Raph - Amici

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Non riesco ad aprire i miei occhi, ma riconosco il tocco di quelle labbra. Non riesco a parlare, ma voglio dirgli che sono qui, così stringo la sua mano.

Sento la sua mano che stringe la mia, poi tutto cambia. Dei medici devono essere entrati nella mia camera d'ospedale. Sono felice che lui sia stato lì quando mi sono risvegliato, che non mi abbia lasciato solo.

Ora avremmo avuto il tempo per ricominciare tutto da capo, per essere amici come prima e cancellare il passato.

I medici dicono che è tutto regolare ora, e che fra pochi giorni potrò uscire.

Apro gli occhi.

No, Jessie non è andato via, è ancora lì accanto a me.

-Je... Jessie...- gli dico, tossendo.

-Sono qui- mi risponde lui, ma stavolta non piange.

-Ti voglio bene- gli dico.

-Oh Raphael... anche io ti voglio tanto bene!- mi risponde con gli occhi lucidi.

Resto un po' a guardare fuori dalle finestre, e quando mi volto di nuovo verso di lui mi accorgo che non ha smesso di guardarmi neppure per un solo attimo.

-Sei bellissimo anche così- mi dice, sorridendo.

Ridiamo insieme, come una volta.

-Potremmo andare al mare, allora, un giorno di questi?- gli chiedo io.

-Uh, certamente...- mi risponde lui -dobbiamo solo organizzare tutto e partiamo subito!

-Allora non vedo l'ora!

-Non appena uscirai da qui...

Nella sua voce c'è una nota di malinconia, ma siamo entrambi felici di poter passare un po' di tempo insieme.

Mi accorgo così che in realtà Jessie c'è sempre stato per me. 

-Ci sei sempre stato per me...- gli dico.

Lui mi sorride.

Lo so che mi ama, ho sentito tutto quello che mi ha detto anche se non ero ancora sveglio. Per me però non ci sono problemi, lui lo sa, potremmo continuare ad essere amici, a divertirci insieme.

Il giorno che siamo andati al mare, nonostante la scuola, doveva essere una delle giornate più calde del mese, eppure tirava un bel venticello fresco... insomma si stava molto bene.

Abbiamo preso un ombrellone, io e lui, e siamo stati stesi all'ombra a dirci tutto quello che non ci eravamo detti in questi mesi. Mi ha raccontato così tante cose di lui, e io di me.

Eppure non eravamo amici come prima, no... eravamo molto di più!

Non avevamo bisogno di dirci quanto tenevamo l'uno all'altro, era questa la cosa più bella: ce l'eravamo detto così tante volte che ora lo sapevamo già.

-Andiamo in acqua!- mi propone lui, ad un certo punto.

-Oh, scusami Jessie- gli dico -ma oggi non ho proprio voglia...

-Come vuoi- mi dice lui, sorridente. Ma so che in fondo è un po' deluso.

Il tempo trascorre lentamente.

-Possiamo andare fino alla battigia, ma non oltre, perché non mi va di bagnarmi.

Lui accetta, così ci dirigiamo, fianco a fianco e a passi lenti, verso la sottile striscia di sabbia che è continuamente bagnata dal mare. E lì continuiamo a passeggiare, verso nord, tenendoci il sole alle spalle.

-Che ne dici di andare almeno nell'acqua più bassa?- mi propone lui.

-Mmh, va bene- accetto io, ridendo.

Mentre ci addentriamo nel mare riconosciamo alcune figure nell'acqua più alta. Sono Amy e le sue amiche. Non appena ci riconoscono corrono a schizzarci l'acqua. Allora non possiamo fare a meno di tuffarci anche noi, tanto siamo bagnati dalla testa ai piedi ormai.

La vita segreta di Jessie HuskDove le storie prendono vita. Scoprilo ora