Jessie - Il bacio

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(Continua il capitolo precedente)

Usciamo dal pub. -Ho sentito che c'è una festa alla "Collina"- dicono alcuni suoi amici.

Siamo io e lui, insieme ai suoi e ai miei amici. Raggiungiamo il parco tutti assieme, poi lui si ferma un momento a telefonare a casa, e io resto indietro assieme a lui.

Fa un pochino freddo quella sera, così, mentre ci avviamo per raggiungere i nostri compagni, lui mi chiede: -Per caso hai dei guanti?

-Ma certo- gli dico -tieni! Tanto io non li uso.

Gli passo in mano i miei guanti grigi, i miei preferiti. -Grazie!- mi dice, infilandosi i guanti e alitandoci su, per riscaldare le mani.

La luna rischiara il cielo. Ormai è quasi mezzanotte, se non è già passata. Ci troviamo a pochi passi di distanza dai nostri amici, mentre passeggiamo sulla pista ciclabile, circondata da aiuole e cespugli. Passo dopo passo, mentre raggiungiamo la "Collina", dove si sarebbe tenuta la festa, decidiamo di fare un gioco per passare il tempo: dobbiamo farci delle domande a turno, e l'altro deve rispondere sinceramente.

Inizia lui. Ammetto che siamo partiti con delle domande sporche, davvero irripetibili. Domanda dopo domanda, arriva di nuovo il mio turno.

-Raph- gli dico a bassa voce. -C'è mai stata qualche persona a cui tieni molto? Non mi riferisco ad una ragazza, ma per esempio a un amico, qualcuno che è importante per te...

-Jessie- mi risponde lui. -Beh, ci sono tante persone. Tu sei molto importante per me, anche i miei compagni, sono molto affezionato a loro...

Sono compiaciuto della sua risposta.

-Ora tocca a me- mi dice. Ci pensa un attimo su e poi mi chiede: -Jessie, c'è mai stato qualcosa che tu hai mai fatto nella tua vita, che appena hai finito di fare hai potuto dire "sono soddisfatto, ora sono orgoglioso di me!"... ?

A quella domanda mi tornano in mente tantissime cose. Il mio primo concorso di poesia, il mio esame di terza media, la prima fidanzatina delle elementari... Ma sono paralizzato, dalla mia bocca non esce niente.

La luna splende in cielo, i lampioni segnano la strada, e lui è lì, accanto a me, con i miei guanti, che aspetta una risposta.

-Allora?- mi dice, quando ormai sono passati quasi cinque minuti. -Se vuoi posso cambiare domanda...

-No, no...- gli rispondo. -Ti prego, va benissimo questa...

-Si, però rispondi. Se è troppo difficile posso cambiare- mi ripete.

-No, no...- gli dico di nuovo. Sono molto agitato, ho il respiro sempre più corto, e mi sento tremare tutto quanto, dentro di me.

-Facciamo così- gli sussurro, con il cuore che mi batte a mille. -Ripetimi la domanda...

-Va bene- dice lui.

La luna è così bella. I lampioni sono quasi finiti, ormai stiamo per arrivare.

-Allora- inizia a ripetere. -Jessie, dimmi c'è mai stato qualcosa...

Mentre Raph mi ripeteva la domanda, mi sono messo di fronte a lui, e, chiusi gli occhi, ho cercato di baciarlo.

Lui, istintivamente, si scansa e quasi sta per gridare. Io allora riapro gli occhi, respiro a fatica, e sto per piangere... Gli occhi mi si riempiono di lacrime.

-Raph...- gli dico, e lo stringo a me. Lo abbraccio più forte che mai, e lui mi stringe altrettanto forte. -Mi dispiace, scusami... mi dispiace tanto, io non volevo...- gli continuo a ripetere.

-Ma è tutto apposto, è tutto apposto, shh- mi rassicura lui. -Non devi preoccuparti, ehi?, va tutto bene- mi dice, e mi stringe sempre più forte. -Va tutto bene, va tutto bene, mi ripete.

E restiamo abbracciati, tenendoci stretti, per almeno cinque minuti.

La vita segreta di Jessie HuskDove le storie prendono vita. Scoprilo ora