Capitolo 4 || Lo scoppio del CHAOS

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Ora

Passati quattro anni e non mi ricordavo più nulla del team Chaos.
Un giorno di primavera arriva un plotone, una ventina di uomini, con un drago. Era una bestia alta tre metri o di più, era interamente ricoperta di roccia, si ergeva sulle quattro zampe come un cagnolino.
Il plotone si stava avvicinando sempre di più alla valle, ero impaurito e schioccato perchè avevo creduto a lungo che i draghi non esistessero.
Tutti, alla vista del drago, fuggono nel rifugio sotterraneo, tranne i guerrieri, ovvero quelle persone che possono impugnare le armi, come me.
Mi guardo attorno per scovare qualcosa di utile, poi ricordo che il fabbro preparava sempre qualche spada tra un lavoro e l'altro quindi vado la.
Qui c'erano già Zake e Tomas che stavano distribuendo le armi.
Quando arriva il mio turno Zake mi squadra per bene e chiede a Tomas "cosa gli diamo a lui? Sembra troppo robusto per una catana, ma troppo esile per i prototipi." "Dagliene una da cavaliere e finiscila li" ribatte Tomas scocciato.
Zake mi passa la spada nel fodero, sentivo che non era pesantissima, ma percepisco che se sarebbe caduta mi avrebbe spaccato un piede.
Un ragazzo poco più grande di me esclama "TUTTI COLORO CHE SONO ARMATI CONVERGANO AL CONFINE"
Mi avviai anche io.
Si erano formate due file lungo il confine del villaggio : il clan del Chaos con il drago alle loro spalle da una parte, mentre la difesa del villaggio dall'altra.
Una donna si era fatta avanti dalla fila del drago e annuncia mentre il vento gli  scompiglia i capelli rosso sangue "consegnate chi abbiamo chiesto e non vi sarà fatto alcun male!" Ho capito immediatamente che parla di me. Forse era meglio non combattere questa battaglia.
Mi son fatto avanti con testa bassa. Poi la alzo e la fisso. Due occhi azzurro ghiaccio, probabilmente come il cuore. Vedo l'odio nei suoi occhi. Mi sale la rabbia. "ANDATE VIA! Colui che cercate se n'è già andato!" Noto che quando termino la parola 'via' il drago abbassa la testa, in segno di sottomissione.
A quanto pare lo ha notato anche lei e sussurra "prendetelo, è lui"
Mio papà si affianca con un prototipo al fianco e mi dice "sapevo avresti fatto cazzate. Ora corri e nasconditi, ma non combattere!"
Lo ascolto, anch'esse ho una sfrenata voglia di ammazzare quella ragazza.
Scappo.
Mi giro a guardare ciò che succede, ma la cosa diventa troppo dolorosa: mio papà bruciato dalle fiamme del drago, come la resistenza che crolla sotto i sui colpi.
Corro.
Arrivo al lago con le lacrime agli  occhi. Qui impreco nel vuoto per la perdita di papà.
Poi ricordo e urlo "TRIS! PERCHÈ NON C'ERI A PROTEGGERMI!?"
Suona più come rimprovero che come una domanda. Lei apparve ugualmente "non qui" è l'unica cosa che mi ha detto poi mi ha preso per mano e mi ha teletrasportata nella stanza di quarzo. Ma questa non era più lucida e splendente come l'ultima volta. È incenerita, e sta crollando a pezzi.

Cacciatori Di Draghi [Da Rivisionare]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora