Jessie - Raphael

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La luce entra dalla finestra della mia camera, e apro gli occhi proprio un attimo prima che la sveglia inizi a suonare. La fermo subito, per non svegliare il piccolo Joshua, e mi alzo subito, senza perdere un solo secondo.

Infilo i vestiti che avevo preparato sulla poltroncina accanto al mio letto e corro subito in cucina. Mi preparo un tè e mentre lo sorseggio mi avvicino alla finestra, a guardare la città che si sveglia dal suo torpore quasi autunnale. Finito il tè lascio la tazza sul tavolo della cucina e prendo lo zaino, che preparo sempre accuratamente ogni sera. Non ricontrollo neppure, perché sono sicuro che non manchi nulla.

Proprio in quel momento qualcuno suona al campanello, e corro ad aprire, perché so già che si tratta dell'anziana vicina di casa che si prenderà cura del piccolo Joshua finché non sarò di ritorno a casa. La signora è sempre puntualissima. La saluto e corro giù per le scale, le preferisco di gran lunga all'ascensore, anche quando devo salirle.

Lungo la strada cammino con il mio solito passo veloce fino alla fermata dell'autobus, che arriva un minuto dopo di me. Ho perso l'abitudine di arrivare sempre cinque minuti prima, ma so bene che quella linea non è mai né in anticipo né in ritardo, così aspetto tranquillo del fatto che non verrò mai deluso.

Lungo il tragitto come sempre indosso le mie cuffie, e ascolto una playlist di cinque canzoni lente e tranquille, che mi permettono di arrivare a scuola del tutto riposato.

Al liceo mi sembra che non sia mai cambiato nulla, tutti mi salutano come sempre, e io non dimentico mai di risalutare tutti. Le ore di lezione trascorrono lentamente, come piace a me. A volte i compagni di classe sono più chiassosi, non seguono il professore, ma a me non importa più. Un tempo mi sarei alzato in piedi e avrei chiesto il silenzio, per il bene di tutti, e i compagni si sarebbero seduti all'istante, per seguire silenziosamente la lezione. Ora ero diventato egoista, mi interessava solo di me, solo del fatto che io capissi ciò che il professore spiegava, degli altri non mi interessava assolutamente niente.

La ricreazione la trascorro seduto al mio posto, mi sembra che sia sempre stato così, che dal primo fino all'ultimo anno quello fosse il mio modo di vivere ogni giornata. Ma quando arrivo alla sera, che ho finito tutti i compiti, e sono appena tornato dalla mia passeggiata del dopocena, mi accorgo che manca qualcosa, che la mia vita non è solo tutto questo.

Manca qualcuno a cui raccontare tutto ciò che mi succede, come mi sento, cosa faccio, dove vado, con chi sto... e non si tratta di Amy, che c'è sempre stata per me e passa sempre a salutare, no... si tratta di qualcuno che mi manca ogni giorno della mia vita, che non è più la stessa da quando lui non è più accanto a me.

-Raphael...- sussurro -dove sei?

Non lo vedo da un po'... è da una settimana ormai che ha subito quell'incidente, e non si è ancora svegliato. Forse è arrivata l'ora che io vada a fargli visita, anche se ormai sono quasi le ventidue... ma non mi importa, avrei trovato un modo per vederlo.

La vita segreta di Jessie HuskDove le storie prendono vita. Scoprilo ora