11. Can you hug me?✔

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Siamo appena tornate a casa, io e Sydney, e le ho raccontato tutto.

Io ci sono davvero rimasta male.
Lui non può volere che io non soffra per lui quando è colpa sua se sto così!

«Eden» dice la mia amica davanti alla porta di casa. «Cosa c'è? Sembri triste.»

La guardo male.
Come potrei non essere triste?

«Mi sono espressa male... Cosa vorresti fare ora?» chiede.

Busso alla porta e rispondo alla mia amica.
«Cosa dovrei fare?! Se quello stupido non vuole che io soffra dovrebbe essere qui, in questo momento. Ma nah, "io sono Mr. Nonvogliofartisoffrire, una persona orribile, stammi lontano!"Se è quello che vuole e quello che avrà.»

La nonna ci apre e vado subito in camera mia con la bionda che mi segue.

«È quello che vuoi?» chiede.

Mi siedo sul letto e prendo sottobraccio uno dei tanti cuscini. «No.»

«Cosa vuoi, Eden? Rispondi per bene!»

«Non lo so cosa voglio!» quasi urlo. «Cavoli! Non so neanche perché mi sento così, Dio! Non lo conosco neanche!»

«Calmati.» dice «Sai... il detto "amore a prima vista"? Può darsi che a te è successo così.»

«Non sono innamorata di lui» dico.

«Ah no? Beh, tesoro mio, credo che tu non sappia cosa significhi "innamorata". O forse non lo vuoi ammettere; e se si tratta della seconda opzione, non capisco perché tu non voglia farlo!»

«Io non sono innamorata di lui» ripeto «Non so cosa provo. Non so per quale motivo del cavolo mi senta così! Non so nulla! Forse sono innamorata inconsapevolmente, ma non voglio innamorarmi!»

«Tu stai sforzando te stessa a convincerti di non provare nulla per lui. Ascoltami bene, Eden: per quanto tu prova a dire di no a noi, è agli altri che menti. Tu, invece, sai bene cosa provi, vuoi solo autoconvincerti che non sia così.» sorride e se ne va dalla mia stanza, lasciandomi senza parole.

Ha ragione?
In fondo le sue parole sono sempre giuste.

Non so davvero cosa fare o pensare.
Da un lato credo di doverlo lasciare in pace, fargli capire che senza di lui riesco a stare e che se crede di non meritare le mie lacrime allora non ne verserò una per lui. Dall'altra ho solo bisogno di sentirlo qui vicino a me, magari a darmi uno dei suoi abbracci perfetti.
Vorrei essere fra le sue braccia, vorrei ricevere uno di quei baci sui capelli e sentire la sua mano accarezzarmi la guancia.
Ma allo stesso tempo so che non durerebbe.

Noah's pov

«Amico, sei uno stupido! » ripete Scott, mentre Edward, appena arrivato qui, si mette le mani fra i capelli.

«Amico, è la quarta volta che lo dici.» sottolineo.

«Diamine, Noah! Non dovevi sistemare tutto? Non dovevi dirle tutto sulla telefonata e magari svelarle qualcosa sul tuo passato, invece di dirle di non piangere per te? Cavoli! Sei tu che la fai soffrire! E poi non vuoi che quelle lacrime escano a causa tua!» dice.

«Mi stai dicendo che sono la causa delle sue sofferenze?»

«Sto dicendo che potevi parlare di più con lei, così passavo più tempo con la sua amica, Sydney la bella bionda.» ride.

Alzo un sopracciglio. «Scott? Ti stai innamorando?»

«Mai come te, Noah. Quando sei distratto pensi a lei, vero?»

«Cosa?»

«Ah, l'amore.»

«Hamilton Scott Grier, smettila di fare la donna antipatica e sdolcinata.» dico e lui ride.

Dio, non capisce che questa cosa è seria?
Ma che amico che ho trovato, eh?

«Dai, va bene... comunque, dovresti sistemare tutto.» dice.

«Perché? Le ho detto di starmi lontano, se torno da lei e le dico di far pace capirà quanto ci tengo. O penserà che sono pazzo.» dico.

«Infatti, no?» sorride «Ma tu non vuoi ammettere che non riesci a starle lontano. Quando esci a fare le passeggiate speri di vederla, mh? Mh?» muove le spalle in modo strano.

Lo guardo male.

«Scusami!» alza le mani «Voglio solo sdrammatizzare e ho ragione.»

«Scott, senti, voglio solo riposare.» mi stendo sul letto.

«Come vuoi.» dice ed esce dalla stanza.

«Noah, sei nei casini» dice Edward.

«Lo so»

«Pensa bene a questa ragazza... » ed esce anche lui.

Cosa voglio davvero?

Eden's pov

Esco dalla stanza e vado in salotto.

«Nonno» lo abbraccio.

Mi sorride e mi siedo di fianco a lui, che guarda una partita di calcio.

Negli altri divani ci sono Jeremy e Thom.
Jason non è mai stato un grande tifoso, rispetto a questi due e a me.

Non so precisamente quando sia cominciata la "passione" per il calcio. Forse quando mio padre guardava le partite ed io mi addormentavo con il rumore delle persone allo stadio, da piccola.
Comunque, mi piace solo vederlo, praticarlo mai.

«Che squadra tifi?» chiedo a mio nonno.

«Juventus» risponde «Tu?»

Juventus.
Ha risposto così perché è italiano, così come la mamma e me.
Io sono nata a Forlì e ho vissuto in Italia per due anni, poi ci siamo trasferiti in America.
Jason, Thom e Becky sono tutti statunitensi.
Quando la mamma ha partorito me e Jer era in Italia. In pratica, mi hanno spiegato, dopo aver avuto i tre sono andati in italia per questioni di lavoro di mio padre e, poi, sono tornati, con due bimbi in più, in America.

«Ah, nonno» dice Jer «Lei non segue le squadre italiane.» al contrario di loro. Nonostate siano in America tifano le squadre italiane.

Rido. Ha sempre odiato questa cosa. «Barcellona, per sempre.»

Mio nonno alza le sopracciglia. «Perché non la Juve? O il Milan?»

Rido di nuovo. «Sinceramente? Non lo so, mi piace come giocano e poi ci sono Messi e Neymar. E il mio preferito, Piqué.»

Thom e Jer ridono.

Dopo aver assistito a metà di quella partita mi alzo.
In realtà non mi interessava molto delle squadre che giocavano ma Syd ha fatto la spesa con Becky e la nonna.
Le ho chiesto di restare a casa ma lei voleva uscire.

Vado in camera e il mio telefono squilla.
Lo prendo e leggo il nome.
Chris.
Che cavolo vuole?

*Ciao, amore. Mi manchi, sai? Vorrei un tuo abbraccio. Vorrei poterti parlare. Quando ci incontriamo?*

Va all'inferno, idiota.

You're All I Need (#Wattys2016){Revisone}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora