40. Skate. Pt.1

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2 giorni dopo

«Te. Lo. Puoi. Scordare.» sandisco le parole, sorridendo.

«Perché?!» chiede lui, «Non è difficile»

«Tu sei un maschio, io ho paura di cadere e rompermi qualche osso, caro Noah. Vuoi mandare la tua fidanzata all'ospedale?» ridacchio.

Ride anche lui e mi prende le mani. «Dì a Jeremy di raggiungerci qui, come vedi ne ho due. Io insegno a te e lui a Veronica, che vuole imparare.» sorride indicando gli skate.

Sbuffo e prendo il telefono, digitanto il numero di Jeremy. Velocemente, gli dico cosa Noah ha in mente ed è entusiasta.

In poco tempo lui e Veronica arrivano sulla strada e io mi metto le mani fra i capelli. «Mi piacerebbe imparare ad andare sullo skate, ma no grazie. Non voglio sacrificare la mia vita per questo.»

Noah ridacchia. «Al massimo ti sbuccerai le ginocchia, per questa strada non passano auto da anni.»

Sbucciarsi le ginocchia? No, non ne ho intenzione.

Noah salta, letteralmente, sullo skate e comincia a scivolare sulla strada come se fosse la cosa più semplice del mondo. Ma so che non è così; ho visto mio fratello cadere dalle rampe e rotolarsi su se stesso, sbucciarsi i gomiti e continuare a riporvare e riprovare.
Ammetto che sì, non sarebbe male imparare ma non voglio.

Torna indietro e salta giù, mentre a me sembra che stia cadendo ed emetto un gridolino.

«Eden,» sorride e prende lo skate. «ora tocca a te.»

Mi volto verso Jeremy e Veronica, lui le sta già imparando come stare in equilibrio.

Scuoto la testa. Io non riesco. Ci ho provato con mio fratello e alla fine ero arrabbiata con lui e lui con me, non voglio fare la stessa fine con Noah.

«Avanti» sorride, porgendomi la mano.

Senza pensarci due volte gliela prendo e mi maledico mentalmente quando realizzo che devo salire su quella tavola.

Noah si posiziona dietro di me e mi prende per i fianchi, facendomi rabbrividire. Appoggia il mento sulla mia spalla, probabilmente abbassandosi un po'. Abbasso lo sguardo verso di lui che mi sorride.

«E se mi tingessi di biondo?» chiede.

Mando giù la saliva e sgrano gli occhi. «No, ti prego.»

Ridacchia. «Mettiamola in questo modo: se non sali e non impari io mi tingo di biondo, eh?»

Scuoto la testa e mi da un bacio sulla spalla.

«Oh sì, invece.»

«In pratica ti tingerai» dico.

«Non se ti impegni.» dice lui.

Sospiro e annuisco. Posa di nuovo le sue mani sui miei fianchi e dice:«Fidati. Sali sullo skate e cerca di mantenere l'equilibrio.»

Conto fino a cinque e poi appoggio il piede destro sopra.

No, non voglio mettere il sinistro, ho troppa paura. Non voglio cadere.

Non voglio neanche vedere Noah biondo, però.

«Giurami che mi tieni» dico.

«Sempre» sorride.

Si sposta e si piazza davanti a me, prendendomi una mano. Mi fa sengo di appoggiarmi con l'altra alla sua spalla e così faccio, senza farmelo ripetere due volte.

Salgo sulla tavola e Noah sorride. «Prova a stare così per un po'. Con me e poi senza.»

Annuisco nervosamente, probabilmente la mia faccia è tipo da:"Oh Santo, ho appena visto un horror a mezzanotte e non voglio dormire da sola".

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