28. Sad Horse.

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«Sai a cosa pensavo?» gli chiedo, mentre mi riaccompagna a casa.

«Cosa?» sorride.

Oddio, il suo sorriso.
Potrei strapparglielo e tenerlo in una cornice.

«Dato che ho bisogno di andare al mare, di tuffarmi e stare sulla sabbia, pensavo di... andare in spiaggia!»

Aggrotta le sopracciglia. «Spiegati. Perché ti ricordo che siamo in campagna»

«Che stupido» rido «Andarci al mare! Tipo in Florida.»

Mi prende la mano e la bacia, poi la abbassa senza lasciarla. «Non è male come idea.»

«Lo so» dico.

Ride.
E potrei anche registrare la sua voce e le sue risate, per sentirle ogni volta che sto male.

«Da soli?» chiede poi.

«Sarebbe carino, ma anche con Jeremy, Veronica e Grace.» dico.

«Sì, non sarebbe male, da soli» precisa «Ma va bene anche con gli altri tre.»

Arriviamo davanti alla porta di casa e mi ricordo ciò che è successo ieri.

Sorrido.

«Smettila» dice.

«Di fare cosa?»

«Di sorridere! Mi stai uccidendo.»

«Pensi non sia lo stesso per me?» chiedo.

Ride.

«Ecco, non ridere neanche.» gli punto un dito contro.

Mi prende le mani e allaccia le mie braccia al suo collo. «Non credo che sia una bella relazione, la nostra, se non ridiamo.»

«Perché? Da quando stiamo insieme?» chiedo ridacchiando.

«Da ieri, no?»

«Giusto» mi avvicino.

Sento la porta aprirsi e mi allontano immediatamente.

«Oh, Noah! Stavo uscendo, per andare da Wind» dice il nonno.

«Bene e... io ho riaccompagnato Eden a casa.» dice lanciandomi un'occhiata e scompigliandosi i capelli.

Mio nonno gli sorride. «Eden, vuoi venire? È da un po' che non lo vedi e credo tu gli manchi.»

«Certo!» dico.

«Allora, io torno a casa.» dice Noah.

Mio nonno lo saluta, poi si volta verso di me rivolgendomi un sorriso e un occhiolino.

Con il nonno comincio a camminare verso il maneggio.

«Quindi possiamo partire?» chiedo.

«Sì, certo. Dovete preparare il viaggio, ma sì potete. Poi, con voi c'è Noah e mi fido.» dice.

Strano.

«Nonno, posso chiederti una cosa?»

«Ovvio» sorride.

«Io so cos'ha fatto Noah, me l'ha detto. Eppure, tu e la nonna, continuate ad ammirarlo» dico «Perché?»

Sospira. «Continuiamo ad ammirarlo, perché aveva diciassette anni. Ha capito il suo errore e ha fatto capire a tutti che è cambiato. Perché è riuscito a rimettersi su dopo tutte le bevute. Perché è maturato davvero.»

Annuisco solamente.

Non so cosa dire, perché ha ragione.

Arriviamo al maneggio e corro subito da Wind.

You're All I Need (#Wattys2016){Revisone}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora