47. We don't talk anymore.

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+Di solito la nota autore sta alla fine del capitolo, ma oggi è un'eccezione. Volevo dirvi che non sono riuscita ad aggiornare because my internet faceva schifo e la mia wi-fi era peggio.
E tutti i miei cugini e zii sono andati via, due giorni fa e la casa mi sembra così vuota e silenziosa...
Già, in una settimana mi sono abituata alla confusione piacevole che c'era. Voglio ringraziare Selena Gomez, Charlie Puth, Hailee Steinfeld e soprattutto il mio amore, Shawn Mendes, per questo capitolo. Ho miscugliato un po' tutte le loro canzoni per scriverlo, ascoltandole e spero che voi capiate quali ho usato😉 Vi consiglio di leggere questo capitolo con We don't talk anymore, dei primi due che ho citato.

Quindi, nada. Grazie per le 2k visualizzazioni.
-E

#PrayForItaly

Due giorni dopo

Mastico velocemente l'ultima cucchiaiata di cereali e mi alzo dal tavolo tremolante.

Circa due minuti fa Noah mi ha mandato un messaggio, in cui diceva che voleva parlare. Solo Eden, voglio parlare. Né "amore", né "principessa". E ho un tremenda paura di incontrarlo.

Io gli ho scritto di vederci al fiume, nel caso dovessimo urlare. E non voglio urlare. Ma ho paura. Paura che tutto possa finire.

Salgo in camera e mi lavo e vesto velocemente.

Penso solo a quello di cui vuole parlare e spero voglia solo abbracciarmi e dirmi che mi ama.

Scendo le scale e vado in salotto, dove ci sono i nonni e i miei.

«Mamma, io esco» dico.

Faccio per girarmi, ma mi fermo appena mio padre dice la sua. «Ti vedi con Noah? Dove vai?»

«Voglio fare un giro. Noah non c'entra.» mento.

Alza un sopracciglio. «Ah sì?»

«Sì. Mi piace Dillard e mi piace fare dei giri. Probabilmente passo da Wind» dico.

«Okay» sorride, «Non perderti»

«No» rido, per semprare il più naturale possibile.

Esco di casa e arrivo al fiume. È già qui. E guarda l'acqua. Mi avvicino e, invece, sta guardando i petali del suo albero, che ha in mano.

Si gira e abbozza un sorriso.

«Di-di cosa dobbiamo parlare?» chiedo, mandando giù la saliva.

Allunga la mano verso di me e lo guardo negli occhi. «Questi li avevo lanciati qui giù per vedere la tua reazione. Avevo capito che ti piacevo, ma non ne ero sicurissimo. Poi, ci siamo messi insieme. Ma...-sospira e poi, serra la mascella- io non posso sopportare la distanza.»

Il mio cuore si spezza e un'angoscia fortissima si fa spazio nel mio stomaco.

«Cosa?» chiedo.

«Eden, io ho commesso molti errori. Ma quello di innamorarmi di te è stato il peggiore. Quello di farti innamorare di me è stato il peggiore. Non dovevamo, sapevamo che l'estate sarebbe finita, ma ci abbiamo provato. E non capisco perché. Avrei dovuto non dirti nulla sui miei sentimenti.»

«Non ti seguo» dico.

«Voglio... Non-» guarda basso.

«Dì qualcosa, Noah»

«Dobbiamo finirla.» dice, «Io... Non siamo fatti per stare insieme.»

«Perché?» urlo.

Non posso crederci. Sta succedendo davvero?

«Eden, io-»

«Sei uno stronzo.» dico, «Avevi ragione, hai ragione. Siamo un'errore. Lo siamo sempre stati, mio padre aveva ragione, il mio sogno aveva ragione. Pensavo che mi avresti detto che mi amavi così tanto da poterti imbattere in una cosa grande come la distanza. Lo speravo, ne ero certa. E invece no. Mi sono illusa, tu mi hai illusa, spostando la nostra conversazione su questo tutti i giorni. Potevi dirmelo a West Palm. Potevi dirmelo allora, così che io non mi innamorassi di più e non credessi che tu volessi prendere qualcosa di serio. Hai ragione. Sei un'errore.» mi guarda e io cerco di sostenere il suo sguardo, mentre le parole che dico mi feriscono e feriscono lui. Mentre le parole che dico mi fanno lacrimare gli occhi. «Hai commesso sbagli, ma questo non è stato un'errore. Tu lo sei stato, Noah.»

«Avrei voluto dirtelo prima, ma-»

«Perché non l'hai fatto?»

«Perché ti amo»

«Bugie» dico, «Sei un bugiardo. Non mi ami. Perché se mi amassi, avresti accettato la distanza. Io ero disposta a farlo, per te, per noi. Tu no»

«Non sono bugie, Cristo!» alza la voce e aggrotto la fronte, «Io ti amo. Ti amo dal primo giorno in cui ti sei persa, quanto eri appena arrivata. Ti amo da quando ti ho visto a quella festa, mascherata, in cui abbiao litigato. Ti amo da quando abbiamo fatto colazione insieme per la prima volta, dopo il pigiama party con le tue amiche, e siamo saliti su quel monte. Ti amo da quando sei ritornata con Wind e stavamo per baciarci. Ti amo da quando ti ho detto che sei tutto ciò di cui ho bisogno, Eden. Perché è la verità. Sei tutto ciò ti cui ho bisogno, come se fossi droga. Ed è questo il problema. Non voglio che tu diventi droga per me, perché potrei non vivere più. Quindi, preferisco perderti che morire. Perché so che anche perdendoti, morirei lo stesso.»

Le lacrime continuano a rigarmi il viso ininterrotamente, il mio petto esploderà da un momento all'altro.

Anche lui è tutto ciò di cui ho bisogno e la sua teoria è giusta. Anche lui è droga per me.

«Davvero?» chiedo. «Per me è uguale», sussurro.

«Mi dispiace»

«Anche a me»

Si avvicina e mi prende per i fianchi, ha le lacrime agli occhi anche lui. Avvicina il viso al mio.

«Non ti aspetterò, Noah» dico, «O ora, o mai più»

Manda giù la saliva e dice: «Scelgo "mai più", Eden.»

Si avvicina completamente e fa combaciare le nostre labbra, in un bacio del tutto fuori controllo. Sembra come affamato. Mi mordicchia il labbro inferiore, la sua lingua giocherella con la mia.
Il bacio è molto più lungo degli altri e quando si allontana, respira faticosamente.

«Voglio che tu mi ricorda per questo ultimo bacio, ti lascerò con tutti i nostri ricordi, Eden. Devi dimenticarmi, per favore. O entrambi soffriremo.» dice.

«Sei uno stronzo» ripeto.

«Lo so» sorride e mi abbraccia.

«Ti-Ti amo, Noah Walker e credo sarà difficile dimenticarti»

«Anche io ti amo, Eden Foster» dice e prima di andarsene mi da un bacio sulla giancia e mi lascia i petali in mano.

«All'estate pros-» comincia.

«A mai più» dico. Ha fatto una scelta e ha scelto il "mai più".

Abbassa lo sguardo e si allontana dopo un sorriso perfetto e un'occhiolino.

Mi siedo per terra e comincio a piangere. Non riesco ancora a crederci, abbiamo durato circa... un mese. Solo. E io che speravo che continuasse la relazione, povera illusa.

E quel sorriso. Posso davvero vivere senza rivederlo?

Mi alzo e mi maledico.

Guardo i petali. Li vorrei conservare, ma mi ricorderei di lui e il mio obbiettivo è dimenticarlo. Quindi, allungo la mano verso il fiume e li lascio cadere nell'acqua.

You're All I Need (#Wattys2016){Revisone}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora