacchiando.

(N/A):
So che il capitolo è corto e nulla di che.
Mi dispiace ma sono accorto di ispirazione ultimamente.
Non so dirvi quando aggiornerò, non ho ancora il capitolo pronto.
Detti questo, spero che vi sia piacuto lo stesso♡

-E

You're All I Need (#Wattys2016){Revisone}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora